T E A T R O


Articolo di Lucia Dallabona

Simone Santi, scrittore e articolista originario di San Secondo Parmense è dotato di una sensibile curiosità che utilizza per approfondire, e poi narrare, storie che mettono sempre al centro “l’umana esperienza”.
In quest’ottica ha ritenuto una sfida ambiziosa, ma altrettanto stimolante, l’invito rivoltogli dall’amico e regista Paolo d’Anna: scrivere un testo teatrale che avesse per protagonista una figura femminile dal fascino immortale come la “Signora di Klimt”, partendo, in particolare, dalle sue peripezie piacentine.
Questo ritratto, uno dei più conosciuti del pittore austriaco, eseguito nel 1916-17, infatti, non solo è inspiegabilmente sparito dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi nel febbraio 1997, dove era custodito dal 1925, anno dell’acquisto; ancor più incredibilmente, durante lavori di manutenzione del giardino, è riapparso per caso nel 2019 in un vano esterno del museo, quindi a pochi metri da dove era stato trafugato.   
Rimane avvolta nel mistero anche la scoperta, sotto i colori del Ritratto di Signora, di un secondo volto: il Ritratto di Ragazza, realizzato da Klimt nel 1910 e per motivi sconosciuti ricoperto successivamente con un nuovo dipinto, avente per soggetto la stessa modella.

Lo spettacolo, partendo da questi intriganti presupposti, si propone molteplici finalità: fare un po’ di chiarezza su una serie di eventi ancora oggi per tanti aspetti enigmatici, approfondire l’arte di Klimt con l’ausilio di bellissime immagini tratte dalle sue opere, ma, allo stesso tempo, offrire l’opportunità di percorrere un approfondito viaggio a ritroso nel tempo che da Piacenza conduca gli spettatori alla Vienna di un periodo di passaggio fondamentale, quello a cavallo fra la fine Ottocento e gli inizi del Novecento.
Si tratta di un momento storico caratterizzato da una straordinaria densità culturale, in cui le vecchie certezze lasciano il posto alla modernità e alle sue inquietudini, nel tentativo di creare una nuova sensibilità che unifichi arte, scienza e politica.
Altro tassello analizzato, determinante all’interno del memorabile cambiamento in corso, è la scoperta dell’inconscio, di tutte le sue forze irrazionali e distruttive, operata dalla psicanalisi di Freud tramite l’analisi dei sogni.

Nel complesso, quest’epoca affascina Simone al punto che ha rischiato piacevolmente di “perdersi” nell’attività di studio e ricerca eseguita prima di mettere in scena una rappresentazione di prosa così densa di contenuti. In suo aiuto è arrivato il prezioso apporto della scrittrice Elisabetta Ferri; a lei, dopo aver effettuato la prima stesura dello scritto, ha affidato l’adattamento teatrale, così come sue sono tutte le grafiche dello spettacolo.

Lo strano caso della Signora di Klimt, impreziosito dall’appassionata regia di Paolo d’Anna, debutterà a Malgrate il 4 giugno alle ore 21, all’interno della rassegna all’aperto “Incontri nel Borgo 2022”.

L’appuntamento che ci attende, partendo dal passato e dalla doppia identità di un dipinto, sarà la preziosa occasione di riflettere su un’importante stato delle cose che caratterizza anche la vita contemporanea: ciascuna situazione, ciascuna esistenza, si muove lungo un confine in cui avviene il confronto fra ciò che è logico, manifesto, e ciò che restando a livello inconsapevole sfugge al controllo del nostro raziocinio.
Ed è proprio così che nascono gli istinti in grado di governare, nel bene e nel male, il flusso vitale di ogni singola persona, di conseguenza anche la storia collettiva di ogni tempo.