R E C E N S I O N E


Recensione di Giuseppe Grilli

A ottobre è uscito il nuovo album dei Dropkick Murphys, la celtic punk band americana attiva dal 1996, che mescola folk irlandese con sano punk rock americano; a molti boomers ricordano i Pogues, ma anche gli Stiff Little Fingers o The Real MacKenzies. L’undicesimo album dei Dropkicks Murphy (da qui in poi DKM), è un omaggio a Woody Guthrie il menestrello della working class americana. Il titolo prende il nome dal motto scritto sulla sua chitarra “This machine kills fascists”, con l’aggiunta di “Still”.
Con l’assenza temporanea del cantante Al Barr, il gruppo si è lanciato in un progetto che giaceva nel cassetto già da un pò di tempo: riprendere testi inediti di Woody Guthrie, dare un nuovo suono e farne un album.
Con l’aiuto della figlia, Nora Guthrie, il cantante/bassista/autore Ken Casey e gli altri membri della band, hanno potuto avere accesso all’archivio dei testi e scegliere tra diversi inediti.
Anche se, a dire la verità, nel 2004 i Dropkick Murphys avevano già cantato un altro inedito di Woody Guthrie: la famosa “Shipping Up To Boston” arrangiata in chiave celtic punk, il sound tipico della band.

This machine still kills fascists invece è un album principalmente acustico, dove i DKM giurano di non aver utilizzato alcun amplificatore per chitarra, ma anche se sono usciti dalla loro comfort zone, l’energia e la forza di questi attaccabrighe di Quincy (Boston) sprizza comunque da ogni brano. Come tutti i testi di Woody Guthrie, anche quelli dell’album riprendono le tematiche delle lotte sociali, dell’emarginazione, la ribellione e la voglia di riscatto. Arrangiati però in modo coinvolgente, per diventare degli inni da cantare in gruppo in transenna oppure come sing along in pub affollati.

L’album si apre con Two 6’s Upside Down, che è anche il primo singolo estratto, una ballata ruvida, è il lamento di un giocatore d’azzardo che si è beccato l’ergastolo (99 anni) per aver ucciso la moglie che lo aveva tradito.
Prosegue poi con Talking Jukebox, se i juke box potessero parlare: la realtà vista da un jukebox, gridata nello stile tipico dei DKM.
Ten Times More è cantata in uno stile tribale composta da robuste percussioni e cori di ragazzacci che contrastano fortemente con il brano che segue, Never Git Drunk No More, una dolce ballata in stile irlandese cantata in duetto con la country singer Nikki Lane, che non può non ricordare A fairytale of New York di Shane MacGowan e Kirsty MacColl.
Riprendono i sound tribali dei bodhran e delle chitarre nella rabbiosa All You Fonies, un pezzo di storia del cantautore americano composto nel 1944, che celebra la solidarietà dei lavoratori marittimi nella lotta per i loro diritti.
The Last One si apre con un’armonica che evoca per un attimo atmosfere di Springstiniana memoria, ma le diverse voci che ora si alternano o si uniscono in cori, ci riportano al sound a cui DKM ci hanno abituato.

Cadillac Cadillac, l’auto tra le più presenti nei pezzi di molti rockers (Springsteen, Clash, Stray Cats, etc.), è il soggetto di questo brano dai ritmi serrati, forse un po’ atipica per i DKM ma sicuramente coinvolgente.
On the waters are a’risin’, si alterna con un andamento più lento (ma non troppo), con aggiunta di tastiere che con il suo riff addolcisce l’atmosfera, è un altro brano biografico del passato di Woody Guthrie in marina durante la guerra.
In Where Trouble’s at esce fuori l’anima dei DKM, in un pezzo irish folk-rock. La voce solista seguita dai cori esprime attraverso le parole di Woody Guthrie la loro indole rissosa: “…sono nato la stessa notte nella quale sono nati i Problemi / I was born that same night Trouble was born”.
Chiude Dig a Hole, una canzone cantata e suonata alla Woody Guthrie, che ci rimanda ad un’America del secolo scorso alle presa con la seconda guerra mondiale: “Mr. Hitler, hai dichiarato una guerra alla zio Sam, è un boccone da masticare troppo grande per te”.

È un album che forse non piacerà a tutti i vecchi fans, ma dà energia. Da ascoltare per darsi la carica all’inizio della giornata o quando si avverte il bisogno di cantare a squarciagola e di pogare. Sicuramente sarà una pietra miliare nella discografia dei Dropkick Murphys. Raccomandato.

Tracklist:
01. Two 6’s Upside Down
02. Talking Jukebox
03. Ten Times More
04. Never Git Drunk No More
05. All You Fonies
06. The Last One
07. Cadillac, Cadillac
08. Waters Are A’risin
09. Where Trouble Is At
10. Dig A Hole

Photo © Dave Stauble