R E C E N S I O N E


Articolo di Elena Di Tommaso

Essenziale (agg. m.s.) relativo all’essenza, sostanziale, fondamentale; est. che comprende solo ciò che è più importante e indispensabile.
È questo il primo aggettivo che raggiunge la mente nel tentativo di descrivere l’ultimo intenso lavoro di Marina Rei che prosegue instancabile un percorso in continua evoluzione e torna con un nuovo album di inediti dopo 6 anni dal precedente Pareidolia e dopo 25 dall’uscita del suo primo album in italiano.
Per essere felici è un disco molto personale che è stato registrato quasi interamente a casa dell’autrice capitolina, caratterizzato da una produzione pulita e tutto concentrato sulla scrittura, per soddisfare quell’esigenza di raccontarsi in maniera totalmente trasparente e sincera, senza giri di parole o sotterfugi.
Durante l’ascolto ciò che si para davanti agli occhi, anche se chiusi, è una carrellata di intime immagini che scorrono seguendo il personale fermento musicale dell’artista. Quest’ultimo è del tutto scevro da paletti che dettano confini e caratterizzato da quella autentica libertà di chi sceglie per sé, con la consapevolezza del proprio volere e con la maturità di chi sa assumersi i rischi attraversando strade inconsuete e poco battute, con la schiettezza e la trasparenza di chi non ha paura di raccontare sé stessa guardandosi da diverse angolazioni.

Un lavoro cristallino, che parte da un “io” profondo e che attraverso una scrittura efficace ed essenziale giunge diretta all’obiettivo, dipana la matassa dei sentimenti senza la pretesa di arrivare a soluzioni ma suggerendo piuttosto la via della semplicità e della verità, a partire dall’ascolto di sé. Nessuna sovrastruttura, nessun orpello, nessuna costrizione, solo l’io nudo e crudo che si esamina e si racconta, semplicemente.
La scrittura accorta e attenta si cala perfettamente nella struttura compositiva lineare e genuina delle 8 tracce che compongono un disco fresco e spontaneo. L’apertura è affidata a Ci penso a te, un brano delicato quanto prezioso, in cui è evidente la morbida influenza di Riccardo Sinigallia che la Rei definisce “il mio mentore” nei ringraziamenti, e che racconta di sentimenti irrealizzabili e di occasioni perse che il pensiero allevia. Mentre l’ultima traccia è Devo dirtelo (scritta a quattro mani con Tommaso Di Giulio) che parla di quei sentimenti granitici che non vengono scalfiti né dalla distanza né dall’impossibilità di un amore, lasciando una scia magica e sognante in quel “tururururu” che continua a risuonare nella testa anche quando termina la canzone… La prima e l’ultima sembrano legate in una sorta di composizione ad anello, probabilmente per la delicatezza che le accomuna. In mezzo c’è tutto il resto, l’altro pezzo di vita. Bellissimo è un tributo amorevole di una madre al proprio figlio, durante il complesso periodo della ricerca della propria identità tra confini e libertà, in cui il finale musicale sembra proprio incitare a tuffarsi in questa ricerca. Comunque tu è una dichiarazione d’amore contrapposta al sofferto e necessario distacco da una importante figura paterna, raccontata senza veli e in maniera assolutamente diretta, tanto forte da essere quasi disarmante. La title-track Per essere felici, in cui il basso è affidato alle sapienti dita di Gianni Maroccolo, è la sintesi di una eleganza autorale onesta e coraggiosa, che disegna il percorso musicale dell’autrice, fatto di passione e dedizione, di scelte difficili e coraggiose frutto di una evoluzione e di una crescita che l’hanno portata ad avere la consapevolezza di scegliere realmente chi essere, desiderando essere solamente sé stessa. Dimenticarci è il terzo singolo dopo Per essere felici e Comunque tu e suona come un invito a spogliarsi dell’inutile, dimenticare ciò che non serve, dimenticare addirittura chi siamo per ricominciare daccapo, dall’origine, dall’ingenuità di un sorriso. L’occasione per conoscerci meglio è una resa dei conti col tempo che passa mentre Averti è come avere paura è il brano probabilmente più pop e fruibile dell’album che racconta del rischio in amore di perdere tutto, anche la paura di amare.
L’autrice forgia la sua creatura mettendo in campo oltre all’arte compositiva e alla voce, anche le sue doti di polistrumentista suonando il piano, il basso, la chitarra e l’immancabile batteria. Si avvale di grandi collaborazioni affidando la produzione e gli arrangiamenti a Matteo Scannicchio, il missaggio e la masterizzazione alle sapienti mani di Daniele Sinigallia. Chiama a raccolta diversi artisti a nutrire la parte squisitamente musicale: Giorgio Maria Condemi alle chitarre, Gabriele Lazzarotti ai bassi (e Marok in Per essere felici), Andrea Ruggiero ai violini, Flavia Massimo al violoncello.
Il risultato è un prezioso cantautorato frutto di scelte mature e consapevoli, influenzate probabilmente da un ultimo periodo costellato di concerti e dell’affetto dei fan (vecchi e nuovi), nonché dall’ultimo tour con un musicista dalla rara sensibilità come Paolo Benvegnù (con Canzoni contro la disattenzione).
Si tratta di un lavoro intenso, schietto, diretto, sincero ed esaustivo nella sua sorprendente essenzialità.
A chi non capita di smarrire la percezione di sé, in una vocazione continua del perdersi?!… questo disco aiuta a riscoprirsi, ad imboccare la via della verità per scegliere alla fine chi si vuole essere davvero.

Tracklist:
01. Ci penso a te
02. Bellissimo
03. Per essere felici
04. Comunque tu
05. Dimenticarci
06. Averti è come avere paura
07. L’occasione per conoscerci meglio
08. Devo dirtelo