Articolo di Cristiano Carenzi

Quando mi è stato chiesto di scrivere a proposito di questo progetto ero esaltato, per me era un onore, eppure non è stato semplice. Come si fa a parlare di un lavoro del genere? Di un artista così, in modo tale da essere all’altezza di quello che ha fatto? Ho provato comunque a tirare le somme su questo disco.

Innanzitutto una breve contestualizzazione: Primo nasce nel 1976, ha lavorato come rapper da solista e al progetto Cor Veleno insieme agli amici Grandi Numeri e DJ Squarta. Dopo essersi ritirato dalle scene scompare prematuramente nella notte tra il 31 dicembre 2015 e il 1 Gennaio 2016. Oltre ad essere stato un grande rapper e (a mio parere) una delle voci più belle nell’ambiente, ha l’immenso merito di aver creato una generazione di rapper. Molti militanti attuali della scena ammettono di aver iniziato a scrivere grazie a lui. Ora potete capire l’importanza che può avere l’album che da un anno a questa parte occupa le giornate di Dj Squarta e Grandi numeri.

Il disco è composto da 17 canzoni e dura poco più di un ora, il che in questo caso è ovviamente un valore aggiunto (dato che siamo quasi sicuri che questa sarà l’ultima pubblicazione in cui compare la voce del rapper defunto). Anche ascoltando questo lavoro senza tener conto della sua storia non potremmo che parlarne bene: un’ora abbondante di vero Rap che riesce a coinvolgerti come poche produzioni uscite negli ultimi anni. Nonostante ciò non si chiude semplicemente nel Rap ma grazie all’aiuto di Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, in due tracce troviamo anche delle ottime chitarre. Inoltre le rime, i flow e le produzioni sono tutte di alto livello, oltre che molto varie. Proprio per questo una vittoria di questo disco è il fatto che riesce a riassumere e a ricordarci tutte le sfaccettature tipiche dei testi di Primo: dalla rabbia e la fotta che lo ha sempre contraddistinto e che abbiamo amato in brani come “Heavy Metal” e che qui ritroviamo nella maggior parte degli episodi della prima metà dell’album; fino alla parte più intima e che spesso ha come argomento l’amore nei confronti della sua amata, in tutte le caratteristiche, sia quelle più leggere, che erano state raccontate in un brano iconico come “Testa Rotta”, sia quelle più sentimentali, che era riuscito a descrivere in “Spezzami l’anima”. Un altro valore aggiunto sono sicuramente i numerosi featuring (ben 12).

Quasi tutti gli artisti che partecipano rendono un ottimo saluto a Primo, in particolare due hanno attratto la mia attenzione: Marracash e Coez. Il primo perché riesce a scrivere un’ottima strofa (d’altra parte è Marracash, quindi era davvero difficile che accadesse l’opposto), aggiungendo una piccola dedica al defunto all’inizio di essa. Silvano invece, storico amico di Primo, mi ha colpito per due ragioni: la prima è che torna a fare rap come ci aveva abituato all’inizio della sua carriera, perché per quanto possano vendere ed essere comunque di ottimo livello le ultime produzioni io (sarò nostalgico e rompicoglioni) lo preferivo prima. La seconda è il concetto ribadito nel ritornello di “Conta su di me”, che potrebbe sembrare banale ma che in questo album ci sta a pennello. Il ritornello infatti dice: “quando non ci sarò ti resteranno dentro, tutte le mie canzoni, tutto questo tempo che ho speso per essere immortale”. Non credo che il motivo principale per cui un artista faccia musica sia quello di essere ricordato, di lasciare qualcosa ai posteri, ma di sicuro è una cosa con cui deve fare i conti e in questo album risulta assolutamente veritiera. Squarta e Grandi Numeri (che è migliorato davvero tanto) sono riusciti a rendere omaggio ad una leggenda nel modo migliore.

Ascoltando questo progetto si sente la passione e il sacrificio che hanno portato alla creazione dello stesso, si capisce che lo scopo principale è quello di ricordare un grande artista. Sicuramente il loro è l’approccio migliore oltre ad essere sicuramente più genuino di quello (prendendone uno a caso) usato dalla madre di XXXTENTACION, che ha continuato a lucrare sulla tragica morte del figlio creando impossibili collaborazioni tra morti (ma questo è un altro capitolo ed è meglio chiuderlo qui). In conclusione, possiamo dire che questo album sia davvero quello che cercavamo per rendere una degna memoria in campo musicale ad una leggenda come Primo. La sua voce nel disco è abbastanza presente e a volte nonostante ascoltandolo ti pervada un senso di nostalgia e tristezza, riesce anche a farti ricordare quanto fosse bravo a rappare. I due soci principali hanno fatto un lavoro davvero immenso, Squarta ha prodotto delle basi ottime e che non risultano mai simili o ripetitive mentre, come già detto prima, Grandi numeri l’ho trovato davvero in forma. I featuring sono azzeccati e danno un tocco in più, ti fanno pensare che la gente affezionata a Primo non sia poca. Grazie Squarta. Grazie Grandi Numeri. Ma soprattutto grazie Primo.

Tracklist
01. L’Antifona
02. Non Costa Niente feat. Adriano Viterbini – Bud Spencer Blues Explosion
03. Servono Pietre feat. Adriano Viterbini – Bud Spencer Blues Explosion
04. Queste Strade feat. Johnny Marsiglia
05. Qualunque Cosa Accada feat. Madman
06. Niente In Cambio feat. Giuliano Sangiorgi & Roy Paci
07. Sacrosanto
08. Città Di Vetro feat. Mezzosangue
09. Pepita Bluemoon feat. Marracash
10. Rap Tha Casbah
11. Il Nome Del Tuo Esercito
12. Conta Su Di Me feat. Coez
13. Lo Spirito Che Suona feat. Giuliano Sangiorgi
14. Shut Tha Fuck Up
15. Una Rima, Una Jam feat. Coez & Gemitaiz
16. Tutta La Vita
17. A Pieno Titolo feat. Danno