R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Chi è George Washington Carver? Un agronomo. Certo i jazzisti sono bizzarri e il loro Olimpo di eroi (o anti-eroi) a cui fare riferimento e da cui trarre ispirazioni e suggestioni, è spesso molto diverso da quello di altri musicisti. Carver, nato a Diamond nel Missouri, discendeva da una famiglia di schiavi e la sua professione di agronomo lo portò a diventare un educatore nel campo dell’agronomia, il che permise a centinaia di schiavi di ricevere un’adeguata preparazione ed un conseguente riscatto sociale, proprio grazie agli insegnamenti ricevuti da George Washington Carver. La sua era una “scuola itinerante” per così dire, si trattava infatti del suo carro agricolo, il Jesup Wagon, riprodotto nella magnifica copertina di questo altrettanto magnifico disco del grande sassofonista James Brandon Lewis e del suo Red Lily Quintet, uscito lo scorso 7 maggio per l’etichetta Tao Forms. Il Red Lily Quintet, messo insieme per questa occasione, è composto da James Brandon Lewis al sax tenore, Kirk Knuffke alla cornetta, William Parker al basso e gimbri, Chris Hoffman al violoncello e Chad Taylor alla batteria e mbira.

Se la missione di George Washington Carver fu educativa e pratica, quella di James Brandon Taylor è musicale ed ideale e forse oggi c’è più bisogno di quest’ultima che della prima. Parte lento, con l’andatura di chi vuole andare lontano, il carro di Brandon; Jesup Wagon inizia con un solenne e malinconico solo di sax ed è proprio un “solo”, fino a quando la batteria “melodica” di Chad Taylor, come la definisce lo stesso Brandon, non introduce il resto della band e la porta al traino, per un ideale prateria musicale fatta di bordate di groove, magistralmente mescolate con qualche scorribanda free, ma senza mai perdere il senso della narrazione musicale. E di strada da fare ce n’è molta a cominciare dal brano successivo Lowlands of Sorrow, praterie di dolore appunto, quelle percorse dal carro di Carver e meravigliosamente raccontate, oltre che dal sax di Brandon, dalla cornetta di Kirk Knuffke. Anche Arachis ci parla di fatica, con un iniziale ritmo lento, quasi da marcia funebre, che si trasforma ben presto in un energetico ritmo da lavoro, con il sax di Brandon sempre affiancato dalla cornetta di Knuffke che sembra proprio diventare uno strumento di lavoro. Il precedente brano fitto e “dialogico” ci trasporta verso l’interlocutorio Fallen Flowers, fatto anche di piccoli rumori agresti e di sussurri melodici che sembrano nascere sotto l’implacabile sole del Sud. Come gli esperimenti e la trasmissione del sapere di Carver, Experiment Station si muove su di un piano dialettico e musicale molto denso ed intricato, facendo perno sempre sul confronto-scambio tra sax e cornetta, con un supporto articolato e multiforme della batteria e con il costante, oscuro, ma indispensabile lavoro del contrabbasso di William Parker, in bella evidenza nel finale del brano. Chiude l’album Chemurgy che in inglese, ma anche in italiano, sta ad indicare le sperimentazioni chimiche per lo sfruttamento del suolo. Anche qui l’alchimia di suoni (e qualche voce lontana), è poeticamente evocativa di quelle esperienze scientifiche ed umane che George Washington Carver portò nelle campagne dell’assolato Sud statunitense. Oltre all’ascolto, non basta pensare alla vitalità del jazz di Chicago e alla sofisticatezza di quello newyorkese per comprendere a fondo questo grande lavoro, ma occorre anche tenere ferma nella mente la condizione degli schiavi del Sud e l’operazione scientifico-umanitaria di George Washington Carver, un jazz programmatico che Duke Ellington avrebbe chiamato “poesie tonali”. Un tributo, musicale e poetico necessario per George Washington Carver, in questi tempi di nuovi schiavi e di nuovi schiavisti. Come ebbe a scrivere lo stesso Carver: “Se un uomo vuole tenerne un altro in un fosso, e vuol essere sicuro che ci stia, finisce che deve stare anche lui nel fosso come l’altro; quale vantaggio può trarne dal restare nel fosso anche lui?”


Tracklist:
01. Jesup Wagon
02. Lowlands of Sorrow
03. Arachis
04. Fallen Flowers
05. Experiment Station
06. Seer
07. Chemurgy