R E C E N S I O N E
Articolo di Sabrina Tolve
Il 16 settembre – e dunque poco meno di due mesi fa, è uscito Asphalt Meadows, decimo album dei Death Cab for Cutie in quasi 25 anni di carriera.
Avevamo lasciato Ben Gibbard durante la quarantena, con i live streaming di Live From Home: ventidue episodi durante i quali venivano rivisitati brani dei primi LP, e con Life in Quarantine – brano solista del 2020.
E in effetti la crisi pandemica, la revisione del proprio io e della vita come la conosciamo, l’esperienza di un nuovo modo di approcciarsi all’esistenza, sono parte della trama di Asphalt Meadows, un album ricco di umanità e turbolenze personali, schietto ma a sua volta sperimentale, quasi a voler sottolineare l’irripetibilità e la precarietà della vita d’ognuno.
È un album che commuove perché sincero: la fine fa paura, e quel terrore primitivo abbraccia l’album anche nei suoi versi più semplici ed essenziali.

L’indie rock di quest’album è cerebrale: la musica si aggancia e sgancia da memorie nostalgiche, incomprensioni romantiche, riflessioni sull’ eternità. Foxglove Through the Clearcut si eleva a pietra miliare del gruppo: capolavoro post rock che espande la metafora individuale per collegarsi all’eredità nordamericana di violenza e distruzione, dal massacro di Sand Creek del 1864 ai prati d’asfalto, giungla urbana da frutti tossici e fatali per chi li abita.
Le radici dei Death Cab for Cutie sono ancora forti, dopo tutti questi anni e nonostante una crescita e una maturazione che dona ad Asphalt Meadows una nuova grinta, una nuova espressione e una nuova veste, pur sempre in sintonia con la loro personalissima storia di romantici un po’ amareggiati, tra distorsioni di chitarra, una presenza importante di batteria e basso, dissonanze, ganci pop – il tutto sapientemente prodotto attraverso loops e alcuni ritmi ballabili anni ‘80.
Si tratta di un lavoro adulto, frutto di una consapevolezza duramente conquistata, onesta nei confronti della catastrofe, pur guardando alla novità e alla speranza.
In un mondo confuso e ansioso, i Death Cab for Cutie riescono ancora ad usare un lirismo e una tela sonora in grado di modificarsi restando coerente e senza mai risultare ridondanti, ma cercando di restare legati al sogno e ad una propria poesia.
Tracklist
01. I Don’t Know How I Survive
02. Roman Candles
03. Asphalt Meadows
04. Rand McNally
05. Here to Forever
06. Foxglove Through The Clearcut
07. Pepper
08. I Miss Strangers
09. Wheat Like Waves
10. Fragments From the Decade
11. I’ll Never Give Up On You
Photo © Jimmy Fontaine
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