R E C E N S I O N E


Recensione di Francesca Marchesini

Sonancy = the characteristic of being sonant [in italiano, sonorità]
(definizione estratta dall’English Collins Dictionary)

Sono passati più di trent’anni dall’uscita di A Gilded Eternity, terzo album degli inglesi Loop; dal 1990 si sono perse le notizie di questi rocker emblemi della scena post-psichedelica e pre-shoegaze, poi nel 2013 la notizia di un reunion tour e l’11 marzo è finalmente uscito Sonancy, quarto lavoro in studio del gruppo composto da Robert Hampson (voce e chitarra), Wayne Maskel (batteria), Hugo Morgan (basso) e Dan Boyd (seconda chitarra). I primi LP della band si intitolano Heaven’s End e Fade Out e vennero pubblicati rispettivamente nel 1987 e 1988 dopo una drastica trasformazione dei Loop; in realtà, a tutti gli album del gruppo inglese ha sempre lavorato una diversa formazione di artisti in cui l’unico elemento fisso resta il fondatore Robert Hampson.

Sonancy è un album distopico e nervoso che, secondo la descrizione che ne fa lo stesso Hampson – impegnato anche nella composizione e scrittura dei brani -, presenta un sound post-punk decomposto e mixato con influenze psichedeliche. Per quanto riguarda il titolo dell’album e quello delle singole tracce, Hampson è partito dalle proprie conoscenze in ambito scientifico per poi estrapolare e astrarre una serie di concetti; le liriche sono essenziali, a tratti incomprensibili o assenti, ma ciò che emerge (e deve emergere) è quella volontà di creare rumore, di essere disturbante, quella volontà che di fatti il termine Sonancy incarna.

Descrivere questo particolare album nelle sue singole unità e analizzarlo canzone per canzone risulta molto difficile. Nell’ascolto dalla prima traccia, Interference, all’ultima, Aurora, ci si ritrova immersi in un (quasi) ambient caotico in cui si riconosce un graduale e costante aumento della rabbia creativa. Sonancy dei Loop si manifesta come la realizzazione dell’effetto Stooges-incontrano-il-krautrock che Hampson & Co. hanno sempre desiderato ottenere. In questo viaggio sonoro, però, i Loop a tratti si perdono… non tanto in un’eccessiva cacofonia, che è effettivamente funzionale alla riuscita del disco, ma nella stessa essenza disturbante di Sonancy che rende difficile ascoltare l’album nella sua interezza a meno che non si amino intensamente pesanti riff di chitarra, distorsore e riverbero tipici dello shoegaze e tutto ciò che ci gravita intorno.

Tracklist:
01. Interference
02. Eolian
03. Supra
04. Penumbra I
05. Isochrone
06. Halo
07. Fermion
08. Penumbra II
09. Axion
10. Aurora