R E C E N S I O N E
Recensione di Mario Grella
Reciprocity di Maria Grand è uno di quei dischi di cui è talmente difficile scrivere, che sembra facilissimo farlo, secondo la nota teoria per cui gli opposti si attraggono. In realtà non si tratta di una battuta, ma di una considerazione ponderata. La sua voce sembra provenire in linea diretta da quelle sperimentazioni degli anni Settanta e oltre, che mescolavano acrobatici vocalismi con atmosfere folk malinconiche e solinghe, mentre l’altra componente forte di questo bellissimo lavoro è il suo sax, e basta ascoltarla in questo duplice aspetto nel pezzo di apertura, il poeticissimo Creation: the Joy of Being per rendersene conto. Il titolo allude, non troppo velatamente, alla gioia di “essere”, ma anche a quella di concepire la vita, in considerazione che tutto il lavoro è venato da questa gioia profonda, quello di diventare madre e di sentire crescere la vita “nel” e “grazie” al proprio corpo. Non ne fa mistero la stessa musicista mostrandosi in una fotografia in “stato interessante” ed in compagnia del suo strumento e facendone cenno nelle note che accompagnano l’uscita del lavoro per l’etichetta Biophilia Records.

Dove il sax gioca un ruolo preponderante come in Whabri, in Creation: Ladder of Swords o magari in Now, Take, Your, Day siamo sicuramente in presenza di qualcosa di atteso, una ricerca ponderata, senza esasperazioni, sempre in un solco di una presenza vigorosa del sax, ma senza particolari sorprese sonore, un jazz robusto, senza fronzoli, molto modulato sullo strumento e con qualche pregevolissima sperimentazione ben calibrata come in Creation: Welcome. Quando però Maria Grand, ci mette la voce, allora qualcosa muta, nelle melodie, nelle sonorità e nell’atmosfera (possiamo dire nel “mood”?). In Prayer per esempio, dove la voce è spesso dissonante e fende, come una lama, il velo di melodie consolatorie per consegnarci una “preghiera laica” piena di afflato poetico, veicolato sulle corde del basso acustico di Kanoa Mendenhall e sulle percussioni dalle tinte tenui di Savannah Harris (in alcuni pezzi anche voce). Così come nel magnifico mosaico sonoro e vocale di Fundamental Pt II chiuso dalla calda tonalità della voce di Maria.
Nata in Svizzera (da madre svizzera e padre argentino), newyorkese di adozione, Maria Grand oltre alla composizione e al sax, si dedica anche alla attività didattica e tiene seminari in Europa e negli Stati Uniti e forse non è un azzardo dire che questa sua poliedrica attività lascia una traccia nella sua musica, così come l’aver voluto sottolineare che il disco è stato concepito parallelamente al concepimento di una vita umana, (“Pensavo di partorire lui, ma lui ha partorito me”, ricorda Maria), tutto ciò dà la misura dello spessore di questa musicista e di questa donna.
Tracklist:
01. Creation: the Joy of Being
02. Whabri
03. Creation: A Home In Mind
04. Fundamental Pt. I
05. Fundamental Pt. II
06. Creation: Ladder of Swords
07. Prayer
08. Creation: Interlude
09. Now, Take, Your, Day
10. Creation: Superbear
11. Creation: Matrescence
12. Canto Manta
13. Creation: Welcome Starseed
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