R E C E N S I O N E


Articolo di Cristiano Carenzi

L’attesa per il quarto capitolo del duo americano è stata più ampia del solito, quattro anni dall’ultimo disco, eppure dopo averlo ascoltato possiamo affermare tranquillamente che non sia stato un problema. Ci sono tantissime cose che si possono dire su questo album ma la prima che va sottolineata è sicuramente che è uscito nel momento giusto. Certamente il più politico tra tutti i loro album esce in un momento in cui le manifestazioni invadono le strade degli Stati Uniti (non dico altro perché immagino che già tutti siano informati). Evidentemente c’è dietro un lavoro di anni, non è stato certo scritto guardando ciò che accade in questi giorni, però accompagna la realtà perfettamente anche se, per capirlo a pieno, soprattutto per chi non mastica perfettamente la lingua come me, ci vorrà ancora un po’ di tempo.

Sulla maggior politicizzazione dei testi legata alle questioni attuale non voglio aggiungere altro poiché non è una situazione facile che si può esaminare qua ma riporto giusto i versi più iconici che ho trovato: “And your country gettin’ ran by a casino owner, pedophiles sponsor all these fuckin’ racist bastards, and I told you once befo’ that you should kill your master, now that’s the line that’s probably gon’ get my ass a-assassinated”.

Concludo semplicemente dicendo che quando la buona musicalità viene accompagnata da una lucida critica sull’attualità non può che rendere il tutto più interessante (vedi l’ultimo singolo di Lil Baby riguardante il movimento BLM o l’intera carriera di Kendrick Lamar) e su questo i Run The Jewels sono sempre stati una sicurezza, bilanciando perfettamente l’arroganza tipica del genere e riflessioni più studiate.

L’altra caratteristica che spicca è un ampio citazionismo della cultura black e dell’immaginario hip-hop in generale, maggiore anche rispetto ai precedenti, dove comunque non mancava. Troviamo ad esempio vari riferimenti a Nas, N.W.A., Beastie Boys, Ol’ Dirty Bastard e altri. Oppure a film cult come Scarface e Goodfella’s nel brano Out Of Sight (“Sosa was my hero, homie, Tony’s just a fuckin’ Hossa” e “Our attitude and latitude is “Fuck you, pay me”). Ciò non vale solo per la dimensione testuale ma anche per quanto riguarda la scelta dei sample. Le sonorità del disco sono ovviamente quelle più classiche del rap, ma non manca quel pizzico di azzardo che forse scarseggiava negli altri dischi. Magnifica la conclusione di sette minuti che sfocia da metà in poi in un assolo di sax, ma anche la trovata più RnB grazie al ritornello di Mavis Staples.

Ovviamente sono presenti anche i classici suoni boom-bap (ad esempio in JU$T con Pharrel Williams e Zack de la rocha). Tra tutti, i due episodi che ho apprezzato maggiormente sono stati la già nota ooh la la e holy calamafuck. La prima per il ritornello geniale in cui è stato utilizzato il sample di Greg Nice in DWYCK, prodotta da Dj Premier (infatti risultano entrambi come featuring). La seconda invece è una two part song nella quale mi ha colpito maggiormente la seconda delle due parti poiché i suoni scelti sono decisamente più contemporanei e il duo di rapper dimostra comunque di saperci fare (non che avessi dubbi).

Per riassumere, è un disco rap al 100%, ma non per questo manca di coraggio anzi, sono state trovate ottime soluzioni capaci di riallacciare l’attenzione dell’ascoltatore. In conclusione, per quanto mi riguarda, posso dire che questo è sulla carta il disco che non farebbe per me, come pure i tre precedenti. Io sono di un’altra generazione e per quanto molti ancora abbiano da ridire sul genere mi ritengo assolutamente fortunato di essere stato abituato ai suoni della trap. Questo però è il quarto disco dei Run The Jewels che mi piace e c’è poco da fare: scrivono bene, suonano altrettanto e ti fanno amare questa cultura e tutto quello che c’è stato prima, facendoti anche scoprire sample che magari non avevi in mente, dunque anche questa volta bisogna fare i complimenti a El-P e Killer Mike.

Tracklist
01_ Yankee And The Brave (Ep. 4)
02_ Ooh LA LA (feat. Greg Nice & DJ Premier)
03_ Out Of Site (feat. 2 Chainz)
04_ Holy Calamafuck
05_ Goonies vs. E.T.
06_ Walking In The Snow
07_ JU$T (feat. Pharrell Williams & Zack de la Rocha)
08_ Never Look Back
09_ The Ground Below
10_ Pulling The Pin (feat. Mavis Staples & Josh Homme)
11_ A Few Words For The Firing Squad (radiation)