R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

“Il tempo è solo la differenza tra il conoscere ora e non conoscere. Perché se conosci tutto ora, significa che è trascorso presente e futuro”. È con questa citazione “sessantottina” di Mattie Humphries, che Damon Locks, “sound and visual artist from Chicago Illinois” apre il comunicato stampa che accompagna questo interessantissimo lavoro intitolato Now e realizzato con il collettivo BME, acronimo di Black Monument Ensemble. Disco di difficile narrazione (e questo è un male) e assolutamente non etichettabile (e questo è un bene). Se c’è qualcosa di facilmente riconoscibile in questo lavoro musicale è certamente il suo “brodo di coltura”, che altro non poteva essere che la scena jazz-sperimental-transgressive di Chicago. Artista poliedrico, più che musicista puro, Damon Locks propone un lavoro denso di emozioni, pulsioni, concetti a cominciare proprio dalle parole (suoi i testi), dal loro significato e dal loro suono, spina dorsale di tutto il disco, magistralmente fuse e con/fuse, in un flusso sonoro dalle mille suggestioni che vanno dal jazz di ricerca, all’underground, al punk. Cosa ci raccontano le parole? Le dominanti tematiche del disco sono certamente le proteste e le rivendicazioni, suscitate dagli ultimi episodi di violenza poliziesca nei confronti dei cittadini afro-americani, che molto spesso si sono configurate come violenze di stampo razziale. Questa è la materia concettuale del disco, coniugata e declinata attraverso una vena musicale di altissimo livello, che fa del “collage sonoro” e del linguaggio di molte avanguardie, lo strumento di trasformazione poetica e musicale di una materia tanto scottante.

Now (Forever Momentary Space) prima traccia del disco, lascia intravedere “in nuce” tutto il successivo sviluppo, una summa di parlato, poesia, ritmi afro, “shakerati” da melodie tra il jazz e l’underground, con una elettronica discreta e onnipresente. Cambia di pochissimo il registro con The People vs the Rest of us con un accentuato uso di registrazioni sporche, seriali con improvvise interferenze di slogan e disturbanti break elettronici. Molta, moltissima Chicago anche in Keep your Mind Free, con la sinuosa e insinuante cornetta di Ben Lamar Gay. Naturalmente, per un lavoro in fondo così “multimediale”, il discorso non può fermarsi solo a melodie ed armonie; con Barbara Jones-Hogu and Elizabeth Catlett Discuss Liberation si entra nel “concept” dell’intero lavoro. Si tratta di un magnifico ed immaginario dialogo tra due esponenti di rilievo (stavo per dire “mostri sacri”) della cultura afro-americana. Barbara Jones-Hogu, street-artist “ante litteram” (nasce nel 1938), attivissimo membro dell’OBAC, ovvero “Organization of Black Culture”, e Elizabeth Catlett, scultrice ed incisore, le cui opere sono tutte incentrate sui diritti civili e sulle sofferenze dei neri d’America. Una ballata inquieta che si sviluppa come una sorta di preghiera (magari anche con i tratti di una litania yiddish), densa di significati profondi ed ancestrali. Dopo questo momento lirico, ecco Movement and You, dove torna a picchiare duro la voce della cronaca “radiofonica” (e cacofonica), abilmente miscelata a ritmi seriali volutamente irrisolti. Chiude il lavoro The Body is Electric, forse il brano più vario ed articolato del disco. Vale la pena citare tutti i musicisti di questo magnifico progetto: Angel Bat Dawid al clarinetto, Ben LaMar Gay alla cornetta e melodica, Dana Hall alla batteria, Damon Locks registrazioni ed elettronica, Arif Smith alle percussioni e le magnifiche voci di Phillip Armstrong, Monique Golding, Tramaine Parker, Richie Parks, Erica Rene, Eric Tre’von. È fuor di dubbio che l’assassinio di George Floyd, abbia fatto proliferare una serie di lavori musicali di grande qualità e tensione morale, riconducibili ai diritti civili e questo ne è uno dei migliori esempi. Registrato alla fine dell’estate 2020, in tempo di lockdown, presso l’Experimental Sound Studio di Chicago, uscito all’inizio di aprile, è un lavoro che non può mancare nella discoteca di chi ama il jazz, l’elettronica, l’underground, la cultura afro-americana, i diritti civili, Chicago e la sua incredibile cultura musicale e non necessariamente in questo ordine. E comunque non poteva mancare nella mia…


Tracklist:
01. Now (Forever Momentary Space)
02. The People Vs. The Rest of Us
03. Keep Your Mind Free
04. Barbara Jones-Hogu and Elizabeth Catlett Discuss Liberation
05. Movement and You
06 The Body Is Electric