Mara delle Meraviglie
Con un Lieto evento iniziale è tornata la maestra, a profumarci con la sua voce eterea, passionale, le sue visioni sensoriali, spirituali e terrene, colme di delicatezze e verità.
Articolo di E. Joshin Galani, immagini sonore di Andrea Furlan
Ci aveva salutato con “Tutto bene” ultimo disco degli Üstmamò, nel 2001. Ci congedava un titolo forse ironico, che all’epoca preferii leggere rassicurante.
Ho un passato da transennista anche per gli Üstmamò, rimanere orfana di quella incredibile lunga stagione della loro produzione mi lasciò un vuoto assordante.
Per diversi anni ci si è interrogati su cosa stesse facendo Mara Redeghieri. Dal 2010 al 2015 l’abbiamo vista impegnata al suo progetto “Dio Valzer” dove, con un definito senso di appartenenza alla sua terra, ha riconsegnato al sentire odierno canti popolari, di lotta e rivolta dell’Appennino Reggiano, diventati poi documentario con ”Al Cusna” che le è valso il premio “Imola in Musica”.
Qualcosa però mancava. Pur riconoscendo il suo valore vocale, mancava l’espressione pop, la sua scrittura e le sue visioni.
Questa sera è come se fosse Natale, un grande regalo atteso da tempo, la magia in arrivo, il desiderio esaudito. Eccola alla Salumeria della musica, a Milano, a presentare il bellissimo “Recidiva”, suo debutto solista.
Sale sul palco con un sorriso e le mani davanti agli occhi, che scopre come un sipario che si apre, un bel respiro e parte con “Io Essere Umana”, poesia sulla natura al femminile.
Ci saluta con un “ben ritrovati”. E’ sempre lei, con la sua voce – se possibile – ancora più curata, limata, cristallina rispetto al passato, i suoi respiri, i movimenti yoga che l’accompagnano da sempre nelle esibizioni.
Prosegue con “Augh” e “Uomo Nero”, entrambe con uno sguardo sul sociale.
Ad accompagnarla Tiziano Bianchi (tastiere e tromba), Nicola Bonacini (basso), Davide Mazzoli (batteria) e Lorenzo Valdesalici (chitarra).
Sono arrivata senza aspettative a questo live, nel senso che, pensavo di godermi semplicemente Recidiva live… ma stasera, come dicevo, è proprio natale e molto generoso.
Arriva il primo regalo inaspettato, “Cosa conta”, vecchio brano degli Üstmamò tratto da “Stard’Üst”.
“Ho apprezzato da sempre la vostra attenzione che noi appennini non abbiamo, sento i vostri occhi e le vostre orecchie, grazie” ci dice.
Si prosegue con “Romantica Siderale”, brano perfetto in un album di gran qualità.
La vocalità di Mara veste tutte le interpretazioni con emozione, sensualità, pulizia di suono e giochi melodiosi.
Presenta così “Mente cupa”: “descrivo nelle canzoni le mie impressioni, sono ritratti di cose che mi spaventano o che mi emozionano, Mente cupa parla di una persona molto avara”.
Episodio particolare del disco è sicuramente “Nella casa”, brano recitato e molto evocativo del valore sacro della casa, delle generazioni che l’hanno abitata e delle tracce lasciate. Su disco sono tre le voci che si alternano nel racconto, una bambina, un’adulta ed un’anziana. Mara lo presenta con queste parole: “Nel disco ho scritto piccoli componimenti poetici, questa è una preghiera laica per la mia casa”
I musicisti si affidano a diversi strumenti per accompagnare il pezzo, recitato come in un reading, con una tromba importante.
Altro regalino da scartare questa sera è l’ascolto di “Canto del Vuoto”, altra traccia degli Üstmamo tratta da “Üst”.
Sono gioiosa di godermi live le nuove canzoni e ritrovare le vecchie.
“Dentro questo disco ci sono due cose importanti” – ci dice Mara per presentare la delicatissima “Madre Dea” – “La preghiera per la mia casa e per la madre terra” .
C’è tanta femminilità, sensibilità nell’osservare e restituire questo sguardo raccontato in musica e parole.
“Strump”, viene introdotta come canzone dedicata al presidente degli Stati Uniti, “Pestifera” invece come “dedicata ai miei attacchi di nervi, i miei musicisti e collaboratori sanno di cosa sto parlando!”. Nel testo c’è spazio anche per l’auto ironia: “Mi fai ridere con quell’aria disperata, guarda con che cera sei finita, tieniti il cuore per amare, ulula soltanto per orgasmi”.
Altro balzo tachicardico nel passato, con “Lieto Evento Finale”: “ E’ stata scritta per me da Lindo Ferretti, dopo pochi mesi che ci eravamo conosciuti, Giovanni ha molti difetti, ma anche molti pregi!”.
C’è spazio anche per “Now e Then” di Tiziano Bianchi, trombettista della band, accompagna Mara, che cita la non casualità degli incontri.
Ci saluta con “Mai più” altro regalone spaziale, e, finale con botto, “Cento Pecore e un montone”: “Vi dedichiamo una pietra miliare, una canzone con cui abbiamo iniziato la nostra storia con gli Üstmamò”.
Non posso non pensare a tutte lo volte che ho sentito questo brano live, alla richiesta incessante e ossessiva del pubblico perché la facessero, ed una volta fatta, pogo selvaggio.
Niente pogo stasera, nella compita salumeria della musica coi tavolini, ma non importa, perché questo è il presente, la fotografia del momento, c’è il valore del presente e del passato senza nostalgie.
Il qui e ora, l’istante, il respiro contemporaneo, sono sempre state caratteristiche di Mara, che solo in accordo al suo sentire attuale, ha confezionato un album puntuale e scintillante, per cui è valsa la pena aspettare 15 anni.
“Certe cose impiegano un sacco di tempo”, ci racconta, “la natura ce lo insegna, spesso è meglio aspettare il momento giusto per farsi avanti e dimostrare quello che si ha da dire, io ci ho messo un sacco di tempo, ma ora sono sicura voglio cantare per voi”.
Grazie Mara, bentornata!
26 Maggio 2017 at 23:24
Bel post!
Attendevo da tempo pure io… l’ho vista a Materiale Resistente 2015 e ho preso Recidiva… gran album.
Spero di beccarla dal vivo.