R E C E N S I O N E


Recensione di Francesca Marchesini

Lookout kid, trust your mind
But you can’t trust it everytime
You know it plays tricks on you
(Arcade Fire, Unconditional I, 2022)

WE è la consacrazione dell’incontro con l’altro. WE è l’essenza degli Arcade Fire. In questo LP, il gruppo canadese indie rock con velleità art pop riassume ventuno anni di carriera riproponendo le svariate forme che il sound della band capitanata da Win & Régine ha assunto in tutto questo tempo. Il nuovo lavoro in studio degli Arcade Fire è composto da sette brani divisi in due sezioni, I e WE, che segnano il passaggio tematico dall’oscurità della solitudine allo splendore del contatto.

L’uscita di WE è stata anticipata da due singoli – tre se si frammenta The Lighting nelle parti I e II – e dalla notizia dell’abbandono del gruppo da parte di William Butler (fratello di Win) a fine produzione del disco. Entrambi i brani rientrano nella seconda sezione dell’album; se Unconditional I (Lookout Kid) nasce dalla volontà di un padre di preparare il figlio alla alle gioie e ai dolori – entrambi necessari – della vita, The Lightning I, II riconnette musicalmente gli Arcade Fire ai precedenti Funeral (2004) e The Suburbs (2010), centrando in pieno il focus di WE: ogni incontro e ogni avvenimento passato hanno uno scopo, per quanto ignoto. Nella seconda sezione dell’LP sono presenti anche Unconditional II (Race and Religion), cantata principalmente da Régine Chassagne e dalle sonorità dance rock, e la title track.

La prima sezione dell’album indaga invece il tema dell’isolamento con le due tracce intitolate Age Of Anxiety (sempre classificate in I e II); l’apertura del disco crea un ponte musicale con la post-disco di Everything Now (2017) attraverso il quale parte un viaggio alla riscoperta di tutta la discografia degli Arcade Fire, tra l’approvazione di David Bowie e la delicata attenzione alla psiche umana. Ed è proprio con un riferimento al Duca Bianco, con cui il gruppo canadese aveva collaborato all’epoca di Reflektor (2013) – David Bowie aveva prestato la voce per registrare i cori della title track – che si chiude la prima sezione del disco… ovvero con una End Of The Empire I-IV che tanto deve alla canzone All The Young Dudes.

WE non è sicuramente il titolo migliore all’interno della discografia degli Arcade Fire, non ha la stessa potenza lirica di Neon Bible (2007) e non presenta le peculiarità sonore di Reflektor, ma il suo sintetizzare in modo così eccelso l’intero fenomeno evolutivo del gruppo in una chiave accessibile a tutti, garantisce senza difficoltà quell’incontro con l’altro che Win & Régine (& Co.) auspicavano… e si tratta di un incontro davvero piacevole.

Tracklist:
I

01. Age of Anxiety I
02. Age of Anxiety II (Rabbit Hole)
03. End of the Empire I-IV (Sagittarius A*)

WE
04. The Lightning I, II
05. Unconditional I (Lookout Kid)
06. Unconditional II (Race and Religion)
07. WE