R E C E N S I O N E
Recensione di Sabrina Tolve
Esce in questi giorni Spira, primo album della cantante e musicista elettronica Daniela Pes, nata in Gallura nel 1992 e laureata in Canto Jazz al Conservatorio di Sassari.
Daniela non è nuova nell’ambiente musicale: assieme a Dora Scapolatempore fonda i The Dalthes, duo arpa e voce che ripropone in chiave elettronica jazz vari repertori esibendosi in tre concerti all’Harp Festival di Rio De Janeiro nel 2016. Nel 2017 partecipa al Premio Andrea Parodi, vincendo il premio della critica, e nel 2018 al Festival Musicultura, giungendo in finale.

Spira appare come una gemma monolitica fatta di momenti arcani, di donne nere come la brace e che si mescolano alle ombre della notte. Qui la superstizione soffia come vento che smuove il mare e si fa rinascita radicale e terrosa, ma anche lontananza e impalpabilità necessaria: l’incomprensione è distanza che separa – e tale è la conoscenza. L’album è impregnato di solitudine, di sillabe e singulti che si concretizzano in parole anche quando quelle parole non corrispondono necessariamente ad un linguaggio condiviso e conosciuto.
La claustrofobia di alcuni brani si dispiega in ampio respiro in altri, in vere e proprie spire e avvolgimenti che legano l’album in una sorta di danza antica e gutturale, eppure ideale, un sabba torrido e bruno, che esplode e diventa sussurro.
La canzone viene frantumata per ben sette volte, trasformandosi in fonemi sibillini che ricordano la preghiera quanto l’enigma e l’oracolo: c’è un darsi pieno e completo, pur nella sua irrisolvibilità e ambiguità; c’è uno sguardo che riesce ad andare oltre, e muta in materia di fascinazione quasi ipnotica; a volte invece c’è solo il respiro e il suo ritmo.
Spira è un album in cui tutto tracima, dalla voce che si traduce in strumento musicale, alla tessitura musicale che si fa struttura, al linguaggio che, come accennato prima, si alterna tra italiano, sardo e glossolalia: questo eccesso raffinato rende l’album pura esperienza fenomenologica, esercizio di profonda trasformazione.
Tracklist:
01. Ca Mira
02. Illa Sera
03. Carme
04. Ora
05. Làira
06. Arca
07. A Te Sola
photo © Piera Masala
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