L I V E – R E P O R T
Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio
Tornando da Villa Arconati venerdì sera, mi domandavo in quanti in Italia possono considerarsi davvero rappers, nella reale accezione del termine; si contano sulle dita di una mano e quasi tutti affondano le loro radici nei primi anni ’90: Caparezza, gli Assalti Frontali, i 99 Posse, Frankie Hi Ngr Mc e di quelli di ultima generazione solo Rancore. Tra quelli citati mi ha sempre entusiasmato Frankie Hi Ngr Mc, al secolo Francesco Di Gesù, abile paroliere fin dal ’92 si è distinto per le tematiche politiche e sociali delle sue canzoni, restando così fedele alla missione originaria del movimento culturale che ha abbracciato. Non solo musicista, ma anche attore, fotografo, videomaker e scrittore, talmente fuori dalle logiche del mercato discografico, da crearsi una propria etichetta indipendente (Materie Prime Circolari) e sfornare solo due singoli negli ultimi cinque anni, Estate 2020 e Nuvole, senza dover necessariamente pubblicare album a scadenze prefissate. Una musica fatta di contaminazioni la sua, ed è per questo che il sodalizio con AlJazZeera, incontrato al Torino Jazz Festival, sembra la naturale evoluzione della sua carriera; al trio, composto da Manuel Pramotton al sassofono, Luca Mangani al basso e Donato Stolfi alla batteria si è aggiunto poi anche Giorgio Li Calzi alla tromba e al synth.

L’idea di mescolare le parole di Frankie con melodie jazz e orientali ha portato ad un esperimento ben riuscito, della durata di circa un’ora e mezza, sul palcoscenico della bellissima Villa Arconati di Bollate, dove da trent’anni si svolge un Festival che ha visto passare grandi nomi della musica internazionale e di cui potete ripercorrere le tappe assistendo alla mostra fotografica allestita per l’occasione. Il concerto inizia alle 20.00 precise, quando ancora il sole non tramonta, e si capisce subito che la formula funziona bene: jazz e rap si sposano alla perfezione essendo due generi popolari creati da autodidatti, che hanno attinto alle proprie storie per creare qualcosa di nuovo. Potenti sono le dissonanze in rima di Frankie, che negli ultimi decenni ha cantato e denunciato i peggiori vizi italici e, man mano che i minuti passano, ci ripropone tutti i successi del passato, da Libri di Sangue a Fight da Faida, brano del ’91 contro le mafie, con tanto di scacciapensieri siciliano e strofa in dialetto palermitano, da Faccio la Mia Cosa a Potere alla Parola. Rime che si intrecciano a suoni afroamericani, mediorientali, death metal e anche un pizzico di psichedelica acida proveniente dalla tromba e dal sintetizzatore di Li Calzi.

Superfluo dire che il momento più atteso è Quelli che benpensano, il brano più celebre di tutto il suo repertorio, tratto dall’album La Morte dei Miracoli del 1997, con il ritornello cantato allora da un giovane Riccardo Sinigallia, che all’epoca gli valse il premio di miglior canzone italiana e che denunciava tutta l’ipocrisia della nostra società. Sono passati oltre venti anni, ma non mi sembra sia cambiato molto…Tra un vecchio successo e l’altro, c’è anche il tempo di suonare Nuvole, ultimo brano del 2020, ispirato dalla reclusione forzata del lockdown e dalla conseguente depressione (“Fuori splende il buio/dentro vedo solo nuvole”) e proprio le nuvole si addensano su di noi, nonostante la piacevole serata, e dal cielo comincia a piovere a più non posso sugli strumenti, tanto che il bis dura giusto lo spazio di una canzone. Alle 21.30 siamo già sulla via del ritorno con i nostri pensieri, concerto breve, ma intenso, roba per palati fini perché Frankie, nonostante un breve passaggio con una major, resta un autore di nicchia, non per le masse che vivono di omologazione e questo spiega come mai, dopo il grande successo del 1997, sia un po’ uscito dal circuito mainstream (buon per lui visto l’andazzo del rap nostrano) e abbia preferito scrivere per altri o concentrarsi su nuovi progetti. Le prossime date saranno:
– 22 luglio – LOANO – Marina di Loano
– 19 agosto – MATTINATA – Mattinata festival














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