R E C E N S I O N E
Recensione di Lucio Vecchio
A tre anni dal suo quarto disco, A Peaceful Place, il percussionista barese Pippo D’Ambrosio si ripresenta al pubblico con il concept album Beyond The Sky, edito dalla A.MA. Records di Antonio Martino.
Beyond The Sky è un album tematico che esplora l’ordine imposto dall’universo accostandolo al caos provocato dagli umani sulla terra. Pippo D’Ambrosio ha creato un lavoro che fonde la sua batteria, le tastiere di Eugenio Macchia, il contrabbasso di Giorgio Vendola e il sassofono contralto di Gaetano Partipilo in un viaggio cosmologico in cui il jazz è alla base dei groove in tutte le sue dieci tracce.

Il disco si apre con il brano Milky Way, la galassia a cui appartiene il nostro sistema solare. Una sorta di madre cosmica a cui tutti noi apparteniamo. Per descrivere “Kyklos Galaxy”, l’antico nome greco della via lattea, D’Ambrosio si affida ad una rassicurante melodia, scandita dal pianoforte che lascia il posto ad un graffiante sax. Il finale è un bel dialogo fra i due. I fenomeni celesti rari restano scolpiti nella memoria, ricorderete il 1997 come l’anno del passaggio della grande cometa. Il secondo brano del disco Hale-Bopp ci riporta alla mente quei mesi in cui ci ponemmo con lo sguardo verso il cielo in cerca della sua magica coda. Il disco procede con un brano dedicato ad Alioth la stella più brillante della costellazione dell’Orsa Maggiore. Qui le sonorità diventano più soul, il pianoforte lascia spazio ad un piano elettrico e ad un incalzante sax che rendono il brano brillante come la stella a cui è dedicato. Con Black Holes le sonorità si fanno leggermente più cupe e a tratti ansiogene. Siamo nel cuore della Via Lattea ed il mistero che circonda questa parte di universo è ben delineata nell’intro del pezzo. D’Ambrosio sembra particolarmente ispirato dalle costellazioni. A quattro di esse: Cassiopea, Hydra, Andromeda ed Aquarius, dedica brani che sembrano disegnarne le caratteristiche peculiari, intrecciando suoni elettrici con ritmi incalzanti oppure tranquille intro che si trasformano in sussulti d’animo come nel caso di Aquarius. Le atmosfere si fanno più rarefatte in Omega Nebula dove le spazzole di D’Ambrosio stendono un tappeto sul quale si adagiano morbidamente il pianoforte ed il contrabbasso nella parte centrale del brano mentre intro e chiusura sono riservate ad un morbido sax. Tutto è molto placido e rilassante come in una nube trasportata del vento.
Il disco si chiude con una dedica a Sirio, una delle stelle più vicine alla terra. Il brano sembra restituirci la brillantezza di questo corpo celeste attraverso una melodia gioiosa e giocosa in cui tutti gli strumenti si prendono il giusto spazio.
Senza ricalcare gli stereotipi della musica elettronica che mira alla rappresentazione della cosmologia ma rimanendo nei binari di un buon jazz, Beyond The Sky ci conduce in giro per l’infinito spazio cosmico riconciliandoci con lo spazio finito delle nostre esistenze.
Pippo D’Ambrosio – Batteria
Eugenio Macchia – Piano elettrico, synt
Gaetano Partipilo – Sax contralto
Giorgio Vendola – Contrabbasso
Tracklist:
01. Milky Way (5:36)
02. Hale-Bopp (5:31)
03. Alioth (7:44)
04. Black Holes (5:17)
05. Cassiopeia (8:43)
06. Hydra (5:52)
07. Omega Nebula (5:53)
08. Andromeda (5:34)
09. Aquarius (3:26)
10. Sirio (5:55)
11. Ire (1:35)
Rispondi