R E C E N S I O N E
Recensione di Aldo Pedron
Due artisti, musicisti, compositori di ottima levatura, impegnati in vari progetti ed incisioni.
Emanuele Sartoris unisce un’intensa attività concertistica a quella didattica, dai seminari fino all’insegnamento presso il Conservatorio di Torino ed approdato alla musica jazz frequentando seminari di improvvisazione e orchestrazione fino al diploma e la Laurea in Composizione ed Orchestrazione Jazz sotto la guida di Dado Moroni. In questo periodo è impegnato discograficamente in tre progetti con il chitarrista Maurizio Brunod nel suo Ensemble dove è presente anche Daniele di Bonaventura, in Woland disco del quale è co-firmatario insieme al percussionista Massimo Barbiero e la violinista Eloisa Manera e un disco a 4 mani con il pianista classico Massimiliano Gènot dal titolo Totentanz-Evocazioni Lisztiane. Emanuele Sartoris è un attivissimo pianista oltre ad essere protagonista del programma Nessun Dorma della RAI con l’ensemble Night Dreamers.
Daniele di Bonaventura nato a Fermo nelle Marche, compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista. Una formazione musicale di estrazione classica (diploma in Composizione) iniziata a soli 8 anni con lo studio di pianoforte, violoncello, della composizione e della direzione d’orchestra. Ha suonato nei principali festival italiani ed internazionali. Nel 2014 ha collaborato alla colonna sonora del film Torneranno i prati diretto da Ermanno Olmi. A Marzo 2015 ha pubblicato un CD in duo con Paolo Fresu sempre per la ECM intitolato In Maggiore e in contemporanea il film-documentario Figure musicali in fuga del regista Fabrizio Ferraro in cui vengono ritratti i due musicisti durante la sessione di registrazione a Lugano insieme a Manfred Eicher. Al suo attivo più di 90 dischi con svariate etichette ed edizioni.
Questo nuovo progetto invece è un disco interamente dedicato ai notturni e alle sue atmosfere rarefatte, brani originali firmati da Emanuele Sartoris e Daniele di Bonaventura.

Un omaggio con una lettura assolutamente personale e moderna del celebre notturno Op. 9 N° 1 e 2 al grande compositore polacco Frèdèric (Fryderyk) Chopin (1810-1849). Un genere musicale che ha raggiunto il suo apice nel XIX secolo proprio con il genio di Chopin Emanuele Sartoris firma alcuni brani come La volta celeste (Notturno Op Nr. 1) di oltre 4 minuti, Le terre oniriche (Notturno Op Nr. 2) di oltre 7 minuti, Sancta Sanctorum (Notturno Op 4 Nr. 5) e La fine dei tempi (Notturno Op 4 Nr. 6) di oltre 7 minuti. E. Sartoris e D. Di Bonaventura assieme a 4 mani firmano l’iniziale Notturno Impromptu (Notturno Op 9 Nr. 1) e la finale Notturno Impromptu II (Notturno Op 9 Nr. 2). Daniele di Bonaventura pianista e compositore raffinatissimo ha invece interamente firmato e composto l’originale Notturno d’inverno.
Un pregevole lavoro a cavallo fra la musica classica, il jazz e l’improvvisazione che nasce dall’incontro del suono colto ed elegante del pianoforte di Emanuele Sartoris, esponente di spicco del cosiddetto Third Stream (terza corrente, un termine coniato nel 1957 dal compositore Gunther Schuller per identificare un genere musicale nato dalla fusione tra jazz e musica classica) unito al lirismo raffinato e sapiente del bandoneon di Daniele di Bonaventura, uno dei maggiori interpreti europei dello strumento.
Notturni rimanda assolutamente a Chopin, ad un pianoforte che sembra cantare melodicamente e il respiro del Bandoneon, dalla tensione del suo mantice, dal suono prolungato del tasto, che arriva all’anima. Un viaggio ed un cammino nel vissuto della musica a cui si aggiungono le improvvisazioni e l’ispirazione dei due formidabili e coraggiosi musicisti che hanno il talento sincero per avvicinarsi nella magica atmosfera dei Notturni.
Notturni tecnicamente è un album che contamina due generi musicali distanti, quasi opposti come la musica classica e il jazz. Contaminazioni invece che permettono di riproporre in vesti nuove e affascinanti il repertorio classico e nel contempo sperimentare nuove vie compositive.
Una musica coinvolgente, che non passa inosservata, fra romanticismo e tango, classica, blues e jazz, ma che mantiene sempre una sua coerenza, frutto anche della bella empatia fra i due. Un disco di grande atmosfera che passa in rassegna i sogni romantici ottocenteschi con qualche elemento nuovo introduttivo. Un album che vi piacerà sicuramente con le sue atmosfere dilatate se amate jazz, classica o anche musica folk, ottimo ponte e trait-d’union verso tradizioni e generi assai differenti.
Tracklist:
01. Notturno impromptu I
02. La volta celeste
03. Le terre oniriche
04. L’aurora
05. Notturno d’inverno
06. Il plenilunio
07. Sancta Sanctorum
08. La fine dei tempi
09. Notturno impromptu II
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