R E C E N S I O N E


Recensione di Elena Colombo

È possibile viaggiare ascoltando musica? Sì, secondo i Rumba de Bodas. Il nuovo disco della band bolognese, pubblicato con l’etichetta italo-tedesca Rubik Media, si intitola infatti Yen Ko, che in lingua Tai ghanese significa letteralmente “let’s go”: quale migliore invito per un viaggio musicale in giro per il mondo?
Prima di iniziare a preparare i bagagli, però, pianifichiamo il viaggio e conosciamo i nostri accompagnatori. I Rumba de Bodas sono una formazione jazz-afrobeat, attiva nel panorama della musica indipendente da ormai quindici anni, nei quali sono passati da otto a sette membri. Il loro talento gli ha permesso nel tempo di solcare diverse platee internazionali, tra le quali spicca la partecipazione alla Seoul Music Week.
Le sonorità del nuovo disco sono sfaccettate, multietniche e soprattutto coinvolgenti: ogni brano invita l’ascoltatore a lasciarsi andare alla vitalità della musica e a improvvisarsi ballerino. I fiati afro-funk, le percussioni e gli accompagnamenti elettronici si declinano diversamente nel disco, per formare un sound contaminato che punta a sorprendere chi ascolta. Abbiamo però anche due costanti che ritornano sempre, pur declinate in modo diverso: la voce di Rachel Doe, profonda e vibrante, e il ritmo incalzante che farà scatenare anche l’ascoltatore più timido.


Venerdì 3 marzo 2023, giorno di uscita di Yen Ko, è stata anche la data del release party che ha segnato l’inizio del loro tour mondiale. Partito dall’Estragon di Bologna, attraverserà Spagna, Germania, Inghilterra e Messico, per poi concludersi in Cile. Tanti luoghi del mondo, che rispecchiano la multiculturalità che ha sempre caratterizzato la band e che si può ritrovare anche nel nuovo disco. I brani sono infatti cantati in diverse lingue, tra le quali troviamo italiano, inglese, francese e portoghese. Tutti idiomi versatili caratterizzati da suoni morbidi, particolarmente adatti al cantato. Nel corso dell’album, le codificazioni linguistiche si alternano, intrecciandosi fra loro in modo armonico in un originale concerto di lingue.
Yen Ko sembra voler provocare l’ascoltatore a cercare di indovinare, a partire dai primi secondi di musica, in quale lingua sarà cantato il prossimo brano. Il quiz non è così semplice: mi ha sorpreso l’uso esclusivo dell’italiano in Isole, che inizia con sonorità elettroniche e un coro delicato ma vigoroso, seguito da una breve introduzione degli strumenti prima dell’arrivo della voce. Anche in High Life, dove si alternano le voci femminile e maschile in un allegro duetto, la lingua del cantato corrisponde a quella del titolo.
Tuttavia, non è sempre così. Ci sono brani i cui titoli sono in lingue diverse rispetto alle voci, come Krabu, letteralmente “Granchio” in giavanese, un omaggio all’Africa cantato in lingua inglese e accompagnato da percussioni vivacissime. Anche Kalahari rimanda al continente nero, dato che si tratta del nome di una regione dell’Africa meridionale pressoché disabitata. I tamburi iniziali, in questo caso, ci fanno intuire fin da subito un richiamo alla tradizione africana.
Troviamo infine canzoni in più lingue, come Todo Mundo, in apertura, che alterna portoghese e francese, che evoca – complici fiati e percussioni – un’atmosfera sognante e colorata, quasi ci si trovasse al tramonto in una spiaggia del Brasile. In Brasile io non ci sono mai stata, ma forse questa è la prova che la musica può far viaggiare davvero.

I Rumba de Bodas sono una formazione amante del ritmo e della gioia di vivere, come dimostrano anche i titoli dei brani: Fetes de Mouvements, ovvero festa dei movimenti, è caratterizzata da un sound che ricorda il reggae e che invita a cogliere il ballo come un momento liberatorio ed energico. Anche questa canzone alterna francese e inglese, e i suoni che la caratterizzano ricordano il reggae più scatenato. La composizione del brano è legata a un corso di danza africana per cui il bassista della band suona da diversi anni. L’ispirazione è giunta proprio tramite l’osservazione del movimento energico delle ballerine.

“Libre dans mes pas pour dessiner une image/ e peinsmon histoire/ Pour colorer ma vie, de fantasme/ J’ai appris à croire/ A retrouver l’espoir. (Libero nei miei passi per disegnare un’immagine/ Dipingo la mia storia/ Per colorare la mia vita, con la fantasia/ Ho imparato a credere/ Per trovare la speranza.)

I temi affrontati nell’album sono variegati, come i suoni che lo caratterizzano. Tra le note allegre della già citata Isole, per esempio, è possibile intravedere la tragedia della crisi migratoria del Mediterraneo, e di quelle “isole di uomini che lottano in cento, spezzati dal vento”. Riuscire a far ballare accennando contemporaneamente a temi così complessi e drammatici – e senza sfociare nella banalità – è certamente un pregio che hanno solo i grandi artisti.
Per quanto riguarda il significato, mi ha molto colpita anche I’m a Mess, una riflessione intima sull’individuo e le sue imperfezioni. Nella canzone emerge l’insicurezza di una persona che si rende conto di essere “un disastro”, perché tutto quello che fa è imbarazzante e sente la pressione della società (“Feeling super stressed”). Eppure, non si arrende, anzi, cerca di andare avanti e non mollare, tanto che la canzone risulta una forma di auto-incoraggiamento che sfocia in un’energica presa di coscienza: “Follow your voice. You can’t beat this motherfucking mess!”
Non si può concludere una recensione su questo disco senza menzionare Chale, singolo registrato in collaborazione con i Newen Afrobeat (originari del Cile). Un brano dinamico, fatto di suoni – e mondi – diversi che si incontrano lasciandosi andare a un ritmo afro-latino, che rappresenta pienamente lo spirito dei Rumba de Bodas. Come loro stessi affermano, nonostante fosse il primo incontro con i Newen Afrobeat, la lingua della musica li ha uniti fin da subito, rimuovendo ogni barriera. Sperando che il viaggio sia stato piacevole, vi auguro buon ascolto.

Tracklist:
01. Todo Mundo
02. I’m a Mess
03. Fête des Mouvements
04. Isole
05. Chale
06. High Life
07. Krabu
08. Kalahari

Photo © Daniele Poli