L I V E – R E P O R T
Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio
Dopo venti anni Milano è ancora in grado di sorprendermi: certo non ha la grandeur di Parigi o il fascino immortale di Roma, ma ha sempre in serbo qualche piacevole sorpresa. È una città che pulsa di vitalità con i suoi mille locali, le sfilate di moda, le manifestazioni sportive e, soprattutto, i live club dove ascoltare musica per tutti i palati: uno di questi è il District 272 di via Padova, periferia nordest, nel cuore di un quartiere multietnico, che in passato ha destato non poca preoccupazione nelle amministrazioni locali, ma che ora sta vivendo un periodo di riqualificazione grazie alle attività dei comitati di zona. Location non esageratamente grande, ma con un’ottima visuale data anche dal piano rialzato, perfetta per gruppi come i Sick Tamburo, che rappresentano al meglio la scena alternative rock nostrana, con un pubblico di nicchia, amante del punkrock, ma anche attento ai testi, vicini per certi versi al migliore cantautorato. Non solo canzonette, tanto per parafrasare quel celebre brano di Bennato, ma canzoni che stimolano le celluline grigie, non è un caso pertanto che, tra i seguaci di Accusani e soci ci siano i diversamente giovani, che avevano assistito all’exploit dei Prozac+ sul finire degli anni ’90, ma anche i millennials più gagliardi, quelli che ieri sera mostravano fieri le loro creste, i jeans strappati e gli anfibi.

La festa ha inizio con il gruppo di apertura, i Visconti, grinta da vendere e capacità tecniche sorprendenti, come sorprendente è la durata dell’opening, ben oltre i canonici trenta minuti, con pezzi che spaziano dal punk estremo al pop rock. Fantastica la canzone Le Idi di marzo, ce l’ho in loop da stamattina…




Verso le 22.30 salgono sul palco i Sick Tamburo con l’inconfondibile look passamontagna, camicia rossa, gilet, cravatta e pantaloni scuri. Nel frattempo il locale si è riempito all’inverosimile, ma io mi godo lo spettacolo dall’alto, è la prima volta che non devo sudare e farmi calpestare i piedi per fotografare, una vera goduria! Si inizia a bomba, chitarre granitiche come al solito, basso e batteria che pestano a più non posso e il pubblico che diventa il quinto membro della band tenendo il tempo con le mani e cantando a squarciagola. Mi ero ripromessa di vederli dal vivo qualche giorno fa, dopo aver ascoltato l’ultima fatica, Non credere a nessuno, uscita lo scorso 21 aprile: un album veramente bello, sia per la parte strumentale che per il cantato e i testi, di cui potete leggere qui la recensione. Ebbene, la resa live è pure meglio, priva dei fronzoli elettronici presenti nell’album, seppur belli, ma con una maggiore attenzione alle sfumature rock, punk e per certi versi pure metal, con un suono bello corposo e potente dall’inizio alla fine. In mezzo i successi degli anni precedenti, come Forse è l’amore e AIUTO. Si tira fino alle 24.00 senza grosse interruzioni, non è uno show per cuori deboli e se state pensando di assistere alle prossime date sappiate che i soldi del biglietto saranno tutti ben spesi!










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