R E C E N S I O N E


Articolo di Giacomo Starace

Giuseppe Righini, classe 1973, è un musicista con un curriculum impressionante e una lunga carriera in corso. Noto anche con il moniker Houdini Righini, ha pubblicato a marzo il nuovo album, Lascaux, un disco complesso, fortemente caratterizzato dalla componente elettronica.
È musica ben scritta, le parti elettroniche e le strumentali si bilanciano bene in ogni brano e la voce è pulita e precisa, con un respiro che crea un’immagine molto intima e caratteristica. Il pianoforte e le chitarre si muovono sullo stesso binario delle basi, dando però una sfumatura cantautorale a tutto il lavoro.


Tutti i brani sviluppano delle belle curve dinamiche, mai banali e, nei punti giusti, viene stimolata l’attenzione dell’ascoltatore con passaggi particolari.
Come per ogni musicista, le influenze sono molte ma, come solo pochi sanno fare, nel caso di Righini non si presentano in un calderone caotico e dispersivo, ma si fondono in un progetto fortemente coeso a livello musicale.
Per comprendere a fondo tutti gli elementi in gioco bisogna ascoltare molto bene l’album e concentrarsi. Questo impegno, davanti a dischi come Lascaux, diventa una necessità. Un brano privo di elettronica e con sfumature jazz come Satantango, messo al fianco di Polvere, pieno di quegli elementi assenti nel brano di prima, può aiutare a rendere l’idea del livello di ascolto richiesto.
Musicalmente, quindi, si possono fare soltanto apprezzamenti a Righini. Tuttavia, i testi, considerando i temi trattati, non sono del tutto all’altezza, forse venati un po’ troppo di “pop” italiano stereotipico.
Peccato per questo aspetto, perché invece i temi sono interessanti e attuali, come ad esempio nel brano Hikikomori che si riferisce a una vera e propria piaga per gli adolescenti di tutto il mondo.
Bisogna però sottolineare come, anche a fronte della critica precedente, il significato dei brani si coglie facilmente, stimolando l’ascoltatore alla riflessione e all’ascolto.
Interessante anche l’inserimento di una ghost track alla fine del disco, Dai dai dai, segnata da un pianoforte molto intimo e da un’atmosfera eterea da prima luce del giorno.

Tracklist:
01. Conle mie mani
02.
Cristo Baal
03. Primavera nera
04. Hikikomori
05. Nudo
06. Polvere
07. Satantango
08. Ora che ci sei
09. Dormi