R E C E N S I O N E


Articolo di Sabrina Tolve

Esce oggi, venerdì 7 aprile, Stereo Mind Game, terzo disco dei Daughter (quarto, se si conta anche Music from Before the Storm, colonna sonora  di Life Is Strange: Before the Storm videogioco del 2017) e  primo in studio della band da sette anni a questa parte.
Molto è successo in questo periodo: la nomination al premio Ivor Novello nel maggio 2018, e soprattutto la volontà di fare cose diverse, che ha di fatto allontanato la band in una sorta di diaspora. Igor Haefeli si è trasferito a Bristol, mentre Remi Aguilella si è trasferito a Portland (Oregon). Tutti hanno lavorato a progetti indipendenti, compresa Elena Tonra che ha pubblicato Ex:Re nel novembre 2018. L’album è stato rivisitato e reinterpretato con l’aiuto della violoncellista Josephine Stephenson e del 12 Ensemble, e poi uscito nuovamente il 19 febbrario del 2021 come Ex:Re with 12 Ensemble appunto.

Nel frattempo, i Daughter si sono incontrati occasionalmente per scrivere insieme negli studi di Londra, Portland e San Diego: l’album è stato registrato in varie località tra cui Devon, Bristol e Londra in Inghilterra, San Diego in California, e Vancouver nello stato di Washington.
Queste lontananze e separazioni, le connessioni e le disconnessioni che queste mancanze comportano, sono centrali in Stereo Mind Game, nato infatti dalla relazione di Tonra con una persona incontrata a Londra, e lontano da lei un oceano. Lo sottolineo perché la figura letterale del mare si fa poi anche simbolica, e va ad abbracciare tutta una serie di distanze e divergenze che abbracciano la separazione dai cari dovuta anche alla pandemia, e al distacco da sé stessi.
A differenza degli album precedenti, Stereo Mind Game riesce ad essere meno cupo, con dinamiche più aperte e di più ampio respiro: alcuni dei dodici brani riescono a donare un’espressione diversa al gruppo stesso, che si apre a sperimentazioni senza però perdersi.
Resta quell’apparenza disperata che sussurra alla solitudine, ma c’è anche una sorta di compostezza naturale che affronta il dolore fissandolo, c’è un’accettazione matura del futuro e di quel che porterà, la consapevolezza di un supporto che allontana l’isolamento fine a se stesso. Ne è un segno anche la presenza di altre voci: quella di Elena non è sola, ma si poggia su una struttura composta dalle linee vocali di Haefeli, dal coro di 12 Ensemble su Future Lover e Neptune, dai nipoti di Tonra in Wish I Could Cross the Sea e infine la voce di un amico della band che racconta un sogno, Missed Calls.
Questi richiami rendono l’album reale e meno etereo, tentando di colmare vuoti e astinenze, e facendo entrare una bellezza che ha sapore di nuovo.
Questo approccio diverso permette ai brani di diluirsi in uno spazio fluido, restando però incisivi e mantenendo la loro straordinarietà.

Stereo Mind Game è impregnato di un dolore vivo, ma incapsulato in profondità nascoste sotto la superficie: un fiore essiccato che ricorda di essere cresciuto in una primavera, che segnala una fine e la sua autenticità. Come quello della copertina.

Tracklist:
01. Intro (0:56)
02. Be On Your Way (4:05)
03. Party (4:28)
04. Dandelion (3:52)
05. Neptune (5:26)
06. Swim Back (4:34)
07. Junkmail (4:06)
08. Future Lover (4:13)
09. (Missed Calls) (1:43)
10. Isolation (2:38)
11. To Rage (4:46)
12. Wish I Could Cross The Sea (3:39)

Photo © Marika Kochiashvili