I N T E R V I S T A


Articolo di E. Joshin Galani

È uscito lo scorso anno l’ultimo lavoro di Safir Nou, Liminal; un doppio album che si muove tra fra elettronica, world music e jazz, diviso in due capitoli: Waves e Sands.
Il progetto Safir Nou nasce nel 2017 da un’idea del chitarrista-fisarmonicista Antonio Firinu, che ha anche collaborato alla chitarra classica nel disco DIE di Iosonouncane. Gli altri membri del gruppo sono Ivana Busu (Synth, elettronica, fisarmonica), Sergio Tifu (Violino), Andrea Lai (Basso elettrico e contrabbasso), Antonio Pinna (Batteria).

Oggi abbiamo il piacere di ospitare l’anteprima del video Almost Home, contenuto nel primo capitolo dell’album.

Il video realizzzato da Andrea Conti ha una fotografia molto bella, le immagini hanno una loro poetica nel suggerire il contatto e la bellezza di un territorio, lo sradicamento involontario, imminente, la fuga che sta per mettersi in atto. In questa amarezza però, c’è lo spazio per  cogliere quegli istanti che separano dal viaggio: sentirsi baciati dal sole, dal vento, il godere degli ultimi attimi prima di abbandonare la propria terra. Ci trovo molta amorevole comprensione per il dramma dei profughi. Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchere con Antonio Firinu…

Il suono di Almost Home è un delicato tappeto elettronico con chitarra classica e violoncello, che accompagna l’ascoltatore come in un viaggio dall’alba al tramonto, in uno spazio-tempo in cui tutto è possibile, un ripetersi di istanti, respiro dopo respiro. Nel creare la vostra musica c’è anche un vostro spazio-tempo che vi predisponga ad una pace interiore per tradurre musicalmente al meglio ciò che parte da dentro?
Certamente. Credo che per entrare in profondità degli attimi, rappresentativi di un qualsiasi stato d’animo, ci sia bisogno in qualche modo di fermare il tempo, o meglio fermarsi. È necessario sgombrare la mente da qualsiasi altra distrazione e immergersi completamente nel significato di un determinato istante. Si tratta di una pratica per niente facile e immediata, è necessario sia un certo esercizio intellettuale che empatico. Così per Almost Home è stato necessario dilatare al massimo il respiro musicale per coglierne l’essenza, il significato, e allo stesso modo le immagini, la fotografia del video, cercano di fare altrettanto. Tu hai colto perfettamente il significato del brano: la fuga, la speranza, il coraggio, la malinconia di coloro che intraprendono un viaggio senza meta, liminale, e sicuramente, per descrivere qualcosa di così complesso, è stato necessario estrapolare un frammento spazio-temporale, amplificarlo alla massima potenza per renderlo fruibile ai nostri sensi attraverso la musica e le immagini.

Considero la Sardegna una terra con una sua vibrazione energetica molto particolare, quanta influenza ha avuto la vostra isola sulle composizioni?
Credo non sia tanto la Sardegna in sé a determinare il “logos” del progetto Safir Nou, quanto la condizione di un’isola come la Sardegna in relazione al resto del mondo. È la Sardegna intesa come punto di partenza, come porto per un viaggio lontano (Groundless, primo disco Safir Nou), o verso il mare aperto o il deserto d’oltremare (Liminal – Waves and Sands). È il paesaggio sardo in contrasto o in armonia con altri paesaggi aldilà del mare che crea le composizioni. È l’orizzonte che separa la costa dell’isola dal resto del mondo a stimolare l’immaginazione e la voglia di intraprendere nuovi viaggi, come anche l’arrivo dei migranti, o il migrare a sua volta, che viene raccontato e musicato nel progetto Safir Nou.

