L I V E – R E P O R T


Articolo di Aldo Pedron e immagini sonore di Andrea Furlan

Un veneziano a Milano! Grandiosa e doverosa l’idea, il progetto di presentare un nuovo disco con tutte le canzoni di Ry Cooder ri-arrangiate meravigliosamente ed uscite a fine anno 2021 nell’album (CD) My Friend Ry di SirJoe Polito da Mestre (leggi qui la recensione) accompagnato da una band davvero eccellente a Milano! Un concerto coi fiocchi in un teatro, un gioiellino milanese di 280 posti a sedere. Organizzazione perfetta, massima professionalità ed un gruppo che accompagna Sergio Polito che ti lascia a bocca aperta. Diciamo quasi tutto perfetto se non fosse per la scarsa affluenza e naturalmente l’obbligo di green pass e mascherine anche durante le prove il tardo pomeriggio!

Ore 21 il sottoscritto ha presentato brevemente l’ultima fatica letteraria, il libro L’Onda sulla Baia – San Francisco: Sound, Poeti & Silicon Valley (Arcana Editrice) scritto a 4 mani con Maurizio Galli (assente in quanto il 19 marzo è la festa del Papà!). Chi ha nelle vene, nella mente o nel cuore la musica di San Francisco anni ’60 e oltre, la città capitale della Summer of Love e della Beat generation, dei poeti della beat generation Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, Neal Cassidy, Gregory Corso, la magnifica triade Jefferson Airplane, Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service di John Cipollina ma anche Moby Grape, Big Brother & The Holding Company con Janis Joplin, Country Joe & The Fish, It’s A Beautiful Day, Blue Cheer e molti altri, questo tomo fa per voi!

Nel libro direi sicuramente esaustivo (479 pagine) si parla di promoter come Bill Graham, Chet Helms, il movimento hippy, la lotta alla Guerra del Vietnam, il movimento di rivendicazione dei diritti delle donne, la free-clinic, i meravigliosi poster psichedelici dei Big Five: Rick Griffin, Victor Moscoso, Wes Wilson e Mouse & Kelley, fino ai giorni nostri e alla invenzioni all’Università di Stanford e di Berkeley e nella Silicon Valley. Tutto nasce lì …Steve Jobs, l’email, google, i circuiti integrati, i microprocessori, i floppy-disc, l’invenzione del personal computer, Apple, tablet, iPod, ecc. A San Francisco hanno inventato i blue jeans (Levi Strauss) fino alle più recenti scoperte: Uber, Twitter e gli Airbnb. Tutto nasce lì dicevamo nell’affascinante bay-area di San Francisco. Ry Cooder, di tutto e di più…l’uomo in questione dalla purezza artistica, è un esperto musicologo, archeologo dell’antropologia musicale, esploratore dalla ricerca etnomusicale, cantante, chitarrista, compositore, fine arrangiatore, produttore, scrittore, l’autore di colonne sonore da sogni, maestro indiscusso della chitarra bottleneck e della sua tecnica e probabilmente lo strumentista più ecclettico e poliedrico che il rock abbia mai prodotto.

Nel 2018 sul divano di casa Polito a Mestre gli ho proposto di fare un disco con le canzoni di Ry Cooder di cui lui come me è un fan sfegatato. Morale nel dicembre 2021 esce My Friend Ry e sissignori è un grande disco. Sergio Polito ha interpretato, cantato, ri-arrangiato e plasmato a modo suo una manciata di canzoni meravigliose che ora brillano e luccicano di luce propria. Nel disco appaiono una ventina di musicisti con alcuni pezzi da novanta come l’americano multistrumentista Jeff Pevar (ha suonato con David Crosby, CSNY e altri mostri sacri), il pianista e grande vocalist l’inglese Paul Millns, l’armonicista canadese Butch Coulter, Inger Nova Jorgenson (moglie di Jeff Pevar) e Matteo Sansonetto voce solista in Jesus On The Mainline.

