R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Non so se qualcuno di voi, soprattutto i diversamente giovani, si ricordi ancora (ma è molto difficile dimenticarsene) di Brian Sweeny Fitzgerald, noto come “Fitzcarraldo”… Immagino di sì e immagino, soprattutto, che pochi si siano potuti dimenticare del folle film girato da Werner Herzgog su questo sognatore peruviano che, per portare la voce del grande Enrico Caruso nel cuore dell’Amazzonia, fece costruire un teatro a Iquitos. Ebbene, proprio a lui mi hanno fatto pensare le note del comunicato stampa che accompagnano l’uscita di Lightning Dreamers ultima fatica di Rob Mazurek e della sua Exploding Star Orchestra. In quelle righe, Mazurek ricorda i tre anni trascorsi sul Rio Grande a Manaus (ed è proprio a Manaus, nel teatro della città amazzonica, che Fitzcarraldo ascolta per la prima colta “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi). È in quel luogo, alla confluenza del Rio Negro e del Rio delle Amazzoni, che Rob ha cercato una sorta di ispirazione che ha poi trasformato nell’energia magnetica che si ritrova in questo lavoro.

Scrive Rob Mazurek: “La sensazione di muovermi tra, e attraverso, questi grandi specchi d’acqua rimarrà impressa nella mia anima per sempre. Il materiale visivo e sonoro (sia tematico che immaginario), evoca gli spiriti passati, presenti e futuri lungo questo possente fiume…” E anche se il disco è stato registrato negli studi Sonic Ranch in Texas, questa influenza di energie trasportate da elementi fluviali si sente tutta in questo lavoro, in uscita per l’etichetta International Anthem. Ci sono Jeff Parker alla chitarra, Damon Locks voce, Gerald Cleaver alla batteria, Angelica Sanchez e Craig Taborn al piano e, naturalmente Rob Mazurek alla tromba, voce ed elettronica, nella formazione base, che trascinano questo magnifico ensemble nei vortici magnetici di cui si è già detto e in un inimitabile mélange di jazz, groove, funk.

E allora cominciamo dalla fine, proprio da quel Black River che tanta importanza ha nella musica di Mazurek ed è anche titolo del penultimo brano del cd. Un brano molto sperimentale, tormentato e sognante con più di un suggestivo richiamo rumoristico alla selvaggia bellezza del luogo, una composizione maestosa, pur nella sua apparente discontinuità, alla quale hanno dato il loro contributo due un musicisti che mi piace citare: Pasquale Mirra, stregone ed asceta del vibrafono e, alla tromba e synth, la compianta Jaimie Branch (scomparsa nell’agosto del 2022) presente in questo e in un altro brano e, alla cui memoria, Mazurek dedica idealmente tutto il lavoro. Il pezzo seguente, White River, come il fiume a cui allude, è più pacato, lento, una specie di corrente sonora dalle variazioni mutevoli, ma incorporate ad un lento scorrere del “nastro musicale” elettronico e fluido. E dopo essere arrivati in fondo al CD ricominciamo dal principio, con quel Future Shaman che suona, già dal titolo, programmatico e provocatorio, una ideale ascensione verso un mondo spirituale, impreziosito dalle raffinate percussioni di Mauricio Takara che sembra procedere senza scossoni, ma al cui interno sono nascoste mille variazioni di temi e di toni. “Search Light! Search Light!” ripete la voce recitante stentorea e distorta elettronicamente di Damon Locks, nel secondo brano “Dream Sleeper”. Anche qui l’ispirazione è quella del techno jazz spiritualistico degli spazi siderali e dell’armonia (o disarmonia) delle sfere: pezzo suggestivo e grandioso che si ascolta e ri-ascolta molto volentieri. Atmosfera più morbida ed informale sempre nelle mutazioni di Shape Shifter, con la tromba di Rob Mazurek protagonista della prima parte e con la chitarra di Craig Taborn che fa la parte del leone nella seconda.

Non resta che ascoltare e scoprire tutte le preziosità di questo Lightning Dreamers, una ricarica e allo stesso tempo un’oasi di pace per le anime più sensibili.

Tracklist:
01. Future Shaman (8:34)
02. Dream Sleeper (6:13)
03. Shape Shifter (5:24)
04. Black River (14:11)
05. White River (6:07)

Photo © Britt Mazurek