R E C E N S I O N E
Recensione di Riccardo Talamazzi
Si va sul velluto con questo nuovo disco di Enrico Pieranunzi. Il tempo trascorre, come suggerisce il titolo dell’album ma il pianista romano ci passa attraverso con elegante sicurezza, quella certezza compositiva (sei brani su nove sono di suo pugno) e soprattutto esecutiva che l’ha sempre caratterizzato e stigmatizzato come uno dei pianisti più grandi al mondo. Nonostante l’Italia abbia posseduto e possieda tuttora molti pianisti jazz di levatura internazionale, con Pieranunzi il discorso si fa più serio, sia per il numero di grandi musicisti con cui ha suonato nella sua vita, sia per l’assoluta considerazione di cui egli è oggetto all’estero. Credo, infatti, che sia ancora l’unico musicista italiano ad essere stato invitato allo storico Village Vanguard di New York e che in quel prestigioso locale abbia potuto incidervi un disco dal vivo, quel famoso Live targato 2013 (ma registrato tre anni prima) insieme a Marc Johnson e al compianto Paul Motian, un’autentica esplosione di energia, forse uno dei dischi live più belli mai registrati nell’ambito del trio jazz.

Posseduto da una passione che l’ha avvinto fin da ragazzino, figlio a sua volta di un musicista professionista, Pieranunzi si è formato sopra una robusta struttura classica che ha dimostrato recentemente di saper pienamente possedere rileggendo con la necessaria competenza le partiture di Scarlatti, di Bach, di Handel per improvvisarvi il suo personale stile jazzistico senza stravolgere il senso originale delle menzionate composizioni. Oltre alla formazione classica egli ha sempre manifestato apertamente il suo amore per Blll Evans e quel suo libro Ritratto d’artista con pianoforte del 2001 a lui dedicato è, più che un omaggio, un autentico atto d’amore verso il grande pianista americano. Evans gli è rimasto impresso come una cicatrice: nella sua musica, il suo lirismo a volte romantico si trasforma spesso in un percorso ad ostacoli dove nuove invenzioni armoniche, lampi di consapevolezza contemporanea e collaudate reminiscenze formative si fondono in una lettura fluente, con un’anima fortemente melodica sempre presente in primo piano.
Questo ultimo lavoro, licenziato dall’intraprendente Abeat Records di Solbiate Olona è stato assemblato soprattutto con la collaborazione della voce sensuale di Simona Severini (ascoltatela in una delle due versioni di In the Wee Hours of the Morning o in entrambe, se preferite…).
La cantante, che aveva già in precedenza lavorato con Pieranunzi con una partecipazione in Dalla in jazz (2012), dimostra di possedere alcune sfumature vocali che quando s’aggirano tra i toni medio bassi ricordano l’accento, gradevolissimo peraltro, di Norah Jones.
Il vibrafonista Andrea Dulbecco aggiunge un’impronta tridimensionale alla musica assai melodica che scorre in questo disco, sostenuta dalla armoniosa trama del contrabbassista Luca Bulgarelli e dalla batteria di Andrè Ceccarelli.
Insoliti, in apertura, i due valzer nei canonici ¾. Il primo, che funge da title-track si presenta pieno di respiro e di trasognata vaghezza mentre il secondo, un grazioso valzerino musette un po’ manierista, ci rimanda però ad una Parigi fin troppo da cartolina. Laddove il ritmo si fa più serrato (Biff e Vacation from the blues) la strada è quella di un gradevole mainstream, ordinato e tirato a lucido, per non parlare della melodicissima e già citata In the Wee…La produzione è perfetta, la calibrazione dei suoni e delle atmosfere altrettanto. Insomma una piacevolezza annunciata, si potrebbe dire. Un disco che si ascolta con grande piacere anche se racconta storie già sentite. Saremmo comunque dei pazzi a lamentarci di un lavoro come questo, degli incontentabili sempre in attesa di qualcosa che ci scuota un po’ di più… Nel frattempo ci si abbandona con una certa voluttà alla voce sirenica della Severini ed alla musica suadente di questo ben assortito ensemble.
Tracklist:
01. Time’s passage
02. Valse pour Apollinaire
03. Biff
04. In the wee small hours of the morning (instrumental)
05. Perspectives
06. A nameless gate
07. In the wee small hours of the morning (piano & voice)
08. The flower
09. Vacation for the blues
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