R E C E N S I O N E
Recensione di Mario Grella
Poteva sembrare strano che sul palco del festival Jazz Middelheim di Anversa nel 2019, a prendersi gioco del jazz e a giocare con esso, ci potesse essere un italiano che festeggiava il suo ottantesimo compleanno. E invece c’era, e quell’ottantenne era Enrico Rava. A dire il vero in quella occasione si festeggiava anche un altro compleanno, quello dell’etichetta ECM Records che di anni ne festeggiava cinquanta. Così invece di essere noi a fare un regalo ai festeggiati, sono loro che hanno fatto un “regalo” a noi, con questo magnifico lavoro, registrato dal vivo, dal titolo mai più azzeccato di Edizione Speciale. Sei pezzi eleganti, raffinati ed equilibrati, come solo i grandissimi sanno fare. Una “solitudine che sa di allegria”, ecco è così che vorrei definire questo lavoro, uscito nello scorso mese di ottobre e nel quale qualsiasi estimatore dello straordinario jazzista italiano, potrà apprezzare la sua capacità di innovare conservando e conservare innovando.

Alla intrinseca malinconica austerità della tromba di Rava, si accompagna un mondo di altri inquieti stimoli che comprendono una buona dose di elettronica, una vibrante energia ritmica, una sana vitale iniezione di folk, oltre che al consueto cesello sonoro, timbrico e armonico che fanno di Rava uno dei più grandi jazzisti italiani (e non solo italiani) di sempre. A festeggiare i due compleanni sul palco, con Rava alla tromba, Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al basso e Enrico Morello alla batteria e altri ospiti di passaggio.
La festa comincia con Infant, dove si palesano già le prime avvisaglie di una certa irrequietezza degli ospiti, oltre che del festeggiato. È il pianoforte di Giovanni Guidi che, come un imbucato, sembra voler creare del magnifico disordine, nel pacato dialogo del filicorno di Rava con il sassofono di Francesco Bearzatti. Il bello è, che ci riesce benissimo, prima che i tre tornino ad essere amici sul finire del pezzo.
Once Upon A Summertime / Theme for Jessica Tatum è un magnifico melange, tra la composizione originale di Michel Legrand e Theme per Jessica Tatum dall’album Noir di Rava, con quella indimenticabile copertina di Altan. E qui, per i pochi che non conoscessero il disco, non resta che invitarli all’ascolto dopo averli mandati dietro la lavagna o fatto scrivere mille volte sul quaderno dei compiti “Devo ascoltare Rava”.

Jazz, folk, echi lontani, nostalgie, colori sonori, ritmo, tutto e anche un po’ di più. Il premio “anime inquiete” spetta sicuramente al brano successivo Wild Dance (composizione del 2015), dove a danzare selvaggiamente con il flicorno di Rava è la chitarra magistralmente distorta di Francesco Diodato. Una tempesta non annunciata, visto l’attacco iniziale del brano che Rava stesso definisce “nuvole di suoni”, con quel suo finale da troncare il respiro che rimarrà quasi un unicum nella storia del jazz.
The Fearless Five sembra magistralmente incominciare dove il pezzo precedente è terminato ed è il caloroso applauso del pubblico di Anversa a sottolinearlo. Dopo un attacco hard, la composizione sembra sciogliersi piana, pacificante e gradevole, con tanti momenti di riflessione musicale, assoli e bella orchestrazione.
Le Solite Cose/Diva è l’unione di due pezzi, scritti con Stefano Bollani, una doppia isola di pace, prima di Quizás, Quizás, Quizás, rifacimento jazzistico-groove della famosa folk song cubana di Osvaldo Farrés, dove la tromba di Rava porta a spasso il pianeta del folk nella galassia del jazz, davanti al calorosissimo pubblico del Middelheim Jazz Festival di Anversa. Un vero peccato non esserci stati…
Tracklist:
01. Infant
02. Once Upon A Summertime / Theme for Jessica Tatum
03. Wild Dance
04. The Fearless Five
05. Le Solite Cose / Diva
06. Quizás, Quizás, Quizás
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