R E C E N S I O N E
Recensione di Riccardo Talamazzi
A noi, divoratori di musica, piace tanto trovar la pappa pronta. Così non ci preoccupiamo di cose di cui, invece, dovremmo interessarci. Per esempio, chi permette ai musicisti di esibirsi, di incidere dischi o pubblicarli sui vari streamer. Chi produce il loro lavoro, chi ci scommette sopra e soprattutto chi si industria per farceli conoscere. Allora permettetemi di elevare dei peana a tutte quelle etichette discografiche (e sono incredibilmente più di quanto si sospetti) che come questa A.Ma si prende la briga – ma io la chiamerei piu “missione” – di promuovere musica poco conosciuta ad un pubblico vasto. Mentirei se vi dicessi di conoscere il sassofonista Ugljesa Novakovic. Prima d’ora confermo che non ne avevo mai sentito parlare. Questo artista viene dalla Serbia, terra di cui ricordo solo qualche nome di musicisti che mi stanno comodamente sulle dita di una mano: Dusko Gojkovic (ma questo è troppo facile!), Bojan Z. (altrettanto semplice) Dusan Bogdanovic, (per le sue eterogenee esperienze nella musica classica e jazz) e Sanja Markovic, peraltro pubblicata da questa stessa etichetta pugliese A.Ma. So inoltre del festival di Nisville che si tiene ad agosto da quelle parti ma solo perché me ne parlò l’amico d’un amico che vi era andato a curiosare. Manifestando perciò la mia ignoranza ne approfitto, come si suol dire, per mettere le mani avanti ed espormi ad una recensione un po’ senza rete per la quale non potrò avere che pochissimi riferimenti precisi.

Da quanto leggo Novakovic è al suo secondo disco e ora presenta questo Reflections con una serie di sette tracce tutte di propria composizione. Il suo sax contralto suona pulito e fluido, i suoi fraseggi, quando prendono velocità,possono avere numerosi ed eterogenei riferimenti, coprendo un arco temporale che va da Coltrane a Michael Brecker, da Sonny Rollins e forse a Wayne Shorter ma Novakovic mantiene un’impronta melodica tutta sua. È evidentemente un musicista che non ama esagerare, non cerca inutili funambolismi ma resta maggiormente interessato ad una visione d’insieme della sua musica, condividendo i suoi ruoli con un ottimo ensemble di colleghi. Si tratta di Aleksandar Cvektovic alla batteria, Milan Nikolic al contrabbasso, Aleksandar Grujic al piano e Andrija Stankovic alla chitarra elettrica. I continui riferimenti, nel disco, alla persona di Laura potrebbero riferirsi alla bimba che osserviamo in trasparenza sovrapposta alla foto del musicista in copertina. In effetti proprio il primo brano del disco Laura’s sleeping, completamente condotto da effetti elettronici e qualche percussione, in quel suo creare un’atmosfera lunare sembra quasi vegliare il sonno di qualcuno. Èun brano spiazzante che può far pensare ad un disco completamente differente da quello che è. Si tratta, invece, solo di un intro che si riallaccia idealmente al brano finale anch’esso gestito dai suoni dell’elettronica e da quelli percussivi. Zen Warrior è tra i brani che preferisco in assoluto. Lo zen solleticato dal titolo affida al piano qualche nota introduttiva al sapore d’estremo oriente. Poi si diparte una convincente melodia tracciata dal sax e finiamo in territori quasi fusion che mi hanno vagamente ricordato gli Steps Ahead, almeno fino alla bella tirata della chitarra di Stankovic. Terminato quest’ultimo assolo, riprende la suggestione del Sol Levante con cui il piano si era presentato inizialmente. Da qui in poi il sax libera le catene per arrivare a chiudere e ad acquietarsi insieme a tutti gli altri strumenti. Laura’s playing apre con molta energia e va in direzione post be-bop, dove ascoltiamo escursioni nei territori più tradizionali del jazz condotti con estrema pulizia sonora dal bel fraseggio pianistico di Grujic. Il sax insegue i “passi da gigante” compiuti da Coltrane ed ecco, forse è proprio questo brano quello più evidentemente coltraniano che si possa ascoltare in questa raccolta. Prosegue il cammino sulla strada della tradizione con Don’t slam that f…door, dove Novakovic offre il meglio di sé. Anche il pianista non è da meno: sembra che i musicisti abbiano inserito il turbo, la velocità si fa vertiginosa, le diteggiature si fanno serrate. Ambivalence- Belgrado tango suite è una dedica all’attuale capitale della Serbia. Qui la forma tanghera viene promossa inizialmente con un accompagnamento in linea con ciò che ci si aspetta possa essere un tango: evocazione di abbracci sensuali, nostalgie e danze nell’ombra. In un secondo tempo si abbandonando i cliché accelerando le battute fino ad affidare al sorprendente pianismo di Grujic la reinvenzione armonica del brano. Infine tutto diventa qualcosa d’altro, i tempi si serrano per poi tornare là dove si era partiti. Laura’s dream è molto dolce, ci si culla inizialmente su un’altalena di contrabbasso e suoni liquidi di chitarra. Brano lineare affidato al convincente cantare dello strumento di Stankovic e al melodico sax di Novakovic. Insieme, questi due musicisti, intrecciano una linea piena di speranza e di ottimismo. Bellissimo il finale con un fraseggio all’unisono tra chitarra e sassofono che si spegne tra le braccia del piano mentre il ritmo, progressivamente, rallenta. Si chiude, come accennato all’inizio, con Sunset chasers tra le vibrazioni dell’elettronica. Novakovic è musicista preparato, maturo. Non oltrepassa mai certi limiti tonali, si sente che non è interessato a stupire nessuno ma solo a realizzare una musica coesa insieme ai bravi musicisti che lo accompagnano. Eccellenti il piano e la chitarra, basso e batteria compiono il loro lavoro non arrogandosi alcun diritto se non quello di servire l’esigenza dell’insieme. Non mi voglio sbilanciare su altri giudizi che non riguardino gli elementi presenti in questo disco, men che meno arrischiarmi in improvvide valutazioni sul valore del jazz serbo di cui, mi ripeto, ho scarsa conoscenza. Quello che comunque ho potuto ascoltare in questo Reflections mi intriga a tal punto da augurarmi di poter presto avere tra le mani materiali sonori di altrettanta qualità.
Tracklist:
01. Intro- Laura’s Sleeping
02. Zen Warrior
03. Laura’s Playing
04. Don’t Slam The F… Door
05. Ambivalence – Belgrade Tango Suite
06. Laura’s Dream
07. Outro – Sunset Chasers
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