L I V E – R E P O R T – D A N Z A
Articolo di Annalisa Fortin
Il teatro riapre le porte al pubblico, presenta progetti futuri, ritrova la città. I mesi di giugno e luglio hanno visto gli spettatori di Vicenza coinvolti nel Festival “Danza in Rete”, alla sua quarta edizione, che si sta ampliando ogni anno di più territorialmente e artisticamente. Il progetto, messo in atto dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza già dal 2014, rappresenta un’esperienza significativa di sostegno alla creatività emergente. Tra i molti spettacoli ed eventi proposti, uno dei più attesi è stata la prima regionale di “Bayadère – Il Regno delle Ombre”, interpretato dal Nuovo Balletto di Toscana.
Pensata per un ensamble di talenti giovanissimi, la coreografia di Michele Di Stefano si presenta carica di suggestioni misteriose, sulle musiche originali, altrettanto oscure, di Lorenzo Bianchi Hoesch. Questa versione dell’omonima opera di Minkus (della quale riprende a tratti il leitmotiv), si discosta molto dalla leggendaria storia dell’amore impossibile tra il nobile guerriero Solor e la bellissima ballerina Nikiya, per fare riferimento invece a qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio reinventato con delicatezza e passione.

I giovani danzatori della compagnia diretta da Cristina Bozzoli, siano essi uomini o donne, danno prova di una bella padronanza tecnica e interpretativa. I passi e i passaggi tersicorei cuciti su di loro da Di Stefano sono belli, accattivanti, virtuosi e imprevedibili. È dal punto di vista coreutico, ovvero della danza corale, che forse la pièce crea troppa disarmonia in scena, confondendo a volte lo spettatore, sempre in attesa di un momento chiarificatore che però non arriva. I movimenti di insieme sono un po’ ripetitivi a volte. Analizzati invece sui singoli danzatori diventano impetuosi e densi, affatto scontati e colmi di energia. Forse in questo Regno delle Ombre l’idea era proprio quella di non proporre una soluzione, di non dare un senso compiuto e definito, ma di tenere il tutto sospeso in una nube di mistero.
Comunque sia, questa Bayadère convince. Convince sul fatto che andare a teatro sia necessario, vitale. Serve a far esplorare alla propria mente nuove direzioni, anche più sincere, come sinceri sono l’impegno e la verve dei danzatori del Nuovo Balletto di Toscana, a dimostrazione che il teatro è quel posto dove tutto è finto, ma niente è falso.




Photo Credit © 1,3,6 Roberto De Biaso – 2,4,5 Alice Mattiolo
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