Le contiamo sulla punta delle dita: 5 domande ai nostri artisti, il tempo di batter 5 et voilà, in 5 minuti le risposte.
I N T E R V I S T A
Articolo di E. Joshin Galani
Cucineremo Ciambelle è il gruppo che incontriamo nel batti 5 di oggi, quattro giovani musicisti con attitudini e background musicali diversi da cui traggono la loro forza, formando un progetto molto strutturato. Hanno appena pubblicato il loro ultimo video, a presto il loro album autoprodotto, ecco 5 domande per conoscerli meglio…

Il vostro primo singolo di quest’anno “Abbocco e poi affogo” una song minimale, poche parole ripetute che ben descrivono un disagio, magari paradossale, della necessità di cambiare pur stando nel proprio elemento, magari abboccando all’amo giusto. Di cosa è fatta la vostra essenza nella scrittura?
Per tutte le canzoni vecchie, i testi si scrivevano da soli, perché praticamente erano parole di diario a cui poi davamo una voce in musica. Nascevano come pezzi di vita quotidiana, momenti o periodi ben fissati nel tempo, post-it attaccati con lo scotch sui peli del corpo. Ogni tanto suonavano un po’ troppo cerebrali ma era un riflesso della mia inquietudine e della mia ossessività.
Ora che è da un po’ che non riesco più a scrivere con costanza e prolificità, non saprei come rispondere alla tua domanda. È certo però che il malessere che esisteva prima nella nostra musica è ancora ben radicato, e probabilmente è anche lo stesso identico di quando abbiamo iniziato a scrivere e suonare, quindi il mood dei nostri testi è tendenzialmente rimasto lo stesso di prima.
Se non sbaglio, Abbocco e poi affogo è il primo testo di Muccio, che ha sempre aiutato con la scrittura nei vecchi progetti ma non aveva mai scritto un testo intero. Non credo che i vecchi testi siano invecchiati benissimo (se li sento anche solo di sfuggita cringio male). Ciò che abbiamo scritto ora, a due o a quattro mani, mi suona più maturo, più vero, più musicale, più aperto.
Ritrovo anche in “Pallone gonfiato” un’imprinting visionario nella scrittura, la vostra musica è un pop garbato, con quella vena malinconica da sole che tramonta a fine estate. Quando tornerete sul palco per farcela sentire live?
Grazie per il complimentone, puntiamo sempre a essere pop, nel nostro modo. I concerti al momento non li vediamo neanche col binocolo e onestamente non abbiamo piani, purtroppo; spero che tra un po’ di tempo, tempo debito, ci sarà ancora qualcuno che avrà voglia di farci la stessa domanda..
È uscito da poco anche il video di “Pallone gonfiato”, immagini che nascono da un’occhio, si sciolgono e si ricompongono, ce ne parlate?
Nulla di troppo intellettuale. Sono belle immagini in cui perdersi.
Gli artwork delle copertine di Silvia Travaglini e Andrea Muccin hanno il sapore di manuali antichi, siete affascinati dalle vecchie illustrazioni?
Non necessariamente, ma per questa serie di illustrazioni ci siamo ispirati (Muccio in primis) a un diario scientifici, ai memo pieni di pensieri e scarabocchi, di pasticci e ripensamenti che poi sono i fili rossi che collegano tutte le nuove canzoni, da come sono nate a come sono diventate.

Siete al lavoro sul nuovo album?
Lo siamo. Siamo anche a buon punto. Lo produrremo noi.
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