L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Fabio Campetti

Arriva in Italia Christopher Micheal Taylor, meglio conosciuto come SOHN (rigorosamente in capslock), polistrumentista londinese ora di stanza in Spagna, in Catalunya, capace di imporsi da quasi un decennio a questa parte all’attenzione del pubblico più attento alla musica di qualità, dopo, per altro, un inizio di carriera underground e ben tre album con la band Trouble Over Tokyo, non a caso incide, fin dall’esordio, per 4AD, probabilmente la migliore etichetta di sempre, quella da guinness dei primati, in grado, di fatto, di non sbagliare mai un artista o una pubblicazione, un tempo si comprava, ora si “strimma” a scatola chiusa.
Dicevo il buon SOHN torna in circolazione per presentare il suo terzo album Trust, successore di Tremors e Rennen, il suo disco più intimista, non per questo meno riuscito dei precedenti che lo hanno fatto conoscere agli appassionati e ad una critica unanime, in versione plebiscito a decretarne le indubbie capacità produttive quanto a sottolinearne un talento cristallino nel scegliere e scrivere melodie.

Forse, appunto, la produzione più scarna del nuovo lavoro lo rende il suo album più adulto e riflessivo, mentre negli album targati anni dieci, avevamo a che fare con un artista più giocoso e danzereccio.
Siamo dalle parti dell’elettronica o meglio dell’indie-tronica, una voce languida, a tratti accomunabile al timbro di Tom Yorke o del più recente Bon Iver, un artista a tutto tondo che gestisce dalla A alla Z tutto ciò che viene licenziato a suo nome.
Cambio di location per la serata milanese, l’evento doveva inizialmente svolgersi al più capiente Magazzini Generali, mentre l’organizzazione ha trasferito il tutto in una venue decisamente più raccolta, il sempre bellissimo Biko, poco male perché va benissimo lo stesso, anzi forse è il posto migliore per le nuove atmosfere contenute in Trust che fanno da leitmotiv alla setlist di questo tour.
In realtà è il giusto mash up dei tre lavori licenziati a partire da un ormai già lontano 2014, anno del suo battesimo.


Bissa appunto questa sera la data di ieri al Locomotiv di Bologna, live incentrato attorno alla sua figura com’è normale che sia ma band di quattro elementi ad accompagnarlo, andando a conferire il tocco analogico degli strumenti veri, umanizzando parte del repertorio. Stiamo parlando prima di tutto di un produttore, di un songwriter dell’era moderna. Suoni sintetici e pianoforte davanti ad un camino.
La scelta dei pezzi, come detto sopra, è il classico montagne russe dei tre lavori, nel senso che non possono mancare brani che, nel loro piccolo, hanno segnato il suo percorso: Lessons, la conclusiva title track Rennen, Bloodflows, Tremors, Riverbank, di fatto quelle canzoni che marchiano a fuoco una carriera da piccoli o grandi palchi che siano, non ha importanza, ma che sono il biglietto da visita inequivocabile; poi arriva il nuovo disco ad interfacciarsi con il vecchio repertorio, quindi le più intimiste e forse cantautorali I Won’t, Caramel, l’impronunciabile Figureskating, Neusiedlersee o la bellissima M.I.A. o la love song per eccellenza NL o perché no il primo singolo dedicato al fiume Segre che bagna la sua nuova residenza in Catalunya.

Ho trascorso gran parte del live attaccato al palco, spostandomi poi nelle retrovie, dove sebbene fossimo in un club colorato e accogliente, si respirava l’atmosfera di un piccolo rave, peccato davvero che non ci fosse il pubblico delle grandi occasioni, complice anche il giorno un po’ infausto per un artista di prima fascia e per un concerto bellissimo ma, con la 4AD di mezzo, non ci sono e ci saranno mai dubbi.
P.S. In apertura il giovane producer Liam Nour, talentoso e sul pezzo, raccogliendo sinceri applausi.

Liam Nur