Liminal è il titolo dell’album, il cui concetto si riferisce a ciò che si manifesta a livello della soglia della coscienza e della percezione. Perché è stato importante presentare l’album con questo titolo?
Esattamente! Liminal è la soglia, uno spazio interstiziale che sta tra una porta di uscita e una porta di ingresso verso un altro ambiente. È uno spazio, o un tempo di passaggio. Tutto questo concetto è espresso in tutti e due i capitoli. In Waves (capitolo che è stato ispirato dal romanzo “Marinai perduti” di Jean-Claude Izzo) si racconta di un viaggio in mare, senza meta, quale momento percettivo “liminale” all’interno del quale si intersecano diverse emozioni a volte contrastanti quale, la paura e la libertà. In Sands (capitolo che invece è ispirato dal romanzo “Il deserto non ha cielo” di Lamine Ceesay) racconta il viaggio di migrazione che attraversa il deserto, viaggio liminale per eccellenza poiché si è in una condizione di sospensione tra l’abbandono di una vecchia casa o una vecchia identità, e la ricerca di una nuova casa (Almost home) e nuova identità. Qui entrano in gioco diversi elementi che fanno parte di questa “soglia”: la speranza, il dolore, la fatica.

Liminal ha l’intento di accompagnare l’ascoltatore ad uno stato liminale?
Liminal non ha questa pretesa. I due momenti descritti raccontano due viaggi che sicuramente rappresentano la condizione liminale, ma non vuole portare l’ascoltatore a un tale stato, Quanto piuttosto riflettere su di esso e sulla sua importanza. Mi spiego meglio: credo che ciascuno di noi nella nostra vita abbia sperimentato più di una volta tale condizione, che tuttavia può apparire in modo confuso e spesso è difficile riconoscere. L’abbandono di una determinata comfort zone psicologica o sociale per avventurarsi verso nuove esperienze di vita, oppure determinati momenti di passaggio, come può essere anche uno shock emozionale, che ci portano a riflettere e quindi a crescere. Le partenze verso avventure sconosciute. L’abbandonare un lavoro per cercarne un altro. Ma anche, il periodo di lock down che abbiamo vissuto tutti in Italia, può essere visto come un momento liminale, nel quale molti di noi hanno interrotto la propria quotidianità in un’attesa indeterminata verso uno scenario “nuovo”. L’intento quindi non è quello di accompagnare l’ascoltatore a uno stato liminale, quanto quello di raccontarlo in diversi modi per fare in modo di riconoscerlo, poiché importante e determinante. In antropologia culturale la parola Liminale infatti indica quei riti di passaggio praticate in alcune culture sub-sahariane, che portano dall’età adolescente all’età adulta. Così come questi riti hanno un’importanza vitale per l’individuo in quelle culture, credo sia importante personalmente saper riconoscere i nostri momenti liminali.

La vostra musica tocca l’essenza delle emozioni, questa capacità darebbe valore alle immagini di documentari e film, è una strada che vi piacerebbe percorrere?
È una strada che sicuramente vorremmo intraprendere, in modo parallelo, a partire da questo video. Mi è stato chiesto diverse volte di collaborare per lavorare sulle musiche per immagini, e ora ne sono sempre più convinto. Anche in passato, alcuni vecchi lavori Safir Nou, richiamavano sicuramente alcuni tratti fortemente cinematografici, se non altro nel proporre all’ascoltatore dei cosiddetti “film immaginari”. Questo deriva sicuramente dall’influenza che hanno avuto compositori per musiche da film nella musica di Safir Nou quali Antonio Pinto, Gustavo Santaolalla, o Olafur Arnalds, così come altre musiche world music fortemente evocative quali le musiche del Mali di Toumani Diabate e Ballake Sissoko, tanto quanto altre band che propongono musiche fortemente paesaggistiche come i Sigur Ròs o i Cinematic Orchestra. Tutte queste diverse influenze ora si stanno sintetizzando verso questo percorso. Tuttavia Safir Nou, non è un progetto di musiche da film, ma di musica strumentale. Bisogna separare bene le cose, e nel caso intraprenderle entrambi, in modo diverso. Nel nostro caso noi componiamo indipendentemente da immagini, le composizioni hanno una loro coerenza e linearità al di fuori delle interazioni con immagini. Nel caso mi dovessi personalmente cimentare nel comporre musiche per immagini, sarà necessario un lavoro di tipo diverso, a partire dall’interazione con il committente regista.

Avete partecipato anche a prestigiosi festival internazionali, dove sarà possibile vedervi live prossimamente?
Abbiamo diverse cose che bollono in pentola per questa estate, diversi festival dei quali non possiamo annunciare le date. Possiamo annunciare però il prossimo live che sarà il 27 maggio al Rock club Fabrik a Cagliari.