R E C E N S I O N E


Recensione di Simone Catena

Gli Hedvig Mollestad Trio, progetto esplosivo norvegese tornano di gran carriera sulle scene, con un evoluzione emotiva geniale, carica di maturità e impatto sonoro definitivo. Dopo il disco precedente Smells Funny che li ha consacrati nel panorama underground, su una buona dose di sperimentazione già affrontata negli esordi del lontano 2011. Sono pronti a rimettersi in gioco e, durante questo periodo strano da affrontare, la chitarrista Hedvig Mollestad Thomassen fondatrice del gruppo, si è cimentata con una carriera da solista con l’album di debutto Ekhidna. In questo nuovo e prezioso album Ding Dong You’re Dead, prodotto per l’etichetta Rune Grammofon, la band esplora un percorso fatto di jazz rock e tanta psichedelia, per un risultato finale da togliere il respiro durante tutta la sua durata.

Con l’apertura pazzesca di Leo Flash Return to the Underworld il tempo acido scandisce subito i colpi diretti e precisi di una batteria magnetica, che avvolge la chitarra incredibile dalle tinte progressive cavalcando un tappeto tecnico complesso. Nel bridge centrale il solo di chitarra accoglie un sound ruvido stile Jimy Hendrix periodo d’oro, fino alla conclusione devastante. A seguire il sogno aggressivo di All Flights Cancelled apre la sua strada su un riff spedito e energico, una tematica punk rock dal tempo irregolare, dove si incastra gran parte del lavoro cosmico della chitarra di Hedvig dal gusto virtuoso. La title track di questa opera invece è una suite molto lunga che viaggia in modo silenzioso su un ritmo tribale e impeccabile, creando una composizione preziosa e deliziosa. Sulla distorsione martellante di Glimbal il gruppo torna alle origini con un sound enorme quasi doom, per rendere omaggio alla monumentale band Black Sabbath, la chitarra impazzita va a spasso con la ritmica infernale del basso per poi rallentare all’improvviso fino all’atto conclusivo. Una delle tracce migliori per la qualità del suono messa in risalto. Magic Moshroom è un brano incandescente, dove ascoltiamo accenni di jazz fusion di pregevole fattura. La parte più importante viene messa alla luce dal batterista Ivar Loe Bjørnstad che si trova a suo agio su una struttura unica, accompagnato dal basso corposo. Il discorso acid rock continua sulle note incandescenti di The Art of Being Jon Balkovitch, una delle tracce più complicate di questo disco, che a lungo andare disturba l’ascolto sul vortice di suoni noioso. Chiudiamo con Four Candles, una sorta di ballata che nel suo crescendo sognante, aggiunge dei percorsi simili al genere post rock, mantenendo la sua forte impronta tecnica e misteriosa.
Ding Dong You’re Dead è senza dubbio uno degli album più ipnotici e dinamici del trio, che immerge l’ascoltatore in mondi distorti richiamando le sonorità anni 70. Un lavoro riuscito e ben studiato, che mette in mostra ancora una volta tutte le capacità infinite di questo interessante progetto.

 

Tracklist: 
01 Leo Flash Return to the Underworld
02 All Flights Cancelled
03 Ding Dong You’re Dead
04 Glimbal
05 Magic Moshroom
06 The Art of Being Jon Balkovitch
07 Four Candles