R E C E N S I O N E


Recensione di Simone Catena

Mood Valiant è il nuovo album per gli australiani Hiatus Kaiyote, la formidabile band nata nel 2011 a Melbourne, attraverso un percorso sperimentale sempre alla ricerca di sonorità nuove e corpose. Il loro viaggio affonda le radici nel soul/rhythm and blues d’impatto, che arriva dal passato e lascia un timbro ricercato. Dopo l’album d’esordio Tawk Tomahawk nel 2012, la band attira l’attenzione di grandi musicisti di spessore sulla scena underground come Animal Collective e Q-Tip. Infatti nel 2013 si confermano come miglior performance live, ricevendo il premio prestigioso del Grammy Awards. La loro consacrazione poi avviene con l’album Choose Your Weapon del 2015, dove la carismatica vocalist e chitarrista Nai Palm, mette in mostra tutte le sue doti artistiche e visionarie, per un genere interessante e dalle larghe vedute cosmiche. Con questo nuovo lavoro in studio prodotto per l’etichetta californiana Brainfeeder, la band sposta il suo sound in qualcosa di più commerciale, che tende al pop e alle diverse sfumature indie rock. Dietro tutta la produzione c’è anche il grande feeling del gruppo e un senso d’avventura incredibile, che lascia un ampio spazio anche a tematiche complesse. Impreziosito dagli archi stupendi di Arthur Verocai, compositore brasiliano che collabora in questo disco, per un groove solare e incendiario. L’album viene prodotto durante la pandemia e nonostante gli alti e bassi per far coincidere le fasi di registrazione, il risultato è eccellente, segnando un gusto personale nell’affrontare una sfida importante, in attesa di tempi migliori.

Dopo il breve intro malinconico di Flight of the Tiger Lily e il suo tappeto di archi struggenti, l’ambiente si colora subito con la seguente Slip Into Something Soft. Un brano leggero e sensibile con una breve durata, che si spalma sulla linea vocale meticolosa e delicata di Nai sopra il groove quasi bossanova a tinte soul jazz. Su Chivarly is Not Dead invece si inizia a fare sul serio, la struttura della composizione presenta un tempo irregolare, con l’elettronica di fondo e i virtuosismi notevoli della voce, sotto una batteria che si agita in modo impeccabile, insieme al giro di basso corposo e la sua tecnica slap da brividi. La canzone narra dei rituali bizzarri di accoppiamenti su lumache leopardo, che lasciano un aura incandescente, fino ad arrivare a cavallucci marini, che danzano in maniera delirante. And We Go Gentle, rallenta la sua corsa chiudendo il sogno dentro una scatola di cristallo e con tanta cura il mood dormiente della traccia si lascia andare nel silenzio. Invece sulle note di Get Sun, troviamo il musicista Verocai, che aumenta il valore del brano e le trombe nel bridge finale, sfiorano la follia su un luogo surreale e colorato. All The Words We Don’t Say è un’autentica jam infinita, dove il basso ovattato si incastra sul tiro quasi hip-pop della voce, avvicinando il brano a sonorità simili ai Morcheeba. Solo sulla chiusura i loop temporali geniali tornano alle vibrazioni soul più tecniche.

Rose Water è un altro esperimento fuori dal tempo, nato da un’idea del tastierista Simon Mavin, che con una cura maniacale apre orizzonti tribali, avvolti dal testo caldo e maturo. Il brano viene completato dal piano antico e particolare. Ora passiamo al primo singolo rilasciato il mese scorso Red Room, qui si percepisce tutta la qualità enorme di Nai come chitarrista e la delicatezza unica nel ritornello godibile e contagioso. Di questa canzone troviamo anche un videoclip suggestivo, diretto dal videomaker Tré Koch, che lascia quel tocco prezioso al lavoro.

Verso la chiusura ci soffermiamo su due tracce diverse e sperimentali. Sparkle Tape Break Up e Stone Or Lavender, che mettono ancora di più in risalto tutta la tecnica assurda di questo collettivo. Spaziando sui diversi generi, con una sicurezza invidiabile. Da notare anche le ritmiche, che in fase di registrazione, subiscono vari cambiamenti senza però mai perdere il punto di riferimento. Chiudiamo con una ballad dolce e delicata Blood and Marrow, su una linea di basso ipnotica di Bender e le percussioni di Perrin che esplorano paesaggi innevati con un tiro magnetico avvolti dal mistero. L’intero viaggio introspettivo della band è racchiuso in questa nuova opera stupenda e orecchiabile. Che lascia delle profonde emozioni, durante il suo passaggio cosmico e strumentale. L’obiettivo viene centrato alla perfezione, ed è quello di portare amore e conforto in tutte quelle persone che stanno affrontando questo periodo difficile.

Tracklist:
01. Flight of the Tiger Lily
02. Slip Into Something Soft
03. Chivarly is Not Dead
04. And We Go Gentle
05. Get Sun (feat Arthur Verocai)
06. All The Words We Don’t Say
07. Hush Rattle
08. Rose Water
09. Red Room
10. Sparkle Tape Break Up
11. Stone Or Lavender
12. Blood and Marrow