La band andava vista e sentita dal vivo e posso dire che hanno brillantemente superato la prova. Una delizia sentire una formazione a sei davvero così incalzante, sorprendente, armoniosa, preziosa, variegata, pulsante. Il giusto gusto di una musica universale (come dice Beppe Gambetta in una canzone “La Nostra Musica”). Le canzoni spero le conosciate già, sono capolavori pescati da Ry Cooder non si sa dove, nei meandri dell’immenso patrimonio musicale americano, le cosiddette roots, le radici della musica. I linguaggi della musica popolare americana: folk, blues, gospel, rhythm & blues, soul, tex-mex, rock & roll, country, western-swing, bluegrass.

S’incomincia alle 21.30 con Vigilante Man meravigliosamente arrangiata da Carlo De Bei, imbattibile e preziosissimo nei suoi assoli di chitarra (un vero portento) e via via la Go Home Girl di Arthur Alexander, Across The Borderline composta da Ry Cooder, Jim Dickinson e John Hiatt nel 1982 così come Ditty Wah Ditty di Arthur Blind Blake nel 1929. Alcune canzoni degli anni ’20, 30 che ancora oggi sono splendide, piccoli gioielli che risplendono ancora 100 anni dopo!

How Can A Poor Man Stand Such Times And Lives? dal primo album di Ry Cooder del 1970 è di Blind Alfred Reed (1880-1956) musicista cieco di folk e old time-music di Floyd, Virginia che la incise la prima volta per la Victor il 4 dicembre del 1929. Alimony è sempre tratta dal primo album di Ry Cooder (1970) e va sottolineato, in evidenza in ogni brano ci sono il bravissimo armonicista Willy Mazzer, la sezione ritmica perfetta con il basso pulsante di Gianni Spezzamonte e Marco Campigotto alla batteria. Danilo Scaggiante si ritaglia momenti epici, un musicista eccelso e poderoso nei suoi assoli da pelle d’oca alternando sax contralto, baritono e tenore. A sorpresa in due brani Jesus On The Mainline e Tattler (la mia canzone preferita in assoluto) salgono sul palco la simpaticissima Veronica Sbergia dotata di una voce squillante e il maestro Max De Bernardi al mandolino e voce. In My Friend Ry il brano iniziale è Crazy ‘Bout An Automobile (Every Woman I Know) scritta da Billy “The Kid” Emerson, un cantante soul / rhythm and blues della Florida e una canzone da lui pubblicata su singolo nel gennaio del 1957. Qui dal vivo SirJoe Polito e la sua band consacrano una canzone stellare con tutti i santi crismi. The Dark End Of The Street firmata dal famoso binomio Dan Penn e Chips Moman incisa nel 1967 dapprima da James Carr e poi da Prince Buster e da Percy Sledge (tutte e tre nello stesso anno), è una delle più belle incisioni di Ry Cooder per un brano pubblicato in Boomer’s Story del 1972 e poi ripreso in seguito in Show Time del 1977 nella versione cantata. La performance di Sir Joe Polito (dal vivo la sua voce esce meglio che sul CD stesso) è sorprendentemente e piacevolmente reggata (nel disco invece come ospite appare alla batteria Graziano Guerriero già fondatore del celebre gruppo reggae-rock veneziano dei Pitura Freska (1987-2002). Splendide le versioni di Little Sister in chiave pop-soul e gospel scritta da Doc Pomus e Mort Shuman e portata al successo da Elvis Presley nel 1961 mentre Ry Cooder l’ha riproposta nell’album Bop Till You Drop del 1979.

Non mancano le sorprese e oltre ai 12 brani già incisi nel disco ascoltiamo ben tre inediti Smack Dab In The Middle, The Very Thing That Makes You Rich (Makes Me Poor) qui in una versione esaltante e riuscitissima e sul finale una entusiasmante Woolly Bully (garage-rock, tex-mex) di Domingo Samudio e i suoi Sam The Sham & The Pharaohs che la incisero nel 1964 come singolo e nel 1965 vendettero oltre 3 milioni di copie. È mancato il pubblico delle grandi occasioni che SirJoe e la sua band sicuramente meritavano in una serata piacevolissima con un grande concerto!