R E C E N S I O N E
Recensione di Andrea Notarangelo
Terror Twilight, parafrasando il titolo, rappresenta in tutto e per tutto il “Crepuscolo dei Pavement”. Ricordo nello specifico il momento storico dell’uscita, nel 1999 del quinto e ultimo album della band. Il canto del cigno. In un’intervista del periodo, Stephen Malkmus raccontava al giornalista il suo processo creativo e l’evoluzione dello stesso nell’arco della loro decennale carriera. Nella fattispecie, il genietto capostipite di tutta una serie di Nerd che sarebbero usciti fuori dal maelström creativo dell’alternative rock post anni ’90 disse che registrare un disco in quelle condizioni stava diventando troppo complicato. Quali erano le difficoltà? Tanto per cominciare la natura stessa della band. Quello che era nato come un progetto estemporaneo era ora un gruppo a tutti gli effetti composto da polistrumentisti talentuosi, pieni di idee, ma anche di impegni istituzionali. Essere bravi paga, ma porta con sé responsabilità. Correlato a questo aspetto non di poco conto vi era da aggiungere la distanza fisica dei membri della band, sparsi per gli States e l’avvento delle nuove opportunità dovute dal passaggio tecnologico in atto in quegli anni. Malkmus e soci stavano tentando di registrare le loro impressioni in file mp3, cosa mai provata sino ad allora, per poi scambiarsi gli stessi attraverso dei lentissimi download e sui quali ognuno degli altri, imprimeva il proprio contributo strumentale. Il processo si concludeva comunque in studio di registrazione perché ancora non si era preso atto del fatto che fosse possibile registrare tutto a distanza. Assieme a Nigel Godrich (il sesto Radiohead per intenderci), realizzarono pertanto l’ennesima magia.

Fu quindi il paradosso tecnologico che segnò la fine dei Pavement: partiti nel 1989 come un duo noise che registrava su cassettine canzoni talmente distorte da far impallidire i Sonic Youth, si ritrovarono nel 1999 a lavorare sul digitale, sulla pulizia del suono, assieme al miglior produttore discografico al mondo. Le intuizioni lo-fi di Malkmus e Scott Kannberg (aka Spiral Stairs), subirono una trasformazione in qualcosa di bello ma marcatamente hi-fi (situazione molto simile per certi versi a quella dei R.E.M., che però riuscirono a vendersi meglio e per molto più tempo).
Il manifesto iniziale fu tradito, ma al suo posto ottennero un disco eccezionale oggi oggetto di ristampa in versione espansa che corrisponde al titolo di Terror Twilight – Farewell Horizontal. A sorprendere è un’ulteriore dichiarazione rilasciata una decina d’anni dopo lo scioglimento della band, quando alla domanda su come mai, a differenza degli altri album, non era uscita una ristampa deluxe di questo disco, i Pavement, con molta naturalezza risposero: “è semplice. Non c’era abbastanza materiale per farla e il gruppo era ormai al capolinea”. La musica però, non va mai dimenticato, è qualcosa di affascinante anche quando è solo un bluff. Ed è così che alle prime note di Spit On A Stranger, ci ritroviamo catapultati in quel mondo colorato e pieno di intuizioni che fu il secondo estratto da Terror Twilight e che oggi viene riproposto anche in una bella riedizione EP. The Hexx, decima traccia, è una ballad notturna di rara intensità, nella quale la chitarra acustica e la voce lunatica di Malkmus dettano la linea. I contenuti extra interesseranno sicuramente i fan duri e puri. Se Shagbag è un piccolo strumentale futuristico che non lascia il segno, di tutt’altra caratura è la seguente Be The Hook, nella quale la somiglianza del cantato di Stephen Malkmus con il miglior Lou Reed solista è impressionante. Dopo alcuni demo ecco The Porpoise And The Hand Grenade, e Rooftop Gambler, due b-sides già presenti nel singolo del 1999 Spit On A Stranger che però non creano particolari emozioni e sconvolgimenti rispetto a quanto già proposto. Seguono Decouvert De Soleil (con un cantato alternato inglese e francese), Your Time To Change e Stub Your Toe, presenti all’epoca nel Major Legue EP e che non avrebbero sfigurato in Terror Twilight. Soprattutto la seconda, di Beatlesiana memoria, e la terza, caratterizzata da una batteria cadenzata e una melodia assassina retta dalla chitarra solista. Unico vero “inedito” del lotto è For Sale! The Preston School Of Industry, una canzone dall’incedere kraut rock risalente al 1997 e nata quasi come per scherzo, per illustrare il processo creativo della band. “Scherzo”, per l’appunto, potrebbe essere questa una buona parola per definire la musica di un gruppo che non si è mai preso troppo sul serio. Tornando poi all’album in sé, il primo singolo che venne scelto allora fu Carrot Rope, ultima traccia del disco e che porta con sé una malinconia creata non tanto da un addio, ma dal pensiero di ciò che è stato e per come noi ce lo ricordiamo e lo elaboriamo. La melodia ci fa pensare a cosa siamo in grado di fare e ad interrogarci se è arrivato il momento di rinunciare alla spontaneità a favore della tecnologia imperante, che rimedia ad errori in maniera pressoché chirurgica, ma rende l’artefatto sterile e privo di immediatezza.
La chiave è proprio questa, Terror Twilight è il disco dell’equilibrio, di qualcosa che i Pavement avrebbero potuto riprodurre all’infinito diventando forse i nuovi Wilco, o sostituendo i R.E.M. nel cuore di milioni di fan. Ma l’onestà intellettuale li ha condotti alla decisione di lasciare una scia, e come una cometa, hanno optato per un suicidio contro il sole, nel quale l’esplosione creativa ci ha consegnato nient’altro che dischi perfetti nel loro genere.
Tracklist:
CD1
01. Platform Blues
02. The Hexx
03. You Are a Light
04. Cream of Gold
05. Ann Don’t Cry
06. Billie
07. Folk Jam
08. Major Leagues
09. Carrot Rope
10. Shagbag
11. Speak, See, Remember
12. Spit on a Stranger
CD2
01. The Porpoise and the Hand Grenade
02. Rooftop Gambler
03. Your Time to Change
04. Stub Your Toe
05. Major Leagues
06. Decouvert de Soleil
07. Carrot Rope
08. Folk Jam Moog
09. Billy
10. Terror Twilight (Speak, See, Remember)
11. You Are a Light
12. Cream of Gold Intro
13. Cream of Gold
14. Spit on a Stranger
15. Folk Jam Guitar
16. You Are a Light
17. Ground Beefheart (Platform Blues)
18. Folk Jam
19. Ann Don’t Cry
20. Jesus in Harlem (Cream of Gold)
21. The Porpoise and the Hand Grenade
22. Spit on a Stranger
23. Be the Hook
24. You Are a Light
25. Terror Twilight (Speak, See, Remember)
26. Rooftop Gambler
27. For Sale! The Preston School of Industry
28. Frontwards
29. Platform Blues
30. The Hexx
31. You Are a Light
32. Folk Jam
33. Sinister Purpose
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