R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

A “Le ceneri di Gramsci”, la raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini, mi lega un ricordo molto personale che mi piace raccontare in questo commento. La prima volta ne sentii parlare dal mio professore di lettere al liceo artistico statale di Novara. Era il 1978 e il professore ci lesse alcune poesie della raccolta che ricordo distintamente: erano “Picasso” e, appunto, “Le ceneri di Gramsci”. Ne ho un ricordo vivissimo, anche se sono passati quasi quarantacinque anni. Ricordo il pomeriggio piovoso e il libro che teneva in mano il professore era tutto bagnato, tanto che lui lo asciugò con un fazzoletto. Il professore era Sebastiano Vassalli. Come potete immaginare sono ricordi difficili da cancellare e, come altrettanto potete immaginare, ritrovarmi a commentare questo magnifico lavoro musicale e vocale di Marco Colonna mi emoziona non poco. Le ceneri del mio tempo, è un disco edito dall’etichetta New Ethic Society, di una profondità rara, un raggio di luce di musica jazz, nel senso lato del termine, che scruta dentro la materia poetica di Pasolini. 

Il disco è composto da poesie tratte dalla raccolta e da testi, registrazioni, testimonianze vocali di Pasolini stesso. Che io ricordi solo un’altra musicista si era cimentata con “Le ceneri di Gramsci”, Giovanna Marini, la più grande compositrice ed interprete della canzone politica italiana, una composizione quasi polifonica, mentre qui ci troviamo di fronte ad un lavoro molto diverso: un collage sonoro di voci, impastato dalla musica di Marco Colonna ai clarinetti, Luca Corrado alla chitarra elettrica e Giulia Cianca alla voce, un’opera compiuta e incompiuta al tempo stesso. Compiuta perché formalmente ed eccezionalmente equilibrata nella giustapposizione tra musica, voce recintante-cantante e testi, incompiuta poiché volutamente non risolutiva e chiusa, ma che lascia alla nostra immaginazione e alla nostra intelligenza la possibilità di contestualizzare, anche nel nostro tempo, un pensiero come quello pasoliniano che sembra essere proprio senza tempo. Il “continuum” tra poesia, canto e testi-testimonianze è difficile da descrivere e sarebbe anche arbitrario darne conto operando delle scelte.

È un disco che va ascoltato, come si diceva una volta, in religioso silenzio. Va lasciato macerare nella nostra anima, così come va lasciato risuonare il commento sonoro di Marco Colonna, sempre in consonanza con i toni dei testi recitati o cantati dalla ispiratissima voce di Giulia Cianca. “Voi non dovete far altro che continuare semplicemente a essere voi stessi, il che significa essere continuamente irriconoscibili, dimenticare subito i grandi successi, e continuare imperterriti, ostinati eternamente contrari a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso, a scandalizzare, a bestemmiare…” scrive Pier Paolo Pasolini, con parole che travalicano i tempi e giungono a noi con la stessa freschezza di quando furono scritte. L’afflato sonoro del clarinetto di Marco Colonna, sembra proteggerle dal clamore dei nostri tempi banali, un clarinetto che mai si sovrappone ai testi, ma che sembra così essenziale da renderle ancora più profonde, forse profetiche. Qualche inserto rumoristico-elettronico della chitarra di Luca Corrado, soprattutto nella prima parte del lavoro, conferiscono una stridente contemporaneità alla voce solenne di Giulia Cianca. Non resta molto da dire, ma resta tutto da ascoltare e poi meditare su ciò che si è ascoltato.

Le Ceneri Del Mio Tempo BANDCAMP

Marco Colonna: composizione, direzione artistica, clarinetti, voce
Giulia Cianca:
Voice
Luca Corrado:
Chitarra elettrica

Tracklist:
01. Le Ceneri Del Mio Tempo