R E C E N S I O N E
Recensione di Barbara Guidotti
Accade, di Francesco Bianconi, è uscito in inverno, ma in realtà è un album perfetto per questa estate piena di conflitti e contraddizioni, vissuti in un’atmosfera di tregenda, dopo due anni che forse non ci siamo ancora lasciati alle spalle. Si sente che è un disco concepito durante la pandemia, intriso di una malinconia che colora e a tratti stravolge in modo inedito ogni pezzo scelto per una collezione di cover – altrui e di se stesso – che ancora una volta identificano questo artista come una voce assolutamente unica nello scenario musicale italiano.
E dato che l’estate ai malinconici non piace, l’unica alternativa alla coazione a divertirsi a oltranza è buttarsi nel tramonto (metaforico ma non troppo) dell’esistenza, dei rapporti, dell’Occidente che si va autodistruggendo, nell’impossibile corsa verso un orizzonte sempre più lontano e improbabile.

Nell’apertura, con Io sono, la rivendicazione dell’autonomia della propria identità perde il tono quasi gioioso dell’interpretazione di Paola Turci, per diventare parola definitiva sul senso del vivere la coppia. Un tema che attraversa anche altri brani di cui Bianconi si riappropria, come La cometa di Halley e Bruci la città – “affidate” in precedenza a Irene Grandi – e I capolavori di Beethoven, non casualmente estratto proprio dall’album di Mario Venuti “Il tramonto dell’Occidente”. E poi ancora Francesco Guccini (Ti ricordi quei giorni), Federico Fiumani (L’odore delle rose), Claudio Lolli (Michel), Luigi Tenco (Quello che conta, musica di Ennio Morricone e testo di Luciano Salce), Ornella Vanoni (Domani è un altro giorno, su testo di Calabrese, già cover di “The wonders you perform” di Tammy Wynette).
Serpeggia, in tutto l’album, uno spleen che pervade persino Playa, in cui il duetto con Baby K rivela l’altra faccia di un tormentone estivo trasformato in una ballata struggente (riconoscete la citazione da Walt Whitman?).
Immergersi in questo disco è un’esperienza intima, che richiede un certo coraggio, perchè conduce su un percorso in cui si mescolano nostalgia e disillusione; è un’impresa per coloro che sanno bene che quando la vita accade “nel buio c’è il senso della luce”.
Impresa per perduti, antichi eroi.
Tracklist:
01. Io Sono
02. Playa (feat. Baby K)
03. La cometa di Halley
04. Ti ricordi quei giorni
05. I capolavori di Beethoven
06. Domani è un altro giorno
07. Bruci la città
08. L’odore delle rose
09. Michel (feat. Lucio Corsi)
10. Quello che conta
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