R E C E N S I O N E
Articolo di Claudia Losini
Avevo circa vent’anni quando ascoltai per la prima volta i Notwist, e tutt’oggi la canzone Consequences è nella mia personale classifica delle canzoni che mi hanno cambiato la vita.
I Notwist vengono dalla Germania, hanno un passato da band post-hardcore ma si sono fatti conoscere con Neon Golden, un disco electro-pop con influenze post-rock che può essere tranquillamente considerato il loro masterpiece.
La loro caratteristica principale, oltre alla sperimentazione costante di suoni, è l’improvvisazione: ascoltare un live dei Notwist significa immergersi per più di due ore in loop, deviazioni sonore, e accettare il disassemblamento di ogni brano in qualcosa di nuovo a cui non si è abituati. Non c’è un concerto simile all’altro, e lo stesso pezzo non suonerà mai due volte uguale.
E l’improvvisazione è il cuore di Vertigo Days, il nuovo lavoro che esce per Morr Music (a livello personale una delle mie etichette preferite), 7 anni dopo Close to the Glass: l’impronta sonora ben riconoscibile dei Notwist qui si fonde con le esperienze e le produzioni dei singoli componenti della band e si relaziona con altri artisti, tra cui Saya (del pop duo giapponese Tenniscoats), che con la sua voce riempie di atmosfere orientali il beat krautrock di Ship, titolo anche dell’ep uscito a fine 2020 che ha anticipato il disco, e la cantautrice Juana Molina, che con la sua voce crea dei binari immaginari sulle montagne russe sonore di Al Sur.
Where you find me è forse il brano che mi ha toccata più nel profondo, perché è quello più legato ai suoni di Neon Golden e riassume tutto l’universo dei Notwist, insieme a Loose Ends, con la candida voce di Markus Acher, allo stesso tempo triste e confortante.
Into the ice age esalta invece quella pura improvvisazione di cui parlavamo sopra, grazie anche ai clarinetti di Angel Bat Dawid, in un delizioso brano ipnotico dai sapori dream pop, a cui segue Oh sweet fire, quasi un contraccolpo amaro e acido addensato dalla voce di Ben LaMar Gay.
Vertigo Days, il cui titolo è già esplicativo di per sé, è una lunga poesia per tempi incerti, si è evoluto giorno dopo giorno, così come quotidianamente la nostra vita, prima personale e poi collettiva è cambiata. Non ci sono più futuri costruiti e pianificati, si naviga a vista e si improvvisa, perché tutto può accadere in ogni momento, e sono le relazioni, la comunità, a offrire un timone per trovare il nostro posto nell’incerto. E, come recita l’ultimo, delicato pezzo del disco, troveremo di nuovo l’amore. L’importante è non smettere mai di sognare e sperimentare, proprio come fanno da oltre vent’anni i Notwist.
Tracklist:
01 Al Norte
02 Into Love/Stars
03 Exit Strategy to Myself
04 Where You Find Me
05 Ship (feat. Saya)
06 Loose Ends
07 Into The Ice Age
08 Oh Sweet Fire (feat. Ben LaMar Gay)
09 Ghost
10 Sans Soleil
11 Night’s Too Dark
12 *stars*
13 Al Sur (feat. Juana Molina)
14 Into Love Again (feat. Zayaendo)
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