Emozioni di Fabio Baietti immagini sonore di Andrea Furlan
L’uomo con la barba folta ha già cercato le giuste parole, ma i ricordi lo costringono a trovare “solo” quelle delle sue canzoni
La band è un porto sicuro, quello in cui c’è un pub con la pinta di scura pronta a rinfrescare la gola
Si è già cantato, sorriso, applaudito, ma l’uomo con la barba folta è fuoco che deve scaldare la malinconia che inizia a serpeggiare in platea
Chiede un rispettoso ed amichevole silenzio
Quello cosi difficile, a volte, da ottenere con i banconi affollati e cuori poco avvezzi alla poesia
Buio, anzi penombra
La spina si stacca, l’uomo con la barba folta dematerializza la sua mole possente in una voce senza volto
Il fantasma che fluttua nelle tenebre e che sta per scomparire inizia la sua ultima chiamata
Lo intravedi camminare piano, trovando la metrica perfetta tra cadenza dei passi e parole al sapore di malto
Si sofferma pochi istanti ad intuire volti familiari
Quelli di chi rimane, quelli dei fuggitivi e quelli a cui è rimasta intatta la voglia di pregare.
Un puzzle che si compone in un incastro acustico da brividi sotto pelle
Solo due flashes per fermare invano la magia, l’uomo con la barba è sotto di me, di noi
Notti insonni, mal di cuore, verità troppo spesso non rivelate
Risale sul palco, le spalle leggermente ricurve sulla chitarra, ancora un’ultima strofa
Il Sole sta tramontando, è ora di andarsene
Per ritornare
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