Piers Faccini

Articolo di Roberto Bianchi, immagini sonore di Andrea Furlan

Piers Faccini torna alla Salumeria della Musica, gradita tappa di un tour invernale che comprende date a Torino e Venezia e proseguirà verso diversi paesi europei.

Prima di lui abbiamo il piacere di ascoltare An Early Bird, al secolo Stefano De Stefano, già con i Pipers. Chitarra acustica, voce e armonica. Ci regala una manciata di canzoni con suoni delicatamente folk e testi in inglese, la qualità delle composizioni è promettente; uno stuzzicante antipasto del disco che vedrà la luce tra pochi mesi, preceduto dal singolo Warning Signs.

An Early Bird

Intorno alle ventidue sale sul palco Piers, accompagnato dal valido musicista algerino Malik Ziad (mandola, ngoni e seconda voce). Il protagonista alternerà chitarra elettrica, acustica e armonica.

Le qualità compositive di Faccini sono elevate e ricche di contenuti, siamo di fronte a un artista dagli ideali profondi: curioso, evolutivo, sensibile, colto, poetico, appassionato, anticonformista. L’autore ha la grande capacità di sovrapporre le melodie alle parole creando una miscela ammaliante.

Si comincia con una versione rivisitata di A New Morning, ipnotico brano del 2011 che mette in evidenza le qualità vocali dei musicisti. Piers introduce la successiva Oiseau, raccontando di averla scritta in Tunisia pochi giorni dopo i tragici attentati del 13 novembre 2015 a Parigi. Un incubo notturno, un richiamo a un uccello che possa, con il suo cinguettio, risvegliarci il più presto possibile. Drone abbina una dolce melodia mediorientali a un testo toccante. Faccini cerca di elevare la nostra attenzione verso il dramma della Siria, paese illuminato da una profonda cultura, sconosciuta a gran parte del mondo. La delicata Judith anticipa Broken Mirror, coinvolgente brano del 2013 seguito dalla splendida The Many Were More e da Bring Down The Wall, eletta come simbolo della protesta contro le inconcepibili intenzioni espresse da Donald Trump di erigere un muro ai confini con il Messico.

Malik Ziad & Piers Faccini

A Storm Is Going Home da Two Grains Of Sand del 2009 è uno dei miei brani preferiti, la voce di Pier si sovrappone alle note trasportandoci in un magico e onirico viaggio. Cloak Of Blu, ispirata da un mosaico di origine arabo-normanna presente nella cattedrale di Cefalù, descrive l’immaginario stupore di un contadino del secolo scorso incantato dai colori delle maioliche decorative. Three Times Betrayed e Uncover My Eyes sono frammenti del passato che già evidenziavano radici multi-etniche. Comets è un altro riuscito momento compositivo, così come Anima che ha una radice profonda: un ricordo vivo e malinconico, ma al tempo stesso gioioso, dedicato al suo amatissimo padre. Il dolore per la perdita si alterna alla gioia provocata dalla dolcezza del vissuto, non a caso la prima parte del testo in inglese si distingue nettamente dalla seconda, cantata in dialetto palermitano.

La maggior parte dei brani proposti è figlia dell’ottimo album I Dreamed An Island, pubblicato nel settembre del 2016: un viaggio nel tempo che dipinge e celebra differenti culture, capaci di coesistere in tempi lontani, a dispetto di evidenti diversità religiose e culturali oggi apparentemente incompatibili. Il rifugio protettivo vorrebbe essere un’utopica isola dei sogni, dove pluralismo, tolleranza, fede, lealtà e fiducia possano coesistere, per avvicinare il genere umano. Un disco cantato in inglese, francese, arabo, dialetto siciliano e dialetto salentino; suonato con strumenti provenienti da tutto il mondo; una sapiente miscela di folk e world music.

Pier Faccini

Come già detto le canzoni sono belle, hanno un’anima profonda, ma lo spettacolo proposto non è stato del tutto convincente: un’alternanza di luci ed ombre! Senza nulla togliere alle elevate capacità di Piers e Malik si è sentita la mancanza degli strumenti aggiuntivi, delle percussioni. I suoni proposti sono risultati estremamente rarefatti, minimali, eccessivamente scarni. Va poi detto che l’acustica non è stata all’altezza dell’evento, penalizzando la percezione degli ascoltatori.

Mi permetto di aggiungere una considerazione a difesa di chi svolge, spesso senza alcun compenso, il bistrattato lavoro di fotografo. Condivido e apprezzo i valori che Piers Faccini trasmette tramite le sue canzoni, ma credo sia fondamentale che Lui per primo eviti di discriminare forme artistiche diverse dalle sue. La Fotografia non può essere paragonata all’uso smodato dei cellulari: chi cattura l’attimo, i colori, le sfumature, il luccicare degli occhi cerca di trasmettere al pubblico, e all’artista immortalato, le personali capacità di percezione. Non è giusto alzare muri: Bring Down The Wall caro Piers!

Un grazie, con grande stima e affetto … e qualche bella foto del collega Andrea Furlan.

Malik Ziad
Malik Ziad & Piers Faccini
Piers Faccini
Malik Ziad & Piers Faccini
An Early Bird
Malik Ziad
An Early Bird
Malik Ziad & Piers Faccini