Off Topic

Sesto album solista di Edda, Illusion contiene undici brani inediti prodotti da Gianni Maroccolo con il quale Stefano aveva già collaborato per Noio; volevam suonar del 2020.
Undici canzoni che sono difficili da digerire, che spingono verso un mondo altro e ideale, un mondo che possa coprirsi con un manto e incantarci tutti: ma Edda descrive un mondo che ideale non è, che ci tiene ancorati a terra, tra disagio, difficoltà, sofferenza e bruttura, in cui la conoscenza separa, in cui i destini sono già scritti e segnati, in cui si è fluidi, si è donna e uomo, perenni Tiresia che come Tiresia sono ciechi; ma la cecità di Tiresia è la condizione perché egli possa vedere oltre e scrutare la verità.

Edda ci dipinge come naviganti annoiati e rancorosi, che remano perché devono, inconsapevoli delle proprie azioni, rapiti da una sorta di alchimia, da un sacrilegio. Solo a pochi è dato vedere, e quei pochi riescono a trovare bellezza anche se fa male, anche se c’è rabbia – quei pochi riescono a volere le stelle, a volerle sentire.
Perché di fatto siamo sormontati da credenze, superstizioni, pressioni sociali; ci viene imposto come essere e chi essere, ma di fatto si è in perenne mutamento. Siamo anime ed animali, in bilico tra lo strazio e la risata sorniona e sarcastica.
Il passo da fare è indietro, verso il passato e la comprensione di sé: sapere chi si era per essere totalmente chi si è adesso. Non bisogna necessariamente accogliere ed accettare quel che fu, basta solo essere consapevoli del presente.

Questa analisi devastante si disfa e si dipana in tutti i brani con una coerenza costante e solida e la musica accompagna e supporta con semplicità e accuratezza, con arrangiamenti che riescono ad elevare i testi – protagonisti nostalgici e malinconici, ruvidi, delicati ma schietti e sfacciati.

Punte di diamante dell’album, La croce viva e Lia.
Edda ci spunta e ci salva nel cuore.