R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Del Noce

Non certo nuovo alle esperienze in trio (lo avevamo recentemente lasciato nella differente piattaforma Cats in the kitchen, facente capo alle visioni di Alberto Braida, ma molto più a ritroso nella personale combinazione Chant) il batterista Cristiano Calcagnile allestisce un nuovo repertorio per questa formula a partire dalle forti suggestioni stilistiche del pianista Hasaan Ibn Ali, non particolarmente celebrato ma considerato influente da diversi solisti, e fissato almeno in una storica incisione in trio con Max Roach.


Nello sviluppo della presente tracklist vi sono di certo riferimenti ai cardini fondativi del canone, ma del medesimo s’avvertono opportune esigenze d’aggiornamento così come una parziale elusione delle formule di base; e di tale progettualità già palesa un’idea d’insieme l’introduttiva, eponima Inversi, al cui ascolto erompono le impressioni-guida, che appunto il brano d’apertura autorizza grazie all’articolazione scenica e la mutevolezza rappresentativa, attraverso camere, eco e cambi d’angolazione.
Mutamento di mood e combinazioni formali nelle distese linee di Malware, che vede farsi via via più materica la sezione ritmica e più diagonale la voce pianistica di Pacorig; importante ariosità cameristica affidata all’arco di Evangelista per introdurre Aureo, poi evolvente in crescendo su ondivaghi estri.
Furioso (ma non troppo) il drum-solo che Calcagnile imbastisce ad intro dell’omonimo brano, enunciandone le serrate logiche ritmiche; apertura ieratica in Litok, ove le frementi plastiche della tastiera forniscono un assist indiretto ad un diverso solo di batteria ed un sensibile passaggio di basso, in progressiva dissoluzione verso una catartica plaga di destrutturata empatia free, preludendo infine alle melanconie evansiane e al clima brunito della conclusiva Malblue.

Il peso degli storici materiali di riferimento potrà aver reso improba l’idea di un letterale “tributo” (secondo il medesimo Calcagnile) ma di certo palesa come anche in epoche classiche si fosse imposta l’esigenza (nonché la tentazione) della “revisione” del trio per piano; e la altrui ricezione di questo album quale saggio della “tradizionale” formula sembra depauperare alquanto l’impegno dei tre, investiti almeno nel bilanciare il peso della scrittura quanto le libere ed idiosincrasiche posizioni individuali.

La triangolata formazione ne sortisce insomma caratterizzata tra tensioni robuste e densi stati immaginativi; avvicendandosi, nella progressione del discorso sonoro, il lirismo scabro della tastiera di Giorgio Pacorig, le increspature pulsanti e le linee terse delle corde basse di Gabriele Evangelista, le scansioni rituali e le geometrie cangianti della percussione di Cristiano Calcagnile, le visionarietà di Anokhi amministrano, con aperta disciplina, valore e bilancio di contrasti, sovrapposizioni, accenti ed interfacce.

Cristiano Calcagnile – batteria, percussioni, composizioni
Giorgio Pacorig – pianoforte
Gabriele Evangelista – contrabbasso

Cristiano Calcagnile official site

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Tracklist:
01. Inversi (8.21)
02. Malware (7.28)
03. Aureo (9.06)
04. Furioso (9.47)
05. Litok (10.15)
06. Malblue (4.13)

Foto © Bruno Pulici