R E C E N S I O N E
Recensione di Mario Grella
Ci sono jazzisti che non sono affatto musicisti “in purezza”, ma sono qualcosa di diverso e, oserei dire, sono qualcosa di più. E sono come possono esserlo certi artisti, che non sono “solo” grandi, ma sono artisti “veri”. Si potrebbe dire che la differenza è data dal fatto che negli artisti veri, l’arte non si ferma al modo di creare o al manufatto creato, ma va oltre, investe cioè i comportamenti, le convinzioni, la vita dell’artista stesso. Certamente tutto ciò calza a pennello per Kahil El’Zabar, multipercussionista, compositore, voce, ma anche educatore “filosofo” e divulgatore della musica nera. Se poi attorno ad un musicista-percussionista-sciamano come lui, si mettono a suonare Justin Dillard, mago della tastiera, Corey Wilkes, spirito della tromba, Isaiah Collier sacerdote del sax soprano, allora la magia può avere inizio, musicisti tutti “made in Chicago, Illinois”. Una magia che serve a guarire come suggerisce il titolo di questo magnifico disco A Time of Healing, le nostre anime dolenti, in un mondo che riserva sempre meno spazio all’anima non comprendendo di non poterne farne a meno.

Le onde del sound di Kahil El’Zabar vengono direttamente dall’Africa per infrangersi sulle sponde del lago Michigan, naturalmente a Chicago, patria della “soul music” e del groove più spirituale. È indubbiamente la ripetizione, la chiave ipnotica di questa straordinaria black music che avvolge senza stringere, che affabula senza raccontare, che percuote l’anima per guarirla e non occorrono grandi spiegazioni per ritmi così spirituali. Basta pigiare play e lasciarsi cullare cominciando proprio da A Time of Healing che dà il titolo all’album edito dall’etichetta Spiritmuse Records; introdotta da dolci percussioni “tribali”, la nenia di sottofondo viene commentata dal sax caldo e confidenziale di Isaiah Collier, così estraneo e così “dentro” la blackmusic. Brano lungo e articolato che mantiene tuttavia dall’inizio alla fine, la sua fisionomia di rito taumaturgico, già fatto intuire dalle prime lievi percussioni. La voce profonda e animista di Kahil che fa capolino qui e là nel brano, sembra essere quella più adatta a questo soave esorcismo. Anche il seguente Drum Talk mantiene le caratteristiche dell’invocazione mistica, con quasi gli stessi ritmi, resi più profondi dalle percussioni più gravi, ma anche dal sottotitolo (Run’n in the Streets),e dal testo della canzone si comprende che l’ambiente non è più quello ancestrale e ctonio, ma è un ambiante urbano “dark side” alla Lou Reed, pur con le radici ben piantate nella “black”. Sempre urbano ma più leggero ed arioso è appunto Urban Shaman, dove questa volta a celebrare il rito sembra essere una umanità spensierata, meno greve e sofferente, brano che si anima nel suo progredire, magnificamente orchestrato attorno alla “voce recitante e cantante” di Kahil, sempre contrappuntata da sax, tastiera, kalimba e percussioni.
Eddie Harris è dedicata ad un (altro) gigante della scena musicale di Chicago ed è un groove un po’ disarticolato di grande vivacità che precede un altro brano spensierato come The Coming of Spring, apparentemente molto lontano dai ritmi primordiali dell’inizio dell’album. Con Resolution, variazione sulla composizione di John Coltrane, la tromba senza freni di Wilkes sembra prendere il sopravvento nella prima parte del brano e dettarne ritmi e stilemi, con poi una parte centrale e finale, in mano all’Hammond di Dillard. È con We’ll Get Trought This che la dimensione della preghiera torna sulla scena, e che sembra proseguire, se pur su ritmi più lievi, con Time IS. Si chiude con un omaggio a George Gershwin con una trasfigurata Summertime di una bellezza unica, con quel bizzarro incontro tra la voce e la kalimba di Kahil El’Zabar con la tromba di Corey Wilkes, che la rendono quasi irriconoscibile nella sua perfetta riconoscibilità. Una trasformazione delicata della materia sonora rispettosa e quasi in soggezione di fronte all’originale, segno di grande intelligenza compositiva. Se non guarite le vostre ansie con questo unguento sonoro miracoloso, non guarirete con niente…
Tracklist:
01. A Time for Healing
02. Drum Talk (Run’n in the Streets)
03. Urban Shaman
04. Eddie Harris
05. The Coming of Spring
06. Resolution
07. We’ll Get Through This
08. Time IS
09. Summertime
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