R E C E N S I O N E
Recensione di Iolanda Raffaele
Si chiama Karma Clima il nuovo album dei Marlene Kuntz, prodotto dalla band con Taketo Gohara, uscito per Ala Bianca il 30 settembre 2022 e distribuito da Warner. È un titolo forte che riflette un modo di concepire la musica impegnato, non banale e di sostanza, come era inevitabile per una formazione musicale così storica e sempre attiva. Se l’emergenza climatica è sotto gli occhi di tutti ed è sempre più allarmante, la musica diventa espressione di denuncia concreta e di reazione ed è megafono dell’urgenza. In questa direzione Cristiano Godano (chitarra e voce), Riccardo Tesio (chitarre), Luca “Lagash” Saporiti (basso) e Davide Arneodo (tastiere e violino) hanno compiuto un’operazione coraggiosa, a tratti rivoluzionaria, traducendo in note una situazione non più accettabile e lanciando un messaggio di sostenibilità reale, non espressa solo a parole, ma attuata nei fatti. La genesi di Karma Clima è riconducibile, infatti alla profonda interazione tra la musica e il territorio, essendo stato scritto e registrato tra ottobre e dicembre 2021 in tre speciali residenze artistiche piemontesi, la Cooperativa Viso a Viso di Ostana, il Birrificio Agricolo Baladin a Piozzo e la Borgata Paraloup, posti che hanno influenzato la scrittura dei testi e che nella scelta di parole e musica hanno trovato la loro perfetta forma di espressione.

Gli ingredienti dell’album sono certamente l’empatia e la coralità, la condivisione e lo sguardo aperto e di insieme; c’è la rabbia di gridare, ma anche tanta voglia di comunicare con tutti senza distinzione. Sono nove canzoni di poetica sostanza o sostanziale poesia che generano riflessione – come ha affermato lo stesso Cristiano Godano. Non c’è rinnegazione del passato musicale, ma la consapevolezza di perlustrare nuovi territori musicali. Karma Clima non è solo un progetto musicale di ampio respiro, perfetto stilisticamente e di contenuto perché sarebbe troppo riduttivo, si inserisce invece in un percorso di graduale costruzione di modelli alternativi virtuosi, di confronto su temi non facili e di sperimentazione, in cui il rispetto verso l’ambiente non è il manifesto di una propaganda sterile, ma è narrare ciò in cui si crede, collaborando con la scienza nel lanciare i corretti messaggi. Non ci sono consigli, ma inviti pratici sia alle generazioni più datate che sembrano essersi rassegnate, sia a quelle recenti che sono forse le più attrezzate, preparate e lucidamente determinate alla comprensione del problema e alla sua possibile risoluzione. Sotto il profilo della ricerca dei suoni e degli stili musicali, la sostenibilità tematica trova corrispondenza nella sostenibilità musicale, nella comunanza di intenti tra testi e suoni in una sperimentazione evidente e apprezzabile in ogni traccia.
In occasione della tavola rotonda di presentazione dell’album il 10 ottobre, alla nostra domanda sul punto Davide Arneodo ha offerto un’importante chiave di lettura che vogliamo condividere. “Marlene Kuntz voleva rompere gli schemi di trent’anni anni di scrittura musicale, quindi, mentre generalmente si partiva dalla scrittura con le chitarre, è evidente che si è partito dalla scrittura con pianoforte e tastiere e questo ha comportato un cambio musicale notevole. Sul discorso della sostenibilità noi abbiamo voluto scrivere in queste residenze, in questi tre luoghi cruciali che hanno contribuito alla produzione dell’album che sono Ostana con la cooperativa Viso a Viso, il Birrificio agricolo Baladin e la comunità di Paraloup. Abbiamo portato strumenti reali in queste residenze, quindi, quello che è importante per Karma Clima a livello sonoro di sostenibilità è che tutto ciò che è elettronico, tutto ciò che è strumentale è reale. Come noi eravamo reali nel confrontarci con questa comunità, anche gli strumenti che abbiamo portato erano reali. Ho visto commenti di persone che ancora non riescono a capire che cosa noi abbiam fatto, quest’elettronica o la musica ormai si fa con i computer, è tutto finto. No, non c’è niente di finto. Abbiamo coinvolto Piatino Pianoforti una realtà torinese di quasi un secolo ha passato due guerre, trisnonno dell’attuale Jessica, trisnonno che ha fondato la Piatino Pianoforti e Jessica che ci ha portato i pianoforti fisici, quindi, noi avevamo un kawai a duemila metri a Ostana, avevamo uno steinway del 1900 a Piozzo e credo che tutto questo abbia contribuito nella sostenibilità. Noi abbiamo coinvolto non solo realtà dell’ambiente ma realtà musicali che hanno contribuito portandoci strumenti reali e credo che sia qualcosa che non è comune al giorno d’oggi in un momento in cui è molto più semplice usare strumenti finti e digitali e fare un disco al computer… Se c’era già un impianto di scrittura iniziale, prodotto precedentemente, poi però la produzione reale dell’album è stata fatta insieme per questo si sente una comunanza di intenti tra testi e suoni.”
La musica è sempre un viaggio da vivere in maniera solitaria ed intimistica perché oltre ai significati generali ne offre altri particolari ed individuali, ma per ogni canzone era un atto dovuto ripercorrere il sentiero tracciato da ciascuna di esse nell’album. La prima tappa è La fuga, la ricerca di evasione da una realtà pesante ed ingombrante a cui si può reagire estraniandosi ed allontanandosene, seguita da Tutto tace in cui la salvezza allo scempio, al non ritorno, al prima di si ritrova in fondo al nero dove arriva la pace e i pensieri si assopiscono e da Lacrima, stupefacente nei suoni e nelle parole quasi fiabesche, mai casuali e sempre originali che toccano il cuore. Se è vero che il mondo brucia come brucia la verità, è un flusso di frasi di amore, speranza e sogno quello che anima Bastasse, mentre la cultura dei Marlene Kuntz incanta e illumina in Laica preghiera, una sorta di tesoretto impreziosito dal duetto con la cantante Elisa, che con la sua leggerezza e la sua classe musicale dimostra di essere la musa perfetta per questo straordinario intreccio. Un sound intenso ed incalzante scorre in Acqua e fuoco tra il tempo che fugge, scorre e vola via inesorabilmente, mentre si cerca il sublime, la meraviglia da cui lasciarsi portare via; insolito è invece il dialogo figlio-padre in Scusami, una prospettiva diversa, nuova, solo apparentemente sganciata dal resto dell’album, in cui trova giusta collocazione tra uno “scusami” e un “mi perdonerai” e si collega alle parole “Figlio mio, mi dispiace. E chissà se si poteva evitare…” della successiva Vita su Marte, l’anelito egoistico del rifugio in un posto che solo pochissimi potranno permettersi. Karma Clima si conclude con L’aria era l’anima, una ballata dolce e cullante, ma che non rincuora, ricorda anzi quanto l’innalzamento del livello dei mari sia un problema da non sottovalutare più e che lo spettro di città fantasma impone di usare il tempo nel miglior modo possibile e non sprecarlo. Club e teatri ospiteranno la musica dei Marlene Kuntz per concerti sicuramente imperdibili, perciò, iniziate ad affinare l’orecchio con l’ascolto di Karma Clima e buona lettura.
Tracklist:
01. La fuga
02. Tutto tace
03. Lacrima
04. Bastasse
05. Laica preghiera (feat. Elisa)
06. Acqua e fuoco
07. Scusami
08. Vita su Marte
09. L’aria era l’anima
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