R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

Ho sempre apprezzato le persone che non si fanno smuovere dalle mode e dalle tendenze. Nada è nel panorama musicale italiano dagli anni 70 ed è sempre stata prolifica, anche se in assoluto viene ricordata per Amore disperato e Ma che freddo fa.
Senza fare digressioni sulla sua fitta biografia, Nada è una cantautrice che non ha paura di seguire il proprio istinto e cantare delle proprie emozioni, è una donna con una voce forte, potente e bella. Che non teme le sue fragilità e la sua rabbia. È rock nell’anima, nell’attitudine, nel suo essere controcorrente, da sempre e per sempre.
La paura va via da sé se i pensieri brillano è prodotto da John Parish, produttore inglese già noto per le sue collaborazioni con PJ Harvey, Eels, Giant Sand, Tracy Chapman, ed è perfettamente in sintonia con l’artista: così come per i precedenti È un momento difficile tesoro (2019) e Tutto l’amore che mi manca (2004), riesce anche stavolta a trasporre le visioni musicali di Nada in arrangiamenti perfetti nel calzare i suoi testi ipnotici.

La paura va via da sé se i pensieri brillano è un titolo che è già un messaggio di speranza. Dice Nada del titolo che è un pensiero che la rispecchia tantissimo: la paura è un sentimento necessario perché, se ne vieni sopraffatta, se diventi vittima dell’ansia, devi trovare il modo di superarla. E solo se hai pensieri chiari e lucidi in testa puoi stare meglio. Far brillare i pensieri per esorcizzare il buio della paura.
Che è poi il ritornello ripetuto proprio nel brano Oscurità, dove sax e blues riempiono questa canzone e la ripetizione di questa frase quasi zen, come un mantra, sfuma in una ambientazione notturna dai toni jazz.
Questo disco parla. Parla di consapevolezza e presenza, dell’importanza dell’essere qui e ora, del lasciare andare (che è anche un insegnamento yogico). Ma anche del non forzare le aspettative di una società che ci incolpa se non arriviamo dove vogliamo, perché c’è bisogno di rompere questa narrativa romantica del “se vuoi puoi”. Puoi anche scegliere di buttarti in mezzo al mare e godere della vita che hai, dice Nada in In mezzo al mare, canzone di apertura del disco.
Nada fa un lavoro di introspezione continuo: le domande sono tante, le risposte difficili, a volte lo scoraggiamento è forte, come in Io ci sono e Resteremo uniti, ma c’è anche tanta indignazione per un mondo sempre più indifferente e disumano, come in Chi non ha, una filastrocca tragicamente reale.

Il mondo è complesso, non solo quello in cui viviamo, ma soprattutto il nostro mondo interiore. Non si può vivere senza guardarsi dentro, non si può più accettare la mancanza di introspezione, bisogna essere consapevoli e accettarsi nella nostra complessità e nel nostro dualismo, Nada si mette a nudo, ci invita a metterci a nudo a nostra volta, a riconoscere le nostre ansie e le nostre paure per far brillare quei pensieri che ci aiutano.
Come ben riassume in un verso di Nada yoga: “Un piacerе divino ascoltando il respiro / Mi prende alla gola, mi sеnto isolata / Dal mondo che gira, che grida, che uccide l’anima / Il vecchio si siede davanti alla casa / E aspetta che tutto ritorni com’era / Come un uccello sperduto in un cielo colorato


Tracklist:

01. In mezzo al mare
02. Io ci sono
03. Sorridimi
04. Chi Non Ha
05. Banane city
06. Noi Resteremo Uniti
07. Un Viaggio Leggero
08. Oscurità
09. Nada yoga
10. Tu Non Mi Chiedi Mai Di Me

Photo © Simone Cecchetti