R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Durante l’ultimo concerto “in solo” di Hank Roberts, a Novara nella Basilica di San Gaudenzio in occasione di NovaraJazz 2018, riflettevo su un concetto molto caro al compositore statunitense e cioè quello di “amore”. Il jazz di Roberts, se così possiamo classificarlo (e se fosse proprio necessario farlo), come quello di tanti altri compositori che sono passati per quella basilica, sembra essere eseguito in un luogo ad esso deputato e può sembrare apparentemente strano che questo luogo sia un luogo sacro. In realtà i luoghi sacri e i luoghi di culto, sono essenzialmente luoghi della manifestazione dell’amore. Science of Love sembra essere, anche nel titolo, che più esplicito non potrebbe essere, una grande invocazione d’amore. Amore come vera energia del mondo dove persino la distinzione tra sacro e profano viene meno, a favore di una grande e profonda “intenzionalità”. L’arte, intesa in senso lato, diviene veicolo e risultante di questo processo tutto spirituale. Ed è molto lontano dalla Basilica di una piccola città della pianura Padana e, precisamente a New York City, città dalla quale Roberts si era separato per qualche anno, che nell’estate del 2017 negli “Oktaven Studios”, Hank Roberts registra questo lavoro, edito dall’etichette Sunnyside Records pervaso di quello spirito innervato di “amore” e da quel vitalismo creativo che sembra essere nell’aria di quella città .

Così nasce il cd con Hank Roberts al violoncello, che vede la partecipazione di Brian Drye al trombone, Dana Lyn al violino, Mike McGinnis al clarinetto e sassofono soprano, Jacob Sacks al pianoforte, Vinnie Sperrazza alla batteria. La scienza dell’amore incomincia ad enunciarsi con SAB / DOM PA TU X un apparente “cicaleccio” disarticolato di strumenti che da uno spartito frammentato in mille rivoli melodici ed armonici ritorna all’unità; tonalità lievi, moderate digressioni dei singoli strumenti e una mirabile unità stilistica. Ma non ci si illuda, il lavoro di Roberts e del suo sestetto è solo apparentemente tranquillo e basta aspettare il secondo brano, The Sharp Peak of the Science of Love, per rendersene conto. Piluccando in questo meraviglioso canestro di sonorità, non mancate di gustare il breve ma intenso “Asse di un piano“, bello come la chiarezza di un teorema, così come celeste e astronomico appare Earth Sky Realms, ma senza che la musica assuma quell’accento profetico che nel jazz contemporaneo ha avuto e continua ad avere tanti adepti. Qui l’archetto del violoncello di Hank Roberts, sembra quasi una bacchetta di un direttore d’orchestra che detta i tempi di entrata degli altri strumenti. Originalissimo, a tratti circense e a tratti bartòkiano, è il magnifico Levity Village, con ancora l’attenzione in prevalenza concentrata sul violoncello. Poi la splendida malinconia di Story sostenuta oltre che da Roberts, dal delicato ed impressionista piano di Jacob Sacks. E se dovessi prelevare ancora un frutto dal canestro non avrei esitazioni a scegliere Shuffle of GLC Magnetic Floating Stripper, con il raffinato, fitto, fecondo dialogo tra violoncello e il sax soprano di Mike McGinnis. Si sente tutta in questo pezzo la cultura musicale di questo grandissimo artista, a cominciare dalla lezione di vitalità tutta newyorkese di Tim Berne.
Disco di grandi commistioni, come ormai è consuetudine per il jazz di ogni latitudine, echi di world music, di classica contemporanea, di folk. Un canestro di frutti rari ed esotici che vi suggerisco proprio gustare.


Tracklist:
01. SAT / SUN PA TU X
02. The Sharp Peak of the Science of Love
03. Human Circuits
04. One Floor Axis
05. Equatorial Conductivity
06. Earth Sky Realms
07. D23
08. Levity Village
09. Second First
10. Story
11. Shifting Paradigms In Pre GLC 3
12. GLC Magnetic Floating Stripper
13. 17
14. B45 L
15. Circular Rejuvenation
16. 205