L I V E – R E P O R T


Articolo di Simone Nicastro e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Ogni volta che scrivo una recensione o un report di un concerto, ma anche esprimo semplicemente un commento o una battuta sull’argomento “musica”, il mio intento principale è, in qualche modo, cercare di trasmettere a chi mi legge come e quanto valga nella mia vita l’ascolto di alcune canzoni o la partecipazione ad un’esibizione dal vivo. Un intento, direi, piuttosto banale e nella maggior parte dei casi, tra l’altro, anche fallimentare. Il punto è che ci sono poi alcune esperienze per cui il fardello di questa mal riuscita trasmissione mi risulta anche più gravoso del solito perché tanto e tale e la bellezza sperimentarla che vorrei che almeno tutti quelli che mi “conoscono” riuscissero a provarla.

Una di queste esperienze è stata assolutamente il concerto di Patrizia Laquidara dell’altra sera al Teatro Fontana di Milano. Patrizia Laquidara è una artista che seguo fin dai suoi esordi e penso di averla vista dal vivo almeno sette o otto volte. La sua discografia è di qualità sopraffina oltre ad essere quasi un unicum nel panorama nazionale: Patrizia Laquidara è una “equilibrista” che asseconda una visione artistica ricercata e personale sempre in divenire ed eccezionalmente “pura” nel formarsi/trasformarsi davanti al suo pubblico.

Attendevo con trepidazione questo concerto per poter assistere alla resa live del suo ultimo lavoro del 2018, C’è qui qualcosa che ti riguarda: album di cui ho già scritto in precedenza (leggi qui) e su cui mi sono espresso con toni entusiastici. Attesa ripagata con gli interessi: su un palco spoglio con i musicisti immobili nei loro spazi “strumentali” e il pubblico, poco sotto, seduto in comode poltrone, dopo un ingresso dalle retrovie del teatro a passo lento e scalzo, ho visto apparire e appropriarsi di ogni spazio visivo, sonoro ed emozionale, una delle artiste più stupefacenti che abbia mai avuto la fortuna di incontrare. È come se ogni suo concerto precedente a cui avevo assistito sia convogliato in questo set, arricchendo ogni particolare, perfezionando al meglio ogni aspetto e soprattutto innalzando Patrizia Laquidara ancora più in alto di quanto fosse mai stata.

La scaletta, incentrata sulle nuove canzoni, non ha permesso neanche un secondo di cedimento empatico e la voce della Laquidara, come e più di sempre, ha reso ogni nota, struttura ritmica e qualsiasi armonia/disarmonia un “contatto diretto e profondo” tra la sua arte e il cuore/intelletto dei presenti. Sopravvissuti, Acciaio e Preziosa (quest’ultima arricchita da un estratto declamato da Senza Pelle) hanno innescato una sorta di magia “sospesa” in cui le percezioni dei presenti si sono totalmente acuite, la vibrante Nordeststereofonico e l’ipnotica L’altra parte dell’altra hanno praticamente rubato ogni sguardo e pensiero, Pesci Muti, La Luna e Bello Mondo (intervallati da alcuni racconti della stessa cantante) infine si sono appropriati di ogni residuo possibile di attenzione e stupore. La band semplicemente perfetta ha assecondato e reso ancor più vivida qualsiasi intonazione, movimento e desiderio dell’artista, anche nell’approccio ai brani di lavori precedenti quali le sempre meravigliose e coinvolgenti Personaggio e Rose.

Che sia la cover a cappella di Tu-Ti (sfido chiunque a non avere i brividi) o sia quel miracolo in terra (e nella produzione cantautorale nazionale degli ultimi vent’anni) che è proprio L’equilibrio è un Miracolo, sia l’invocazione/testimonianza de Il Cigno-The Great Woman o l’eccellenza (pop)ular di Indirizzo Portoghese, nessuna mia parola può descrivere compiutamente e soprattutto racchiudere la meraviglia di uno spettacolo non solo ricco di sfaccettature e di talento, ma capace di far (ri)vivere quel senso soggezione/ammirazione che si dovrebbe sempre provare al cospetto di interpreti così eccezionali. Quindi colgo l’occasione per ringraziare personalmente Patrizia Laquidara per questo concerto e per tutte le sue canzoni che sono diventate una parte importante della mia vita nella speranza di vederla a breve nuovamente calcare altri e nuovi palchi. Per una volta fidatevi e accorrete anche voi quando capiterà. Nel frattempo ascoltatevi i suoi bellissimi album.