R E C E N S I O N E
Recensione di Giovanni Tamburino
Anche solo partorire l’idea di recensire, spiegare o persino comprendere la produzione di Giorgio Quarzo Guarascio, al secolo Tutti Fenomeni, richiede quella nemmeno troppo velata ironia verso il mondo e – forse soprattutto – se stessi che si potrebbe definire l’unica e sola cifra stilistica della produzione del celebre affiliato della Tauro Gang.
Scostante, annoiato, eccentrico, eclettico. Tutte e nessuna di queste definizioni si possono affibbiare al nuovo prodigio della musica italiana, sotto la bandiera dell’iconica 42 Records e la guida di un altro grande rivoluzionario del pop nostrano: Niccolò Contessa, aka I Cani.
Questo lungo preambolo ha probabilmente come principale scopo quello di una candida ammissione: non si può fare. Non si può pretendere di esaurire in una spiegazione qualcosa che ha come scopo proprio quello di fuggire da qualsivoglia classificazione o etichetta.
Ancora una volta, dopo l’incredibile successo di Merce Funebre, Tutti Fenomeni si prende gioco delle definizioni con Privilegio Raro, uscito per 42 Records e Epic Records Italy il 6 maggio scorso.

Un disco dove la parola, il gioco retorico, la chiacchiera e il sussurro sono un continuum che non dà tregua, che si burla dell’attenzione di chi ascolta, lasciandolo sempre perplesso su ciò che ha sentito, capito, percepito, intuito. Probabilmente nulla, sicuramente poco.
Giorgio prende arraffa a destra e manca, mastica, manipola distorce e raddrizza una mole di produzioni e materiali che lo hanno preceduto per poi scaraventarle in direzioni che non erano state pensate per queste, dalla PFM in Mister Arduino, alla canzone popolar-biascicata di A Roma va così, riprendendo i reportage di Pasolini in Vitaccia. Tutto passa attraverso le distorsioni di quello che è a tutti gli effetti un labirinto degli specchi musicato. Temi grandi che vengono minimizzati, l’insignificanza di ogni giorno che si fa monumento. Tutto distorto e, allo stesso tempo, portato sul medesimo piano.
Per la durata di un disco, alto e basso vengono rovesciati sullo stesso piano, non si riesce più a distinguere cosa sia bello, brutto, elevato o misero. Il filtro dissacrante di Tutti Fenomeni mira a chiarire un punto su tutti: non potete. Non potete imprigionarlo in una definizione, forse nemmeno per stabilire se possa definirsi effettivamente un artista.
Un lavoro che nel suo essere caotico cela una volontà e un ordine che non hanno interesse nell’essere catturati e svelati, come i trucchi di un prestigiatore.
Lui continua a prendersi gioco di tutti e di sé, in un gioco continuo tra confessione e parodia dove non si sa dove finisce l’una e inizia l’altra, dove un’amara risata e una sarcastica malinconia hanno lo stesso valore e tutto il contrario, in una cornice di suoni minimali e barocchi che fanno da baldacchino al trono reale dell’unico padrone di questo strano regno: il suo.
Tracklist:
01. La calunnia (intro)
02. Privilegio raro
03. Antidoto alla morte
04. Mister Arduino
05. Il grande Modugno
06. Vitaccia
07. A Roma va così
08. Cantanti
09. Non porto più la pena
10. Infinite volte
11. Heautontimorumenos
12. Addio
13. Porco (outro)
Foto © Ilaria Ieie
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