R E C E N S I O N E
Articolo di Manuel Gala
Avere un bravo cantante come frontman non é sempre sinonimo di successo… ma averlo con una voce che unisce 3 mostri sacri come Buckley, Bellamy e Yorke, allora molto probabilmente sì. È il caso di Conor Mason, leader dei Nothing but Thieves, nato nel 1992 a est di Londra, e indirizzato dal padre a prendere lezioni di canto, mentre tutti i suoi coetanei si dirigevano in massa verso la chitarra elettrica. E meno male che il ragazzo ha ascoltato e seguito le orme del padre! La timbrica e gli acuti ne fanno una voce speciale e ricercata, pronta per una grande band e per calcare i palchi del Regno Unito. Fu così che nel 2012, il gruppo muove i primi passi sfornando un EP dietro l’altro, riscontrando grande successo nelle radio. La Sony, fiutando il talento e l’affare, li mette sotto contratto e nel 2016 pubblicano il loro primo album omonimo, un capolavoro assoluto fra pezzi che ricordano i primi Muse e i primi Radiohead, un album che non stanca mai e che mette in evidenza lo stile e le capacitá enormi del frontman.
In UK sono pazzi di loro e le band più influenti del momento li portano in tour per aprire i loro concerti (Muse, Twenty One Pilots e Arcade Fire), facendo registrare un grande successo in giro per l’Europa ed incrementando la loro popolarità. Nel 2017 esce il secondo album dal titolo Broken Machine, un lavoro molto più personale e meno legato alle iconiche figure di band da cui attingere. Un album con picchi di rock come Amsterdam e ballate struggenti come Sorry, che danno ai Nothing la consapevolezza di essere cresciuti con le proprie gambe.
Ed eccoci in piena pandemia, che i ragazzi dell’Essex sfornano la loro terza perla dal titolo Moral Panic, per i fans impossibilitati a muoversi per andarli a vedere dal vivo. Si parte con Unperson, un pezzo di una energia pazzesca da far tremare i muri con un mix di sound che va dai Prodigy fino ad arrivare a sfiorare il metalcore. Is Everybody Going Crazy? è il primo singolo estratto dal nuovo lavoro, un pezzo perfettamente strutturato con una voce veramente smagliante, in forma come non mai. Il titolo rappresenta perfettamente ognuno di noi, in questo periodo di restrizioni e cambiamenti. Ascoltando le note di Real Love Song, a mio parere la canzone più bella ed emozionante dell’intero lavoro, tornano in mente i primi Killers di Hot Fuss e Sam’s Town, dove la voce penetra nell’anima fino a farti piangere. Il brano Phobia è un chiaro riferimento a Billie Eilish, che via via si trasforma in un riff clamoroso fra Queens of the Stone Age e Royal Blood… esilarante.
Il successivo brano, This Feels Like the End ricalca molto lo stile del fenomeno britannico Sam Fender, un pezzo rock abbastanza tirato con beat anni 80 e improvvisi rovesci di rock puro con la dolcezza che contraddistingue la voce di Mason. La ballad in grande stile Impossible chiude il cerchio di questo splendido album. Un pezzo che ricorda Sorry, una poesia in pieno stile rock ed un crescendo di sentimenti con archi, piano e chitarre che danzano all’unisono.
Non sono più i grezzi e spigliati ragazzi del debutto, ma sono cresciuti a livello di capacità tecniche e di mentalità artistica. Sono partiti da un banale garage nei sobborghi di Londra, con l’obbiettivo di fare qualcosa di nuovo e di stravolgere il mercato britannico… e hanno stravolto i nostri cuori e le nostre vite. Con una voce così…
TRACKLIST
01. Unperson
02. Is Anybody Going Crazy?
03. Moral Panic
04. Real Love Song
05. Phobia
06. This Feels Like The End
07. Free If We Want It
08. Impossible
09. There Was Sun
10. Can You Afford To Be An Individual?
11. Before We Drift Away
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