R E C E N S I O N E


Articolo di Cinzia D’Agostino

Giorgio Canali si sa, ha un fiuto perfetto quando si tratta di lanciare musicisti particolarmente dotati, ha occhio lungo e straordinario orecchio se pensiamo a nomi come i Verdena o Le Luci della Centrale Elettrica da lui prodotti. Ed anche stavolta il vecchio “immortale”, come lui stesso ama definirsi, non è stato da meno in quanto a valutazione.
Mattia Prevosti, è un giovane musicista di Varese che, dopo esperienze in gruppi locali, inizia a scrivere le sue canzoni e ad apprezzare sempre più la musica indipendente italiana finché una sera nel 2010, durante un concerto di Giorgio, prende la sua chitarra e sale sul palco improvvisandosi a suonare con lui. Da qui nasce un bel legame e spesso Mattia apre le esibizioni dei Rossofuoco eseguendo un paio di suoi pezzi.

È proprio così che l’ho scoperto, era dicembre 2018 e all’indimenticabile Serraglio a Milano, restammo incantati da questo ragazzo sconosciuto che, con la sua voce e la sua chitarra, riusciva a creare un’atmosfera trascinante. Ascoltammo un cantautorato alternativo, pieno di grinta, nulla a che vedere con i fenomeni lagnosi dell’ultima ora che passano per radio; gli arpeggi e le parole riuscivano ad inchiodarti sotto il palco, annientato da un’atmosfera capace di urlarti in faccia e spettinarti e, per quanto tu provassi a liberartene, quella sensazione sconvolgente si impossessava di te facendoti ritrovare il gusto ormai perduto di stupirti.

Le Gabbie dei Tori, disco di esordio appena pubblicato ufficialmente, è stato prodotto da Canali e registrato fra marzo e ottobre 2017 nello studio di Bassano del Grappa di Stewie Dal Col (Frigidaire Tango – Rossofuoco) e si preannuncia un nuovo stupefacente lavoro di un artista di cui auspico sentir molto parlare. Dodici anni fa, a portare un po’ di ossigeno ad una musica italiana agonizzante arrivò un giovane emiliano di nome Vasco Brondi con le sue Canzoni da spiaggia deturpata. Oggi, nel 2020, il defibrillatore nel panorama “underground” lo ha portato il lombardo Mattia con un disco sincero, sorprendente, di quelli che ti fanno pensare oltre che viaggiare con la musica. È il coraggio di urlarci in faccia le contraddizioni della nostra epoca, ma con estrema grazia e poesia, versi sublimi composti in uno scenario corrotto e degradato come ne Le occhiaje dei Panda dove il contrasto viene rappresentato da “un cuore e una chitarra e intorno c’è la guerra”.

Ph Martina Ridondelli

In questi undici pezzi scorrono frammenti dei disagi del nostro mondo attuale, lo “spaventarsi con le piccole cose e non temere i terremoti…raccogliere le spine non le rose” o di essere così inverosimilmente inquieti da “avere un’ansia di risposte da credere a tutto” (I vermi del Mezcal). Prevosti è un cantautore di talento, i testi sono sconvolgenti e le melodie ti sanno rapire e trascinare. Negli arrangiamenti si sente molto spesso il marchio di Canali, la cui influenza è presente anche in alcune espressioni familiari, gli Accendini Smarriti o l’ululare alla luna, o nelle chitarre disturbate e nelle inconfondibili urla ribelli in sottofondo che si scorgono ogni tanto. LEBOSCHI è una canzone tipicamente Rossofuoco dove la batteria potente di Riccardo Dal Col contribuisce a farti venire quella voglia liberatoria di scatenarti sotto il palco cantando a squarciagola.

Ma questi influssi, oltre ad essere un tributo di un artista che ha realizzato il suo sogno, sono anche un arricchimento in più a uno stile già di per se’ raffinato e con una propria forte identità. Ne Le gabbie dei Tori si spazia tra una citazione di De Gregori con un’Alice che guarda i gatti in apertura a Un percorso indecente, e uno straordinario Bob Dylan con una sua personale e fiabesca versione di Shelter from the Storm, qui intitolata Rifugio dalla tempesta, con un testo impeccabilmente poetico che il cantautore ha sapientemente saputo adattare all’italiano mantenendone le peculiarità. Tra un brano e l’altro la chitarra di Mattia ci regala anche un po’ di gradita atmosfera blues, piacevole ed inaspettata, in Pelle & Ossa e Al Supermarket non c’è dinamite, altro ingrediente che impreziosisce un disco a cui non manca nulla.

 

Per definire al meglio questo lavoro di debutto, non sprecherò mille parole su come dovreste impiegare le vostre energie nella ricerca delle cose belle anziché subire passivamente le mode. Citerò invece una frase tratta da Difetti di fabbricazione, il brano che più mi ha conquistato e fatto tremare di tutto l’album: “e intanto resta di nicchia tutto ciò che è migliore e se così non fosse mi farebbe cagare”.

Nel disco hanno suonato:
Mattia Prevosti: voce e chitarra acustica
Giorgio Canali: chitarre, basso e cori
Riccardo Dal Col: batteria
Stewie Dal Col: chitarre e tastiere

Tracklist:
1. Vermi del Mezcal
2. Difetti di fabbricazione
3. Accendini smarriti
4. Le occhiaje dei panda
5. Rifugio dalla tempesta
6. Leboschi
7. Chapeau
8. Pelle & Ossa
9. Paole & crociate
10. Al supermarket non c’è dinamite
11. Un percorso indecente