R E C E N S I O N E
Recensione di Andrea Furlan
“Il mio incontro con il blues ha avuto luogo molti anni fa, alla fine degli anni settanta, quando vidi per la prima volta in un piccolo cinema italiano The Last Waltz, il film d’addio di The Band e rimasi colpito dal carisma di Muddy Waters e dall’incredibile suono dell’armonica di Paul Butterfield” (Fabrizio Poggi)
L’ispirazione per Basement Blues, il 25° album di Fabrizio Poggi, è nata dopo aver ricevuto in regalo da Angelina, la sua compagna di vita, una perfetta riproduzione in miniatura della Big Pink (in bella mostra in copertina), la famosa casa rosa dove Bob Dylan e The Band si rifugiarono per registrare i leggendari The Basement Tapes.

Che Poggi sia uno dei più importanti bluesman italiani è noto a tutti, così come il suo standing internazionale, testimoniato dalle sue tournée americane e dalla collaborazione con alcuni dei più bei nomi del blues e del rock. Le sue opere gli sono valse, tra l’altro, una candidatura ai Grammy Awards, due ai Blues Music Awards e il premio Oscar Hohner Harmonicas. Tutto ciò è ben rappresentato dalle 13 tracce del disco, collezione di outtake, demo e registrazioni live che spaziano dal 2008 al 2015. Fabrizio ha fatto molto bene a mettere mano ai suoi archivi e a rendere pubbliche una serie di autentiche chicche che delizieranno sia i neofiti, che scopriranno così la straordinaria levatura dell’artista di Voghera, che i suoi più accaniti sostenitori, che inseriranno nello scaffale un’ora di ottimo blues.
Ce n’è per tutti i gusti, dai classici Precious Lord (Thomas Dorsey), Little Red Rooster (Willie Dixon), John The Revelator (Traditional), The Soul Of A Man (Blind Willie Johnson), Up Above My Head (Rosetta Tharpe), See That My Grave Is Kept Clean (Blind Lemon Jefferson) agli originali di Poggi Midnight Train, Your Light, Blues For Charlie, Boogie For John Lee Hooker, I’m On The Road Again e Hole In Your Soul. Una notevole carrellata di brani in cui svettano la voce ispirata di Poggi e la sua magica armonica, accompagnato dalla chitarra di Enrico Polverari, suo fido collaboratore, e da una bella sfilza di musicisti che negli anni lo ha seguito nelle sue evoluzioni con e senza i Chicken Mambo. Gli ospiti stranieri contribuiscono a rendere ancora più gustoso un piatto già saporito di suo: i nomi di Garth Hudson (The Band, ça va sans dire), Guy Davis e Ronnie Earle farebbero tremare i polsi a chiunque e la dicono lunga sul rispetto meritatamente guadagnato da Poggi negli USA.
Non si resta indifferenti alla classe e alla personalità di Fabrizio, impossibile non farsi contagiare dall’intensità e dall’eleganza di queste performance che abbracciano anima e cuore in una stretta appassionata. Fabrizio Poggi ha sempre confezionato progetti di elevata qualità, Basement Tapes non è da meno, anzi, è l’ennesima dimostrazione di quanto abbia saputo far suo il linguaggio universale del Blues e lo abbia declinato con l’autenticità degna dei più grandi!
Tracklist:
01. Precious Lord with Enrico Polverari
02. Little Red Rooster with Guy Davis
03. Midnight Train
04. John The Revelator with Garth Hudson
05. Your Light with Ronnie Earle
06. Black Cofee with Guy Davis
07. Th e soul Of A Man with Enrico Polverari
08. Blues For Charlie
09. Up Above My Head with Ronnie Earle
10. Boogie For John Lee Hooker
11. See That My Grave Is Kept Clean with Guy Davis
12. I’m On The Road Again with Enrico Polverari
13. Hole In Your Soul with Enrico Polverari
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