R E C E N S I O N E
Recensione di Claudia Losini
Un disco perfetto per “meditare, fare petting, leggere tarocchi”, dice Andrea Mangia, aka Populous, riguardo a Stasi, ma anche perfetto per ammirare il mare all’alba, guardare la luna dalla finestra la notte, aspettare silenziosamente un tram all’alba.
Questo è un album estivo, di quelle estati solitarie, che scorrono lente, che ti ricordano l’infanzia dove le lunghissime giornate venivano sostituite da altrettanto lunghe serate, quando il tempo rallentava quasi fino a una paralisi, e tutto era dilatato, sospeso, in attesa.
Stasi suona come le onde del mare che lentamente accarezzano i sassolini della spiaggia, riecheggia di campi di grano assonnati che ondeggiano sotto il sole cocente, ha il sapore del pomeriggio cittadino in pieno agosto, quando l’asfalto si bagna di arsura e la strada si trasforma in un mare.

Si potrebbe pensare che questo lavoro si allontani dalle sue precedenti produzioni discografiche, in particolare da W o da Night Safari, ma così non è. Per chi lo ha conosciuto ai tempi del glitch hop di Queue for love o di Quipo sa che il produttore ama la sperimentazione, i Boards of Canada, i Lali Puna e The Album Leaf, ed era quindi solo questione di tempo e di giusta ispirazione per riaprire il faldone della memoria sonora, addentrarsi in tutti quei dischi che lo hanno cresciuto come persona e come artista, tornare a quei suoni del primo periodo, e, come uno specchio che riflette i ricordi, proporre un tipo di sonorità più meditativa e concettuale.
Populous ci fa quindi ritornare a quei momenti di pura estasi e di pace interiore, a quella calma a cui non siamo più abituati, cresciuti in un mondo che vuole tutto e subito. Ci fa chiudere gli occhi e sognare quando da bambini ci stendevamo sui prati a contare le lucciole, immaginando le stelle e il futuro. Ci fa rimanere in ascolto, in un’epoca in cui ascoltare significa skippare ogni 30 secondi compulsivamente brani su brani, senza che rimanga nulla.
Stasi è un disco che accoglie, abbraccia e dona un piccolo rifugio dalla vita contemporanea, ci fa riflettere e interiorizzare le nostre emozioni, e ci fa stare nel momento, nel qui e ora.
È un invito a concedersi una pausa dal mondo esteriore, per entrare in noi stessi e, per quasi un’ora, smettere di pensare e cominciare a immaginare.
E per chi volesse, Populous ha creato un unico video di tutto il disco, includendo una coreografica scaricabile, per poter meditare a tempo di musica:
Tracklist:
01. Orizzonti bagnati dell’Adriatico
02. Pietre roventi
03. L’architettura del mare
04. Luna liquida
05. Sentiero luminoso
06. Vita lenta
07. Meditazione urbana
08. Stasi
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