R E C E N S I O N E
Recensione di Elena Di Tommaso
Un breve viaggio introspettivo, ricco di stile e suggestioni, in cui la scoperta di se stessi svela un’alternanza – spesso incostante – di luci ed ombre. Un percorso esistenziale necessario e in continuo divenire che, in un clima di incertezza e smarrimento, porta ad aggrapparsi a quel briciolo di consapevolezza in grado di rischiarare lo sguardo e la percezione di sé. Nel nuovo Ep Where Will You Go, Nina? uscito il 30 ottobre in formato vinile 7” e in digitale con l’etichetta inglese Endless Groove, la songwriter e polistrumentista Marianna D’Ama mette a nudo i propri turbamenti e, ora che è adulta, si pone alla ricerca di una via verso la spensieratezza dove poter condurre, o meglio, farsi condurre dalla piccola “Nina” (soprannome con cui viene chiamata sin da bambina).
La cantautrice, dopo la collaborazione con alcune band, debutta nel 2018 con l’autoproduzione di Lip, un Ep dalla forte personalità che le vale l’accostamento ad un talento internazionale come PJ Harvey. Accanto a lei l’eclettico polistrumentista Davide Grotta, presente nella produzione e nella presentazione live. In assoluto spirito vintage, nel 2019 pubblica il 45 giri The Devil dal sapore glam-rock e con reminiscenze jazz-blues, prodotto dall’etichetta discografica Oh-No! Tapes Records di cui Marianna è co-fondatrice. Produce video per artisti del calibro di Xabier Iriondo (Afterhours), Marco Parente, Paolo Benvegnù, Enzo Moretto (A Toys Orchestra). Collabora come cantante con i newyorkesi The Du-Rites, l’italiano Stella Burns e, dal 2020, con il songwriter blues-folk italo-americano Joseph Martone, seguendolo nel suo tour in Francia, Spagna e Italia come tastierista, chitarrista, backing vocals e aprendo per lui diverse date.

Il quadro sonoro del nuovo lavoro della D’Ama disegna atmosfere in continuo movimento, capaci di descrivere luoghi interiori del tutto inconsueti, in cui i ricordi si sovrappongono generando disorientamento e inquietudine. Il racconto personale tiene unito un linguaggio più intimo a uno più audace, imbrigliati tra momenti di grande fragilità e altri di forza reattiva. Il riverbero di chitarra twang e farfisa, insieme ai raffinati arrangiamenti, genera sensazioni inafferrabili e sospese, avvicinandosi a sonorità desert rock con risvolti alla Ennio Morricone. La voce, suadente e lunare, traccia il cammino per un percorso personale e liberatorio, che passa necessariamente dall’analisi delle insicurezze più profonde, degli errori commessi e degli amori malati, delle paure e dei rimpianti.
Capofila dei quattro brani è March 1990 il cui video è stato realizzato da Diego Gavioli e pubblicato in anteprima il 20 settembre. La traccia, a partire da un’intima espressione della voce, acquista ritmo lentamente, si arricchisce di suoni e si schiude infine come un fiore, aprendosi tra synth e theremin. Scappare da una gabbia è il tentativo da fare, seppur tra innumerevoli paure e con l’animo volubile. Underwater racchiude una potente carica cinematografica che più si avvicina agli ambienti morriconiani. L’unica frase, pronunciata all’inizio del pezzo, lascia intravedere un bagliore di luce. In Island And Desert sembra di trovarsi nel bel mezzo del mare, sballottati dalle onde tormentate di un amore sbagliato, tra il senso di impotenza e un labirinto di paure, in cui a tratti emerge una forza inaspettata. Un crescendo accentuato dalla tromba di Davide Grotta. La chiusura è affidata a Dolls, un brano crudo dagli arrangiamenti sublimi, in cui si narrano momenti violenti di una relazione tossica tra possibili fughe e il timore di non farcela (“Baby, I’m pretty sure i’m gonna fall”).
Nella sua oscurità, Where Will You Go, Nina è un album che emoziona e lascia esposti, dando vita a un desiderio di esplorazione di sé e di consapevolezza, elementi necessari per non lasciarsi sopraffare dagli eventi rimanendone intrappolati. In tutti i brani c’è un filo conduttore, un rimando alla figura di bambina, quella piccola “Nina” che la Marianna adulta cerca di portare in salvo. Dove condurrà questo viaggio non è dato sapere perché una meta vera e propria ancora non esiste e dunque “dove te ne andrai Nina?” noi non lo sappiamo ma certamente continueremo a seguirti attraverso la musica di Marianna D’Ama che promette di portarci lontano.
Tracklist:
01. March 1990
02. Underwater
03. Island and desert
04. Dolls
*Recensione pubblicata in collaborazione con OndaRock
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